La Nazionalità, non è solo indossare la maglia azzurra

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La Nazionalità è l’insieme degli elementi caratteristici che distingue un gruppo etnico e cioè: la storia, la lingua, la religione, le tradizioni, la cultura, la scuola, l’arte, la gastronomia. In Italia, il termine è impropriamente usato come sinonimo di cittadinanza che è, invece una cosa diversa. La cittadinanza è una condizione della persona fisica alla quale l’ordinamento giuridico italiano riconosce la pienezza dei diritti civili e politici. La cittadinanza italiana è basata sullo ius sanguinis

Una parte dei politici di sinistra sentenzia che nostro nostro Paese, si deve passare dal principio dello ius sanguinis per cui chi è figlio di italiani è italiano; allo ius soli chi nasce in Italia diventa italiano. Personalmente, non posso essere d’accordo.
Io sono orgoglioso di essere di Italiano è un merito, che ci siamo guadagnato, non solo per nascita, ma per partecipazione e conquista. Mio nonno, bersagliere ciclista, classe 1896 a 20 anni fu spedito sul Piave poi al Montello, si portò per tutta la vita una scheggia nella spina dorsale.

Mio padre classe 1920, fu inviato a spezzare “le reni alla Grecia” fatto prigioniero, internato in Germania, ritornò con la malaria, il tutto senza una lamentela.

A suo tempo per entrare nei ruoli della P.A. prestai giuramento con la rituale formula “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.

Tanto basta! Lo Stato e il Governo dovrebbero essere i custodi del passato, assicurare il vivere presente, promuovere il futuro. Lo Stato e il Governo devono essere i garanti della sicurezza interna ed esterna dei cittadini, a norma della Costituzione. Per non dimenticare chi siamo.