Liti temerarie e diffamazione, ddl slitta ancora. Di Nicola (M5S) accusa Casellati, ma anche il partito di Renzi frena

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senato ddl diffamazione e liti temerarie foto del senatore M5S Primo Di Nicola

Nadja Bartolucci su Primaonline

Nuova fumata nera per i ddl su liti temerarie e diffamazione, da tempo pronti per l’esame dell’aula del Senato, ma nuovamente cancellati dall’agenda dei lavori dell’assemblea. E senza sapere quando saranno reiseriti. Per entrambi i provvedimenti, legati da un patto di maggioranza in base al quale devono ricevere il primo via libera dal Senato con un esame parallelo, si tratta dell’ennesimo rinvio ai box, basti pensare che le liti temerarie erano entrate nel calendario dei lavori di Palazzo Madama la prima volta lo scorso 16 gennaio. Poi una serie di impedimenti e urgenze, Covid in testa, ha tenuto via via sospeso il ddl a prima firma del senatore Primo Di Nicola (M5S), fino ad essere reinserito nell’agenda la scorsa settimana. Ma niente da fare: anche stavolta il prolungarsi dei lavori ha fatto slittare i testi a una nuova data da definirsi. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che stila il calendario dei lavori dell’aula, ha disposto che questa settimana l’assemblea non si riunirà per dare spazio ai lavori in commissione e che in quella successiva sarà impegnata con i decreti legati all’emergenza Covid. Dura la reazione del senatore Di Nicola. “La presidente Casellati lamenta che il Parlamento svolga un ruolo subalterno all’esecutivo, dovendo incentrare i suoi lavori solo sui provvedimenti governativi. Questa era una buona occasione per dimostrare che quando ci sono ddl parlamentari il lavoro va portato fino in fondo. Si è persa un’occasione importante, dando un pessimo segnale. In questo caso il governo non ha colpe, perchè ad abdicare al proprio compito è stato il Senato” ha dichiarato Di Nicola. Ma intanto anche nel merito si evidenziano alcuni strappi nella maggioranza. Italia Viva a firma del senatore Giuseppe Cucca ha presentato in aula una serie di proposte di modifica al ddl sulle liti temerarie, che riduce notevolmente la somma che sanziona nei procedimenti di risarcimento danni per diffamazione a mezzo stampa chi agisce con dolo, malafede o colpa grave. Un passo che non ha mancato di suscitare malumore, visto che sul provvedimento si è a lungo discusso in commissione, dove le sanzioni erano già state dimezzate rispetto alla formulazione originaria, trovando un nuovo punto di equilibrio che ora viene rimesso in discussione. L’esame in aula chiarirà se queste tensioni saranno rientrate o meno.