Petagna, Ad di Sorgente Sein: il gruppo che fa capo a Valter Mainetti è ora impegnano nella transizione green

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Carlo Petagna, ad Sorgente Sein (Autore: PAOLO CENCIONI)
Carlo Petagna, ad Sorgente Sein (Autore: PAOLO CENCIONI)

La sfida della transizione energetica, che vede impegnate imprese, privati e comunità sempre più orientate verso un maggior rispetto dell’ambiente, riceve un ulteriore impulso dall’elezione di Biden a presidente degli Stati Uniti (primo lancio il 1° febbraio, aggiornamento 18 settembre, ndr).

Prof. Valter Mainetti Ceo di Sorgente-Group
Prof. Valter Mainetti Ceo di Sorgente-Group

Nella “svolta green” il Gruppo Sorgente intende giocare un ruolo attivo per contribuire entrando nel settore dell’energia pulita e accelerando l’innovazione nel settore immobiliare. Carlo Petagna, Ad di Sorgente Sein (Società per l’Energia e le Infrastrutture) – una realtà specificamente dedicata al mondo della produzione di energia pulita e alle infrastrutture sostenibili – in questa intervista delinea le recenti prospettive del gruppo che fa capo a Valter Mainetti.

Infatti secondo Carlo Petagna il Sorgente Group ha maturato una  capacità di impostazione e di gestione di progetti complessi, anche sul piano del contesto relazionale, che è la chiave di successo per iniziative legate oggi al cambiamento.

In questo difficile momento storico dominato dalla crisi pandemica, è possibile che la scelta strategica fatta dal Gruppo risulti troppo azzardata o comunque di difficile realizzazione?

Pur nella complessità e criticità della situazione generale, i leader mondiali sono decisi a intensificare le azioni globali a favore della natura e a confermare la determinazione per la messa a punto di un nuovo ambizioso quadro globale in materia di biodiversità, tema che sarà, fra l’altro, al centro dei lavori in occasione della 15ª conferenza delle parti (COP15) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, che è stata riprogrammata in Cina per il prossimo mese di maggio, con uno slittamento di oltre sei mesi rispetto alla data prevista a causa, proprio, della pandemia.

La strategia dell’UE sulla biodiversità, adottata dalla Commissione europea nel maggio 2020, traccia un’agenda ambiziosa per l’UE a livello interno, ma anche sul piano globale. Ribadisce la determinazione dell’UE a dare l’esempio nell’affrontare la crisi mondiale della biodiversità e ad elaborare un nuovo ambizioso quadro globale delle Nazioni Unite sulla biodiversità in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità del 2021. Il piano prevede obiettivi generali a lungo termine per la biodiversità, per fare sì che entro il 2050 gli ecosistemi mondiali siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti, ambiziosi obiettivi globali per il 2030, in linea con gli impegni proposti dall’UE e, infine, migliori modalità di attuazione in settori quali la finanza, le capacità, la ricerca, il know-how e la tecnologia.

In questo panorama riteniamo che sia proprio questo un momento opportuno per dare seguito alla nostra scelta, anche in ragione di una ampia disponibilità di capitale per interventi in chiave ESG, a seguito di una maggiore propensione degli investitori verso iniziative di economia reale che comportino anche effetti benefici sul clima e sul sociale.

In particolare qual è  il vostro approccio complessivo alla transizione energetica?

Innanzitutto è opportuno fare una prima considerazione sul tema della integrazione energetica a livello di Sistema. Occorre interpretare il concetto come un unicum che vede intersecarsi far loro diversi ambiti, dai vettori di energia alle infrastrutture per finire con gli utilizzatori finali, siano essi industriali o retail, che devono essere interconnessi con legami sinergici tutti finalizzati al raggiungimento di un obiettivo comune che è la riduzione di emissioni nocive in atmosfera e la creazione di sistemi di ampia fruizione di energia pulita che risultino efficienti e sicuri. Il tutto con un costo accessibile a una vasta platea e comunque sempre competitivo. Occorre dunque ripensare profondamente alcuni paradigmi concettuali e mettere mano concretamente ai modelli di business esistenti per dare vita a nuove catene del valore che si contrappongano al concetto di silos separati e indipendenti ma che, al contrario, consentano di connettere in modo virtuoso le fonti di energia e gli end-user, anche e soprattutto in una logica di produzione distribuita.

Quali sono gli elementi fondanti su cui si basa la vostra strategia di sviluppo?

La nostra strategia è fondata su tre principali elementi, fra di loro fortemente complementari:

  • Prima di tutto il concetto di “circolarità”, secondo il quale non vi deve più essere spreco alcuno e i prodotti o l’energia penetrata devono integrare o sostituire i cicli industriali più inquinati.
  • Sostenere l’impiego di energia elettrica pulita prodotta da fonti rinnovabili in settori rilevanti come i trasporti, le costruzioni e l’industria che ancora sono fortemente dipendenti dalla “produzione fossile”. Questo anche in relazione alla progressiva diminuzione dei costi di produzione di energia pulita.
  • Promuovere comunque carburanti a basso contenuto di carbonio, come ad esempio i biofuel e l’idrogeno, in settori come il trasporto pesante e alcuni tipi di industria, che risultano più difficili da “decarbonizzare”, promuovendo al massimo progetti innovativi.

Nelle scelte tattiche che state portando avanti in che modo sono rispettate le indicazioni contenute nel recente report sullo “stato” dell’Unione Europea?

