Maria Fogazzaro, petizione comunale a Vicenza per intitolare una via alla figlia di Antonio Fogazzaro: la sua storia in aiuto degli altri

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Antonio Fogazzaro e la figlia Maria
Antonio Fogazzaro e la figlia Maria

La richiesta di intitolare una via per Maria Fogazzaro compare tra le petizioni online pubblicate dal Comune di Vicenza e si può firmarla fino al 13 settembre 2023. Proponente è Emanuela Bortolaso ed è stata sottoscritta anche dall’ex consigliere comunale Ciro Asproso. La petizione chiede all’amministrazione comunale di intitolare una via alla figlia di Antonio Fogazzaro in quanto Maria visse una storia singolare.

“Strano che non si sia mai pensato di intitolare una via a Maria – affermano i proponenti – Era stato richiesto alla passata amministrazione, senza esito. Vogliamo sperare che oggi si possa colmare questo vuoto. Da poco è stato pubblicato anche un libro su di lei: Memorie di una famiglia, un ritratto di Maria Fogazzaro di Luciano Cestonaro”.

Personaggio della buona società – si legge nella petizione e nel libro – ultima esponente di una famiglia ricca e famosa, diventò protagonista di scelte coraggiose. Dopo esser stata confidente e curatrice della memoria del padre, Maria fece di più: riuscì a risolvere quella che per il padre era stata una tensione spirituale e un’inquietudine che avevano caratterizzato la sua vita interiore e i suoi libri.

Maria affrontò critiche e disapprovazione del suo stesso ambiente, ma non si curò di chi voleva fermarla, ignorando i canoni della mentalità corrente e raggiungendo a caro prezzo lo scopo che si era prefissata cioè aiutare donne e uomini in difficoltà, creando delle strutture per accogliere molte persone.

Ancor oggi esiste un luogo da lei voluto, servizio rivolto a donne adulte, anche migranti, con minori o senza, in situazione di disagio e di abbandono con un bisogno temporaneo di ospitalità e protezione.

La notorietà di Maria Fogazzaro

Sull’enciclopedia Treccani si legge che si prodigò in favore dell’ondata di profughi giunti a Vicenza dai territori veneti soggetti all’Impero o occupati dalle truppe austriache e dei feriti ricoverati nella città. Fogazzaro, riservata e schiva nel compimento delle sue azioni benefiche, conobbe allora una larga e indesiderata notorietà. Fu eletta presidente del Comitato provinciale della Croce rossa (era infermiera volontaria fin dal 1910), fu a capo del Comitato femminile vicentino che dal 1914 organizzò le opere di assistenza della città, in particolare nei confronti degli emigranti rimpatriati, i disoccupati, le famiglie dei richiamati.