I nomi generici della toponomastica vicentina: Borgo, Contrà, Corte, Motton, Piarda, e altri

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BORGO. E’ la riunione di più case lungo una strada senza recinto di mura. L’aumento della popolazione abitante entro la cerchia muraria, Borgo Santa Lucia fuori le Mura

COLTURA. In passato il toponimo aveva molta rilevanza. Per coltura si intende un terreno coltivato a prato e biade. Note storiche del 6 novembre 1235, descrivono un atto di cessione con cui la Badessa di San Pietro tal Pasqua cedeva al Priore di San Tomaso in Berga (Santa Caterina) “montem unum…positum in cultura et distrectu civitatis Vicetiae”. Nei vari Statuti Vicentini sino al 1425. Il 1° luglio 1277, sotto il Pietra miliare nel Borgo di Santa Croce

CONTRA’ E CONTRADA. E’ una delle voci caratteristiche della toponomastica vicentina, come le calli a Venezia. Secondo gli studiosi indica uno spazio, luogo abitato dove si cammina, è una voce italiana che Contrà Busato nel Quartiere Porta Nova

CORSO. Dal verbo correre. Assunse il nome di Corso la strada dove avvenivano le corse, a Vicenza le corse erano dei Cavalli sciolti, lungo l’attuale Corso si svolgeva il popolare ed appassionante spettacolo.
Vicenza, all’inizio aveva un solo corso segnalato nei registri dell’Anagrafe Comunale come Contra’ del Corso. Nel secolo XX° la parola corso ha assunto un significato diverso con caratteristiche di strada ampia,lunga e rettilinea, ricca di palazzi e signorili dimore a lati, da conservare.

CORTE E CORTILE. E’ uno spazio scoperto molto ristretto, chiuso nel perimetro da abitazioni. Le corti si staccano da una via principale con breve vicolo che sbocca in una piazzetta senza uscita. Oggi di corti ne sono rimaste poche, magari diventate parcheggi privati o pubblici.
Ricordiamo qualche esempio: a Santa Lucia la Corte del Lotto, a S. Piero la Corte dei mulini, dei Roda. Tra contra’ del Monte e Contra’ Cavour la stradella di collegamento ha il nome Cortile del Municipio.
In passato di corti ve ne erano molte di più tutte scomparse i testi ricordano: Corte delle Moneghe al Monastero S. Francesco Nuovo;
Corte della Racchetta nella contra’ omonima; in Contra’ Piancoli Corti del Conte Guidone; Corte della Sega in contrà Chioare.

MOTTON. Il termine dialettale (mucio) accrescitivo di Motta, ha il significato di cumulo di materiale, rialzo di terra, con tale nome in città, Corso Fogazzaro e Ponte de le Bele

MURE. Le strade che circuiscono gran parte della Città come era nei secoli e formano un grande anello sono chiamate: Mure, identificando la località dove era situata. Le Contra’ conservano quindi la loro denominazione originale: Mure Araceli, Mure Corpus Domini, Mure San Mure Pallamaio o Pallamaggio

PIARDA. La piarda era un terreno vacuo, sgombro, che poteva essere coltivato, ma sul quale non si potevano costruire case per non impedire od ostacolare la difesa delle mura cittadine in caso di assedio.
Lo Statuto e regolamento del 1264 contiene alcune restrizioni:
“Statuimus quod nemo edificet propre murum civitatis per decem octo pedes (diciotto piedi) sine verbo potestatis et consilii, et quod ille domus que sunt, removeantur et tollantur vias”.
Più semplice la norma successiva: “quod nulla persona debeat sapare, nec cavare, nec laborare, nec piantare, nec edificare piardas Civitatis, et qui confracerit perdas 6 soldos pro quoque e pro quoquia vice”.
In città esistevano molte “piarde”:dei conti Trissino in Ponte Furo al Carpagnon; la Piarda Giustiniani a San Francesco; Il Prato del Purgo a San Biagio; la Piarda Sesso a S.Pietro.

PIAZZA. PIAZZETTA. PIAZZALE. PIAZZOLA. Il significato di piazza è quello di un luogo pubblico scoperto, con ampio spazio dentro alla città o paese, circondato da edifici. Il toponimo fu introdotto dalla Commissione Toponomastica incaricata Piazzetta all’ Oratorio di San Nicola

PORTICI. La denominazione portici era molto usata nel passato, specialmente nelle città Venete. Non conosco l’origine del portico, forse un accessorio in più che ha permesso un’aria raccolta e amichevole, intima per quattro ciacole, ma anche di comodità e sicurezza, senza ricorrere come adesso a tettoie o anfetazioni. I Portici di Monte Berico opera di Francesco Muttoni, sono una meravigliosa copertura di un percorso verso il Santuario Mariano che non ha uguali al Mondo.

QUARTIERE. E’ la quarta parte di una città. A Venezia il sestiere. A Vicenza, la divisione in quartieri fu eseguita nel 1264 e riportata nello Statuto dal Podestà Rolando de Henglesco padovano, con il contributo di quattro cittadini ”nobiles, providi e discreti” scelti nei quartieri. Nell’art. 42 dello Statuto furono iscritti: Il Quartiere del Domo, di San Pietro, Santo Stefano, Porta Nova. Con l’espansione urbanistica della città e le numerose famiglie che arrivarono a Vicenza città per lavoro, i quartieri aumentarono di numero così Vicenza Nova, dei Ferrovieri, il Quartiere XXVIII ottobre, dello Stadio, dell’Unità Nazionale.

SALESA’. In dialetto significa selciato, cioè una pavimentazione in pietra o sassi, non più in uso. In Viale Trento, all’altezza dell’Osteria La Bissa finiva la pavimentazione in ciotoli detta Salisada. In Corso Padova un’antica Osteria era denominata al Sasso.

STRADA. Tecnicamente è lo spazio di terreno preparato e reso piano e sodo con acciotolato o con lastricato o con massicciata edestinata al pubblico per andare da luogo a luogo. Per i romani La Strata est via in qua lapides strati sunt, ut sunt viae in urbis, et olim omnes viae quae ab urbe Roma in alias Italiae urbes ducebant.

VIALE. Stradone o strada diritta e lunga con alberi da una parte e dall’altra,ombrosa, amena e grata al passeggio.

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