La Commissione ha adottato la relazione 2020 sullo stato dell’Unione dell’energia la prima dall’adozione del Green Deal europeo, che esamina il contributo dell’Unione dell’energia agli obiettivi climatici a lungo termine dell’Europa, in particolare concentrandosi su cinque dimensioni chiave:

  • decarbonizzazione;
  • efficienza energetica;
  • sicurezza energetica;
  • mercato interno dell’energia;
  • ricerca, innovazione.

La relazione contiene anche orientamenti sulla rapida attuazione dei piani nazionali per l’energia e il clima e sulle modalità per stimolare la ripresa economica dell’UE grazie alle riforme e agli investimenti in ambito energetico. Tutti questi aspetti hanno naturalmente rappresentato altrettanti importante elementi di riferimento per la elaborazione del nostro nuovo piano industriale, con particolare enfasi sui primi due punti, che rappresentano quelli di maggiore interesse in chiave di realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia pulita.

Quali risultati sono stati raggiunti al momento in Italia?

A di là dei risultati, che comunque anche nel nostro paese sono ormai diventati importanti, rileva il fatto che ad oggi il 90% degli italiani è d’accordo sul fatto che ognuno di noi possa fare molto per proteggere l’ambiente e dare avvio alla svolta di sostenibilità di cui il nostro pianeta ha bisogno. Lo testimonia anche il fatto che il 44% degli italiani si impegna in modo concreto nella lotta al cambiamento climatico anche riducendo gli acquisti di prodotti con imballaggi eccessivi e altamente inquinanti. Esiste una schiacciante maggioranza del 72% che sarebbe disposta a ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta mentre più di 6 su 10 considerano possibile rinunciare, o comunque ridurre significativamente, l’utilizzo dell’aria condizionata.

Da quanto emerge da una indagine Coldiretti, sul fronte della gestione dei territori, il 52% ritiene urgente potenziare la raccolta differenziata che sarebbe la scelta preferita da 8 italiani su 10 rispetto alla presenza di un termovalorizzatore.

Per migliorare la situazione ambientale il 59% degli italiani ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita. Tra le produzioni energetiche sulle quali dovrebbe puntare il nostro Paese 7 italiani su 10 si schierano per quella solare, il 32% punterebbe sull’idroelettrico e un altro 10% sulle biomasse. Mentre oltre il 60% si dice molto o abbastanza favorevole a sovvenzionare le rinnovabili: dal fotovoltaico al biogas.

Quali sono le opportunità di business che ad oggi vedete come più concrete?

Innanzitutto direi quelle legate al tema della economia circolare e agli impianti di produzione di biofuel avanzati (in particolare biometano e biodiesel) che beneficiano anche di importanti meccanismi di incentivazione. Sul primo fronte siamo impegnati, insieme a un partner industriale di primo livello, nel lancio di una importante iniziativa, con un focus geografico iniziale sia italiano che europeo, per la realizzazione di otto impianti per la produzione di pallet per il trasporto delle merci interamente da legno riciclato, a loro volta riciclabili all’infinito. A regime, i soli primi 4 impianti utilizzeranno circa 300.000 tonnellate di rifiuti legnosi all’anno, consentendo di evitare il taglio di oltre 800.000 alberi. Per quanto riguarda il biocarburanti, stiamo avviando la realizzazione dei primi impianti biometano (localizzati in Sardegna) e stiamo finalizzando un importante progetto di impianti, sempre in Italia, per la produzione integrata di biodiesel da rifiuti plastici e di biometano da scarti agroalimentari. Infine, negli Stati Uniti, siamo impegnati nel primo avvio di un importante progetto di sostegno alla transizione energetica della aziende manifatturiere che sarà gestito attraverso un fondo specializzato, denominato Sorgente Impact Energy Fund, destinato ad accogliere anche altre iniziative attualmente in fase di analisi di fattibilità.

Da ultimo, la svolta green del Gruppo Sorgente deve essere interpretata come il segnale di una progressiva uscita dal mondo immobiliare?

Palazzo del Tritone a Roma - sede di Sorgente Group
Palazzo del Tritone a Roma – sede di Sorgente Group

Assolutamente no. Innanzitutto, come già detto, le tematiche ambientali possono e devono trovare un importante punto di atterraggio nel mondo immobiliare. I primi segnali ci sono tutti ma sempre di più, anche nel nostro paese, sarà necessario concepire gli immobili come asset dotati, fra le alte, di caratteristiche concettuali e tecnologiche in grado renderli sempre più efficienti se non addirittura carbon positive. Ho voluto porre l’accento sul tema concettuale perché è proprio dall’inizio, ovvero dal concept di un nuovo edificio, che si può riuscire a massimizzarne l’efficienza energetica contenendone i costi di implementazione molto più di quanto si può fare intervenendo ex post su un edificio progettato secondo paradigmi tradizionali. Il Gruppo è ancora attivo nel real estate su due principali fronti: in Italia stiamo portando avanti iniziative di sviluppo greenfield dove risulta evidentemente maggiore la possibilità di effettiva creazione di valore, mentre negli Stati Uniti stiamo curando l’avvio di una iniziativa molto rilevante anche in termini dimensionali che ha come obiettivo la creazione di un portafoglio di immobili iconici che saranno gestiti da Sorgente attraverso un fondo dedicato. Tutto questo, nel solco della tradizione del Gruppo Sorgente, con un importante tocco di modernità (che renderà il tutto ancora più appetibile per gli investitori che intenderanno rinnovare la loro fiducia) volto a creare un prodotto che potremmo definire New Iconic, nel senso di una asset class innovativa di alta gamma in grado di unire in modo ottimale le caratteristiche peculiari di immobili a forte valenza storico-artistica alle più recenti e significative opportunità offerte dalla tecnologia in termini di Smart & Efficient buldings.