Perenne plebiscito per scegliere. Tra due facce della stessa medaglia

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Spesso mi accade di esprimere opinioni che all’interlocutore paiono essere in disaccordo con quelle sue, quando invece ne potrebbero essere spiegazione, completamento od evoluzione, venendo così frettolosamente respinte e catalogate come avversarie. Sto meditando a cosa sia dovuto questo automatismo, che invero assistiamo ripetersi sistematicamente in tutte le reti di comunicazione e confronto, qualsiasi sia chi vi partecipi.

Una prima causa può essere la maniera con cui il tempo sia considerato nell’epoca contemporanea, con i suoi ritmi produttivi sfrenati e con le sue immani ritualità consumistiche che allo stesso modo fanno ingurgitare ed espellere concetti, informazioni e riflessioni.
Una seconda può essere dovuta all’impostazione plebiscitaria, tipica dei nostri giorni, che oltre a sembrare di avere esteso il potere a chiunque, ha sempre visto formarsi fazioni che sostengono bisogni e sentimenti immediati e viscerali, le quali ben presto, dopo la cattura del consenso, si difendono da idee e persone ritenute estranee, anche se non necessariamente antagoniste, respingendole, temendo una sorta di perdita del consenso, ma perdendo così un possibile contributo ad una più profonda comprensione dei motivi che hanno generato quei bisogni e quei sentimenti immediati e viscerali, precludendo anche il pieno e risolutivo successo a quella fazione che più rappresenta la comunità. Mi riferisco, per appiattirmi su temi di maggiore attualità, agli impulsi di separatismo territoriale, ai contrasti alle politiche immigratorie ed alla introduzione di protezioni economiche e di sicurezza.
Fatto sta che per queste e per altre ragioni ci troviamo in un perenne plebiscito anche quando non siamo chiamati alle urne.
Vorrei però mettere in guardia tutti perché, attraverso la superficialità o la saccenteria o con l’opportunismo o la collusione che possono giungere alla compravendita, chi veramente detiene il potere, cioè la finanza, ha buon giuoco, come sta facendo e come ha fatto nel passato, nel costruire alternative plebiscitarie che in realtà alternative non sono, bensì solo descrizioni, non modi di vita, differenti. Così ci viene propinata una sola medaglia della quale possiamo scegliere una delle due facce.
Molti sono gli esempi di queste finte alternative. In attesa che si svelino le prossime, Salvini, Di Maio, un presumibile (quanto da me inauspicato) redivivo Renzi, vorrei ricordarne due delle più recenti, come il centro-destra opposto al centro-sinistra con i suoi campioni, ora in pantofole, Berlusconi, Bossi, Bersani, Prodi. L’altra è tutta da svelare invece, almeno per chi ricorda e chi ha la mente sufficientemente aperta; è la fasulla e terrorizzante contrapposizione tra USA e URSS, che pareva morta e sepolta nel 1989 e che ora si sta restaurando con il grande carisma di Putin.

Silvio Destro

Associazione culturale Contra Tenebras