L’Italia dei paesini si ribella al Dpcm: “togliete divieto spostamenti a Natale”

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lettera a babbo natale

Salvate il Natale dei piccoli comuni. Lo chiedono a gran voce molti sindaci e alcuni presidenti di Regione, convinti che ci siano i margini per correggere l’ultimo decreto del governo. La decisione di vietare gli spostamenti tra comuni, anche minuscoli, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, è senza dubbio la più contestata tra le misure anti Covid delle feste.

C’è chi ha scritto direttamente a Palazzo Chigi per chiedere un ripensamento. Per ultimo, ieri, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, che ricorda come l’88% dei Comuni piemontesi abbia meno di 5mila abitanti: «Chi ci vive non riesce a comprendere perché sia impossibile spostarsi di pochi chilometri per raggiungere i propri cari e celebrare il Natale in famiglia», spiega nella sua lettera a Giuseppe Conte. E sostiene che si possa consentire, senza rischi sanitari, il ricongiungimento familiare «nel raggio della stessa vallata alpina o appenninica e all’interno di omogenee aree geografiche».

La stessa questione, non a caso, è stata sollevata, dagli altri governatori del Nord, tutti di centrodestra: dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a quello dal Veneto, Luca Zaia, fino a quello della Liguria, Giovanni Toti. Vorrebbero gestire loro, in autonomia, le eventuali restrizioni a livello locale durante le festività. E, nelle prossime due settimane, potrebbero alimentare lo scontro politico su questo terreno, anche a colpi di ordinanze. Del resto, sul tema è intervenuto personalmente Matteo Salvini: «Poter uscire dal proprio comune entro un raggio di 50 km sarebbe una misura di buon senso – ha twittato il leader della Lega -. Il Natale non è un lusso per ricchi: sì alla prudenza, ma no alla prigione». Anche un gruppo di sindaci leghisti della provincia di Brescia ha scritto a Conte per attaccare una «scelta superficiale che rischia di trasformarsi in una discriminazione ai danni di una cospicua parte della popolazione».

Parliamo di più di 12 milioni di italiani. Sono quelli che vivono nei Comuni sotto i 5mila abitanti, che poi sono i due terzi del totale. I cui sindaci «amministrano più della metà del territorio nazionale», sottolinea Massimo Castelli, sindaco di Cerignale, in provincia di Piacenza, e coordinatore nazionale dei piccoli comuni dell’Anci: «Poche persone distribuite in un territorio molto ampio, da noi il distanziamento è spesso una condizione di vita a prescindere dal Covid- ironizza – per questo una misura del genere è anacronistica e semplicistica, a Roma non si rendono conto delle enormi differenze tra Comuni grandi e piccoli».

L’esempio ricorrente è quello che paragona i milioni di romani o milanesi, autorizzati a spostarsi per parecchi chilometri all’interno dei loro confini comunali, alle poche decine di abitanti di un paesino di montagna, a cui viene negata la visita ai parenti che magari abitano a 800 metri di distanza, ma in un altro comune.

Senza dimenticare l’impatto su ristoranti e bar, che a Natale Santo Stefano possono restare aperti a pranzo, ma solo per una risicata clientela di residenti. Castelli ha ricevuto molte telefonate dai colleghi e appelli a farsi sentire con il governo, che per ora ha previsto deroghe al divieto solo per raggiungere anziani soli o persone non autosufficienti. «Al momento non si pensa ad allentamenti più generalizzati per i comuni sotto i 5mila abitanti» fanno sapere dallo staff del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. La mediazione è affidata al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, con l’obiettivo di definire ulteriori eccezioni o un diverso criterio, su base chilometrica. «Un supplemento di riflessione è doveroso, c’è tempo per ritarare questo provvedimento – dice Castelli -. Si potrebbe aprire agli spostamenti solo per il giorno di Natale, che è la festa più sentita dalle famiglie: tenere i figli lontani dai genitori sarebbe una sconfitta nella battaglia al virus». I sindaci, inoltre, non nascondono le inevitabili difficoltà che si presenteranno sul fronte dei controlli, da predisporre «in comuni che si intersecano gli uni con gli altri, dove i confini sono relativi – spiega ancora Castelli – e ci si conosce un po’ tutti: la vedo difficile che le nostre polizie municipali si mettano a fare multe alle persone perché percorrono uno o due chilometri per andare a trovare i nonni».

Niccolò Carratelli su La Stampa