Qatargate, Alessandra Moretti: “Macchina del fango, io estranea, querelerò!”. Filtrano nomi del gruppo al centro dell’inchiesta

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Qatargate: Eurodeputata vicentina del Pd Alessandra Moretti
Eurodeputata vicentina del Pd Alessandra Moretti

Un “Club degli amici”, che all’interno del Parlamento europeo metteva in pericolo l’equilibrio della democrazia e nel cui elenco su Repubblica si fa cenno per il “Qatargate” anche ad Alessandra Moretti, eurodeputata vicentina .

Così gli inquirenti tratteggiano il nucleo di persone finito al centro dello scandalo Qatargate, fatto esplodere dal giornale belga Le Soir, e che è incentrato sulla corruzione nell’ambito dell’organizzazione dei mondiali di calcio in Qatar: con soldi contanti – si sospetta – si è voluto “ammorbidire” le critiche al Paese che ospita la competizione calcistica per via delle sue posizioni estreme sui diritti civili.

Chi sono? In gran parte italiane, le persone indagate hanno ruoli nel Parlamento europeo o ad esso sono in qualche modo collegati:

  • Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo del gruppo socialista, aveva lasciato il Pd per aderire ad Articolo 1, nato dalla scissione dal PD di un gruppo di dirigenti tra cui Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani.
  • Luca Visentini, segretario della Confederazione mondiale dei sindacati e già capo della Confederazione europea con un passato alla Uil.
  • Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo.
  • Francesco Giorgi, assistente parlamentare dei Socialisti e marito della Kaili.
  • Niccolò Figà-Talamanca, della Ong No Peace Without Justice, organizzazione legata a Emma Bonino.
  • La moglie e la figlia di Panzeri, entrambe arrestate a Bergamo sulla base di un mandato di cattura internazionale.

“La polizia belga – scrive Repubblica – ha trovato a casa di Panzeri e Giorgi, quindi, il malloppo”, ma in realtà anche a casa della Kaili: somme complessivamente per 1 milione e mezzo di euro.

“E sono convinti – prosegue il quotidiano – che non si tratti del prezzo della loro corruzione, ma dell’oggetto: Panzeri e Giorgi lavoravano infatti per conto del Qatar come lobbisti, non autorizzati, in Parlamento. Ed è possibile che quel denaro – in contante, che custodivano a casa – dovesse servire proprio a corrompere altra gente. Chi? Non è chiaro”.

Il quotidiano La Repubblica, sulla base di quanto finora emerso dalle indagini, allarga però il gruppo o “Cricca degli italiani” ad altri volti noti della politica, tutti fin qui non indagati, ma citati negli atti.

Tra questi, “il primo collegamento diretto stando alla ricostruzione degli investigatori – scrive ancora Repubblica – era l’europarlamentare del partito democratico Andrea Cozzolino, per il quale Giorgi lavorava. Mentre gli altri parlamentari vicini citati negli atti sono Eva Kaili, Maria Arena, il capogruppo del Partito democratico Brando Benifei e Alessandra Moretti“.

Quest’ultima – come è noto anche ai nostri lettori – è l’europarlamentare vicentina del Partito Democratico iscritta nei Socialisti & Democratici. In passato, alla Moretti sono stati attribuiti, senza alcuna conseguenza, altri inciampi per una raccolta di fondi elettorali da Banca Popolare di Vicenza e gruppo Maltauro, ma anche per la vicinanza ad un facoltoso imprenditore indiano noto a Vicenza per il crac della sua azienda.

Cosa c’entra la Moretti col Qatargate? Non è indagata, ma è emerso, secondo La Repubblica, che la procura belga avrebbe messo sotto sequestro l’ufficio di Francesca Garbagnati (anche lei non indagata), ex assistente di Panzeri e attualmente assistente parlamentare proprio della Moretti.

Sulla eurodeputata vicentina “pesa” inoltre un viaggio in Qatar compiuto nell’ottobre scorso con una Ong vicina al governo di Doha. “Gli investigatori stanno cercando traccia di questo viaggio”, sostiene Repubblica.

Ecco quanto la Moretti ha affidato a una agenzia stampa sul Qatargate: “L’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti, dopo aver annunciato querele riguardo agli articoli gravemente diffamatori di alcuni organi di stampa sugli episodi di corruzione al Parlamento europeo, ribadisce la propria
totale estraneità all’inchiesta in corso, per cui non risulta indagata così come nessuno
dei suoi collaboratori, rilancia le diffide a chiunque continui ad accostare il suo nome a tali gravissimi episodi corruzione.

Moretti spiega di aver sempre agito in totale trasparenza, secondo le regole del Parlamento europeo, ed è fiduciosa che l’inchiesta della procura belga non potrà che confermare tali affermazioni. Moretti precisa di essersi recata in Qatar con altri colleghi deputati per una missione ufficiale che aveva come oggetto la libertà di espressione, i diritti delle donne e dei rifugiati; tematiche che da sempre la vedono in prima linea.

Quello di Doha infatti non è l’unico viaggio a cui Moretti ha partecipato per occuparsi di diritti umani: essendosi recata per due volte lungo la rotta balcanica tra Bosnia e Croazia, con una Delegazione di deputati del Partito Democratico per verificare la situazione dei migranti e la vergogna dei respingimenti illegali. La linea espressa da Moretti sul Qatar è provata dai voti in parlamento europeo che sono sempre stati in linea con il gruppo S&D e con la posizione molto dura espressa dalla delegazione del Pd, di cui fa parte.

Moretti dunque respinge le diffamatorie illazioni di alcuni organi di informazione e diffida dal pubblicare false notizie. L’eurodeputata fa sapere che è al momento impegnata, con la delegazione PD a formalizzare alcuni provvedimenti che rendano più stringenti e trasparenti le regole sui rapporti dei deputati con le lobby e i gruppi di interesse”, così in una nota l’ufficio stampa del l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti.