PITESAI, nuove trivellazioni gas. Cristina Guarda: “Il Veneto non è salvo. Basta bufale da questo Governo.”

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PITESAI, apre a nuove trivellazioni per il gas
PITESAI, apre a nuove trivellazioni per il gas

“Il PITESAI è il de profundis della transizione ecologica. Nemmeno il mercato giustifica l’aumento dell’estrazione italiana di gas: tanti rischi ambientali e sociali per una quantità irrisoria.”  Dopo lunga gestazione è stato approvato il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PITESAI).

Cristina Guarda, consigliere regionale del Veneto per Europa Verde
Cristina Guarda, consigliere regionale del Veneto per Europa Verde

Un documento fortemente voluto dal Ministero per la transizione ecologica e che molte critiche sta sollevando. Sul tema interviene la Consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda: “Il Governo del PNRR e della Transizione ecologica dà il via libera alla ripresa delle trivellazioni e quindi alla estrazione di idrocarburi. Tutto questo per portare la produzione nazionale di gas da 3,5 a 7 miliardi di metri cubi al fine di fronteggiare il caro-bollette. Peccato si stia parlando di una quantità irrilevante rispetto al consumo reale di gas nel nostro Paese, con   impatto scarsamente significativo sui costi, peraltro determinati a livello europeo. Per il Veneto, al momento, sembra esclusa l’area di riserva naturale che dista solo 40 km da Venezia, ma in realtà il PITESAI non scarta le aree di retrocosta depresse, ossia quelle che già hanno subito gli effetti della subsidenza o perché sottoposte a bonifica, come le zone a monte della strada Romea o adiacenti al Taglio del Sile. Quindi il Veneto non può dirsi affatto salvo da nuove estrazioni, a essere in pericolo sono aree già a grave rischio di subsidenza e sotto il livello del mare; è bene ricordare come il cedimento di 1 millimetro risulterebbe irreparabile e dannoso non solo per l’ambiente, ma anche per le comunità che abitano le zone limitrofe”.

Dalla Consigliera verde un monito: “La Regione non può restare a guardare e ignorare la scelta rischiosissima di non interdire l’attività in aree depresse: avrebbe dovuto presentare osservazioni come hanno fatto altri perché le nostre coste e la nostra laguna vanno tutelate con coraggio. I partiti che risiedono in Consiglio regionale non possono dichiararsi a favore delle energie rinnovabili a Venezia per poi invece sostenere le trivellazioni di idrocarburi a Roma. L’ambiente non vive delle nostre contraddizioni, ma di politiche a favore dell’energia pulita.”