Meloni a testa in giù nel post di un prof di Ca’ Foscari, rettrice Tiziana Lippiello: “lo ha ritirato, basta insulti”

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post contro Meloni prof Sullam Venezia
post contro Meloni prof Sullam Venezia

Ha fatto scalpore il post, condiviso e criticato anche dall’assessore di Vicenza Mattia Ierardi, del professore associato di storia contemporanea Simon Levis Sullam in cui la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni appariva a testa in giù. In una libreria di Firenze infatti qualcuno ha capovolto i libri “Io sono Giorgia”, autobiografia di Meloni, con chiaro riferimento a Mussolini e piazzale Loreto. Sullam ha condiviso la foto aggiungendo la frase “nelle librerie Feltrinelli può succedere”. Il post di Sullam, come detto molto criticato, è stato rimosso, ma la tempesta social sollevata ha portato diverse persone a insultare pesantemente il professore, venendo quindi criticate a loro volta.

“In queste ultime ore ho constatato con sconcerto il preoccupante accrescersi, in rete, di dichiarazioni e commenti ai limiti dell’odio in relazione alla vicenda del post del prof. Sullam (prontamente ritirato). Al di là dell’episodio in sé, sul quale mi sono già espressa, mi auguro che si interrompa al più presto questa ignobile e allarmante catena di insulti e offese, a cui purtroppo sempre più spesso capita di assistere. L’odio non è tollerabile e l’Ateneo, pur ribadendo la propria estraneità all’iniziativa personale del prof. Sullam, condanna fermamente ogni forma di attacco, offesa o violenza a lui o a chiunque altro indirizzata” è per esempio il commento affidato a una nota della rettrice dell’Università Ca’ Foscari Tiziana Lippiello.

“Simon Levis Sullam ha ben chiarito l’equivoco che ha scatenato su di lui la bufera, dopo che aveva postato un commento ironico sulla foto del libro di Giorgia Meloni messo da qualcuno capovolto sullo scaffale di una libreria di Firenze (i commessi, appena accortisi, lo hanno rimesso nel verso giusto). Ovviamente, si può discutere del commento, non condividerlo, contestarlo anche aspramente. In democrazia i libri – tanto meno le persone – non si mettono “a testa in giù”, si leggono e nel caso si criticano (a viso aperto e a testa in su, come sa fare benissimo Levis Sullam). Quello che è successo, però, va molto oltre – scrive su Facebook l’attivista politico e ambientalista Gianfranco Bettin -. Tra le reazioni, insieme a quelle legittime, ve ne sono di inaccettabili e vergognose, a cominciare da quelle di chi, anche da ruoli istituzionali potenti, invoca il licenziamento di Levis Sullam, professore associato di storia a Ca’ Foscari – uno dei più autorevoli e rigorosi fra i giovani storici italiani, peraltro. Ma vi sono anche promesse di rappresaglie fisiche, offese rozze e brutali e dileggi e insulti antisemiti, postati e accettati sulle pagine fb di importanti esponenti politici della destra (“Sullam… un nome una garanzia…”, di G.I. – qui metto solo le iniziali -; R.Q. ironizza sulle sinagoghe; G.G.. “Non sapevo che i pipistrelli leggessero libri”; E.P. “Dal nome è una zecca importata”; E.A.S.: “Già il nome dice tutto…” ecc. – gli screenshot sono salvati). Colpisce anche che la legittima difesa del libro di Meloni venga da esponenti politici che non hanno esitato a chiedere la rimozione dalle biblioteche pubbliche di libri di autori di cui contestavano le opinioni politiche, o di libri di cui non condividevano il contenuto (perfino libri per l’infanzia premiati per il loro valore) o il taglio dei finanziamenti – conclude Bettin – alla ricerca storica che non rifletta le loro visioni”.