Plateatici in centro storico a Vicenza, procedura più snella per tavolini, sedie e ombrelloni

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Per bar, ristoranti, caffè e pizzerie del centro storico da oggi sarà più veloce e agevole il rilascio dell’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico con tavolini, sedie e ombrelloni. Comune di Vicenza e Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio di Verona hanno infatti siglato stamane un accordo quadro annuale, frutto di un paio d’anni di ripetuti incontri e contatti tra i rispettivi uffici, che stabilisce a monte le linee guida per dehors e attrezzature, rendendo così più facile e snello il lavoro della Commissione tecnica comunale, che, peraltro, non sarà più costretta a richiedere il parere alla Soprintendenza per ogni singola domanda.
L’accordo infatti – che è stato presentato questa mattina a Palazzo Trissino dall’assessore alla semplificazione e innovazione assieme al soprintendente Fabrizio Magani – definisce non solo le dimensioni e le collocazioni più opportune, ma anche i criteri cui tavolini, sedie, poltroncine, panche, pedane e ombrelloni devono conformarsi in termini di materiali, forme e finiture.
Tutto trae origine dal codice dei beni culturali del 2004, in cui si stabilisce che le pubbliche vie, le piazze, le strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico e storico costituiscono beni culturali da tutelare ai fini della conservazione del patrimonio artistico e del decoro urbano. Tutti gli interventi e le occupazioni di suolo pubblico vanno pertanto autorizzati preventivamente dalla Soprintendenza, mentre sulle concessioni per l’occupazione temporanea del suolo pubblico con arredo urbano si deve esprimere la Commissione tecnica comunale, che comunque trasmette le richieste alla Soprintendenza per un parere preventivo.
Di qui la volontà di Comune e Soprintendenza di cambiare modus operandi nel segno della trasparenza, della semplificazione e della razionalizzazione del rilascio delle autorizzazioni, attraverso la definizione di linee guida condivise. Nell’accordo è comunque poi previsto che periodicamente, ogni sei mesi, il Comune trasmetterà le autorizzazioni concesse alla Soprintendenza, per un controllo a campione.
I vantaggi sono evidenti per tutte le parti coinvolte, a partire dal disporre di un documento pubblico, chiaro e sintetico: per i titolari di bar, ristoranti e pizzerie nel veder accelerati i tempi per ottenere l’autorizzazione; per la Soprintendenza, che non viene gravata di incarti da esaminare per ogni singola richiesta di plateatico; per il Comune, che avrà a disposizione uno strumento che gli permetterà di applicare in modo uniforme i criteri di concessione.
Il soprintendente Magani – che ha precisato si tratti di un preaccordo, rivedibile e perfezionabile in vista di una trasformazione in accordo vero e proprio – ha sottolineato peraltro come questo documento, molto asciutto, non sia molto diffuso nel territorio, anche regionale, con l’augurio quindi che, in caso funzionasse, possa essere preso ad esempio da altre amministrazioni. Ha riconosciuto inoltre lo sviluppo del turismo culturale a Vicenza, nonché una certa maturità amministrativa sulla tutela del paesaggio urbano, necessaria per snellire i percorsi autorizzativi. Magani infatti ha parlato di tutela attiva, capace cioè di tenere conto anche dei bisogni della comunità e di rispettare gli interessi di chi lavora.
Nel dettaglio, le linee guida, alla voce ubicazione e dimensione dei dehors, stabiliscono tra le altre cose che la lunghezza non dovrà superare il fronte strada di pertinenza, incrementabile al massimo del 20% e comunque per non più di tre metri. Gli elementi di arredo urbano inoltre devono inserirsi armoniosamente nel contesto e non devono occultare la vista dei beni culturali, devono essere totalmente reversibili e rimossi in periodi di inattività prolungata, e avere tempi di posa il più possibile ridotti.
Quanto alle attrezzature, queste dovranno essere coerenti con la percezione cromatica del contesto, le pedane opportunamente delimitate e dotate di rampe, interne al perimetro, per garantire l’accessibilità alle persone disabili. Elevata qualità formale, costruttiva e di materiale è poi richiesta per tavolini e sedute, e gli ombrelloni dovranno essere in tinta unita, privi di scritte e loghi pubblicitari, con un solo punto di appoggio e con ingombro a base quadrata.
Infine l’illuminazione interna del plateatico è concessa solo qualora quella pubblica non sia sufficiente, e comunque con questa non dovrà contrastare né con quella specifica dei beni culturali presenti nelle vicinanze.