Matteo Berrettini, metodi di allenamento e gli obiettivi per il 2020

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Tennis, un'immagine
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Chi riesce a raggiungere alti livelli, in qualsiasi disciplina sportiva, è perché ha saputo trovare la forza per fare sacrifici e lavorare duramente in allenamento. Anche chi è baciato da madre natura in quanto a talento, per restare ad alti livelli deve allenarsi al massimo: è da questo aspetto che si riconoscono i veri campioni.

E anche Matteo Berrettini, stella italiana del tennis, si allena duramente per cercare di mantenere l’ottava posizione del ranking ATP. E nel 2020, cosa lo aspetta? Nell’intervista sul blog L’insider rilasciata al team delle scommesse online di BetWay, lui sogna ovviamente la vittoria di qualche prestigioso torneo e anche tutti i suoi tifosi sono pronti a puntare su un suo trionfo. Prima, però, c’è da allenarsi duramente per raggiungere un livello ancora più alto. I suoi segreti? Li ha raccontati Vincenzo Santopadre, ex tennista italiano che è diventato il coach di Matteo Berrettini.

Il rapporto di lavoro tra Santopadre e Berrettini ha preso il via nel 2011: un percorso lungo, faticoso e duro, ma che ha portato in dote dei risultati che in molti non si sarebbero mai aspettati. Santopadre ha subito messo in evidenza come il 2020 sarà un gran bel test per saggiare le qualità di Berrettini e per capire se si può ancora scalare il ranking ATP o meno. L’ambizione di migliorarsi sempre deve rimanere, così come deve emergere anche l’orgoglio di aver raggiunto questi livelli.

Se le potenzialità ci sono, serve seguire un programma di allenamenti costante e impegnativo, conservando tutti i valori che hanno portato Berrettini fino a qui. Work-out, ma anche riposo, perché nell’off-season è fondamentale staccare la spina, così come calcolare alla perfezione i tempi di recupero. Santopadre ha messo in evidenza come delle piccole pause sono molto importanti, in modo tale da gestire alla perfezione le proprie energie.

In tutti gli sportivi di successo, si può riscontrare un momento ben specifico della carriera che viene chiamato “turning point”, in cui qualcosa cambia e si fa uno step in avanti ben deciso verso le proprie legittime ambizioni. E, anche per Berrettini, c’è stato un punto di svolta, quando ha deciso che la sua vita sarebbe stata il tennis. Santopadre sottolinea in più di un’occasione quanti meriti di Matteo ci siano nel suo percorso da professionista fino ad ora. Il turning point? Tutto risale a quando Berrettini aveva solo 17 anni, ma già un grande senso di responsabilità, e prese la decisione di imparare a fare questo lavoro. Sì, perché fare il giocatore di tennis professionista equivale a svolgere un mestiere come tanti altri. Di conseguenza, da quel momento anche lo stesso Santopadre si è dovuto adeguare alle sue nuove necessità, potendo fortunatamente contare su un rapporto schietto e franco con Matteo.

Dando uno sguardo a cosa potrebbe riservare il 2020 a Matteo Berrettini, è chiaro che le aspettative del tennista azzurro sono molto alte. È inevitabile, perché ciò che ha raggiunto fino a questo momento, porta a pensare come risultati e prestazioni di alto livello siano ormai dietro l’angolo. Secondo Santopadre, per Berrettini la strada che è stata intrapresa è indubbiamente quella più corretta, ma c’è comunque da lavorare tanto per rafforzare alcuni aspetti, proseguendo nell’allenare le qualità, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano, ovvero quelle che fanno la differenza quando si scende in campo.