Il discorso sullo stato dell’Unione Europea della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

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Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen

(Fonte The Vision) Cosa è successo: Mercoledì mattina, di fronte al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tenuto il suo secondo discorso sullo Stato dell’Unione.

Perché è importante: Il discorso sullo Stato dell’Unione ricalca l’idea di quello tenuto ogni anno dal Presidente degli Stati Uniti al Campidoglio di Washington, per fare il bilancio dell’anno appena trascorso e dare la linea programmatica di quello che verrà. Lo ha fatto anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen il 15 settembre, di fronte ai parlamentari europei. Secondo i politici e i giornalisti presenti il discorso non ha entusiasmato nei toni, ma è stato comunque denso di contenuti. Nessuno ha però potuto negare la posizione di forza con cui si è presentata von der Leyen, dopo il successo riconosciuto nel gestire l’emergenza Covid e risollevare l’economia degli Stati membri. Nell’ultimo anno, sotto la guida della Commissione, il 70% degli adulti europei è stato vaccinato – mentre la metà degli 1,4 miliardi di vaccini prodotti in Europa è stato ridistribuito con il resto del mondo, a differenza di quanto fatto da Stati Uniti e Gran Bretagna – e gli 800 miliardi di euro stanziati per il Recovery Fund hanno iniziato a essere inviati agli Stati che ne hanno fatto richiesta. Sulla Difesa comune europea von der Leyen ha messo due paletti: ha ribadito la collaborazione con la Nato e messo il punto sulla necessità di creare un Joint Situational Awareness Centre che raccolga i rapporti delle diverse intelligence europee e ne faciliti la condivisione tra i Paesi membri. Per la Presidente infatti, la debolezza dell’Europa non è dovuta a una scarsa capacità militare, ma a una mancanza di “volontà politica” causata dalla scarsa informazione. In campo economico (e strategico) von der Leyen ha annunciato il focus dei prossimi anni sui mercati e i partenariati con i Paesi asiatici, così come la volontà di investire nell’industria fondamentale dei chip, dove la dipendenza dalle forniture di Cina e Taiwan è emersa in modo drammatico nei mesi della pandemia. Sul tema ambientale, la volontà della Commissione è quella di investire almeno 4 miliardi di euro in finanza climatica, in modo da favorire la transizione verde anche nel resto del mondo.

La nostra visione: I sondaggi dicono che dopo l’ultimo anno il 65% dei cittadini europei è “molto fiducioso” o “tendenzialmente fiducioso” sulle future scelte dell’Unione europea. Von der Leyen lo sa e lo ha dimostrato durante la sua ora di intervento davanti al Parlamento europeo. In un discorso che alcuni osservatori hanno bollato come “noioso” o “poco ispirato”, i toni roboanti di una parte della classe politica hanno lasciato il posto a proposte concrete e strategiche per il futuro dell’Unione. Senza dubbio su alcuni dossier come immigrazione e gestione delle frontiere esterne l’Europa può e deve fare di più, ma per come è strutturata il compito non ricade sulla Commissione di von der Leyen, ma sui governi degli Stati membri. La Commissione ha dato loro alcuni strumenti indispensabili, adesso è il loro turno di essere all’altezza delle aspettative dei cittadini europei.