La lotta alla tratta chiede l’impegno di tutti

101

I numeri parlano chiaro e sono sconfortanti. Nel mondo il numero delle vittime della tratta di essere umani è in aumento. Lo dice l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) nel rapporto globale 2018 viene presentato lo scorso gennaio a Vienna. L’Ufficio nel 2016 ha rilevato più di 24.000 casi di tratta: le informazioni provengono da 142 Paesi, che hanno segnalato il numero di vittime accertate e delle condanne a carico dei trafficanti.

Il 30% degli schiavi di oggi è rappresentato da bambini, mentre in generale lo scopo principale della tratta resta lo sfruttamento sessuale, con circa il 59% dei casi.

“Bambini soldato, lavoro forzato, schiavitù sessuale: la tratta di esseri umani ha assunto dimensioni orribili da quando gruppi armati e terroristi la utilizzano per diffondere paura e ottenere vittime da offrire come incentivi per reclutare nuovi combattenti”, ha dichiarato durante la presentazione del rapporto il direttore esecutivo dell’Unodc Yury Fedotov.

Una piaga mondiale, dunque, contro la quale si impegna anche la Caritas Diocesana Vicentina.

Lo fa attraverso il proprio braccio operativo, l’Associazione Diakonia Onlus, che ha aderito al bando della Commisione Europea “Amif Asylum, Migration and Integration Fund”. Non lo ha fatto da sola, ma con una squadra che ha visto come capofila la Comunità Papa Giovanni XXIII.

Il progetto approvato dalla Commisione si chiama “Right way- Building Integration pathways with victims of human trafficking” e, oltre alla Comunità Papa Giovanni XXIII alla Caritas Berica, vede la partecipazione di Comunità Progetto Sud Onlus dell’Arcidiocesi di Pescara – Penne,  Fondazione Caritas Senigallia Onlus, Farsi Prossimo, Fondazione Diocesana Caritas Trieste Onlus e International Catholic Migration Commission Europe VZW.

“E’ motivo di speranza constatare che la commissione europea riconosce problematiche di cosi grande portata e crea occasione di reti locali assicurando i finanzi amenti necessari per progetti di inclusione- afferma il direttore di Caritas Diocesana Vicenza don Enrico Pajarin-. Sono infatti le associazioni e gli enti territoriali i primi ad essere quotidianamente a stretto contatto con i problemi delle persone che erano state ridotte in schiavitù e che ora stanno faticosamente tentando di intraprendere un nuovo cammino di vita. Questi bandi, assieme al 5×1000 all’Associazione Diakonia onlus, all’8×1000 alla Chiesa cattolica e alle donazioni di numerosi sostenitori vicentini, per noi fonti importanti di supporto ai nostri progetti”.

Tratto dal numero di domenica 12 maggio