No al Recovery Plan per i profitti, Acerbo e Patta (Rifondazione Comunista): prima il lavoro, il pubblico, le persone

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Coronavirus e lavoro, la precarietà aggravata dalla quarantena
Coronavirus e lavoro, la precarietà aggravata dalla quarantena
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Sabato 15 maggio, scrivono nella nota che pubblichiamo i vertici del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea*, prende il via con presidi in tutta Italia la campagna di Rifondazione Comunista per dire no alle politiche neoliberiste del governo, in difesa dell’occupazione, dei salari, dei redditi e per la ricostruzione del pubblico.
La pandemia non ha cambiato nulla: il governo Draghi col Recovery Plan continua con politiche neoliberiste ad esclusivo sostegno dei profitti, affidando il destino del paese alle stesse logiche del mercato che hanno prodotto il disastro economico e sociale che la pandemia ha messo con forza davanti agli occhi di tutti.

Antonello Patta (PRC)
Antonello Patta (PRC)

I dati della Bce dicono che la disoccupazione reale in Italia va oltre il 25% e aumentano gli occupati il cui reddito è sotto la soglia di povertà. Precarietà, lavoro discontinuo o al nero, part time obbligatorio crescono e riguardano soprattutto giovani e donne che sembra non abbiano diritto al futuro.
Il pubblico è stato impoverito drasticamente nelle strutture e nelle risorse umane indispensabili per garantire servizi di qualità sia in tempi normali che per far fronte ad emergenze che stanno divenendo norma. I continui tagli alle protezioni sociali hanno ridotto in povertà milioni di persone. Pensioni al di sotto della soglia di sussistenza e crescita delle marginalità sociali sono il frutto avvelenato di decenni di politiche liberiste. A ciò si aggiunge una moltitudine di “normali” che nella crisi sono rimasti senza reddito.
Nel Recovery Plan del governo molti sono i miliardi destinati alle imprese per elevare la loro “competitività”, mentre non sono previsti interventi diretti per fronteggiare la disoccupazione, i bassi salari, incrementare le protezioni sociali. Si prevede di recuperare il numero di occupati del 2019 non prima di 3 anni e nello stesso periodo una riduzione dei salari e un calo dei consumi.
Si ammette che in Italia mancano 1 milione di dipendenti pubblici rispetto alla media europea, ma le proposte del governo prevedono al massimo il recupero del turnover, con contratti precari da chiudere con la fine dell’emergenza e non si ragiona su una riforma fiscale realmente progressiva che potrebbe garantire le entrate necessarie per avere welfare, redditi dignitosi, universalità dei diritti, cura delle persone, del territorio, dell’ambiente.

Sabato 15 maggio, nella prima delle tre giornate in cui si articolerà la campagna, diffonderemo le nostre proposte per un fisco giusto, una buona e piena occupazione, un lavoro e un salario dignitosi come previsto dalla Costituzione.

*Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile nazionale Lavoro
Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea