San Bassiano, un ospedale senza dolore a misura di bambino

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Laura Ghiro e Alessandra Pasinato

Gestire i pazienti pediatrici – è scritto in una nota dell’ ULSS 7 Pedemontana – con una maggiore consapevolezza delle loro specificità, in particolare per quanto riguarda la riduzione del dolore: è questo lo scopo del progetto nazionale “Piper”, al quale partecipa la Pediatria del San Bassiano, insieme ad altri ospedali di tutta Italia. Un obiettivo che è allo stesso tempo etico, nell’ottica di una maggiore umanizzazione dell’assistenza sanitaria, ma anche di qualità ed efficienza dell’attività clinica.

Il progetto iniziato ancora nel 2018, prevedeva una prima fase di formazione, con una serie di incontri a Roma, e quindi un’attività di informazione e sensibilizzazione capillare nei vari ospedali aderenti. Per la Pediatria del San Bassiano hanno partecipato le dottoresse Alessandra Pasinato e Maria Luisa Conte, oltre a Silvia Ferronato, infermiera del reparto, che una volta approfonditi i principi e le metodiche sono state esse stessi promotrici del progetto, organizzando una serie di incontri di formazione all’interno dell’ULSS 7 Pedemontana per i colleghi della Pediatria e degli altri reparti.

A circa un anno dal primo incontro al San Bassiano i risultati raggiunti sono significativi, con 5 corsi già organizzati per oltre 100 operatori formati. Il progetto, inoltre, si è via via esteso, coinvolgendo non solo il personale del San Bassiano, ma aprendosi anche alla partecipazione – sempre su base volontaria – di medici e infermieri degli ospedali di Santorso e Asiago, oltre ai Pediatri di Libera Scelta nel territorio.

A spiegare l’importanza dell’iniziativa è la dott.ssa Laura Ghiro, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria di Bassano: «A volte si tende a dimenticare che il paziente pediatrico non è semplicemente un “piccolo adulto”, ma ha delle specificità. Innanzi tutto vi è una soglia del dolore diversa rispetto all’adulto, che nel neonato in particolare è molto alta, inoltre un’esperienza dolorosa rimane nel vissuto del bambino. Senza contare che un bambino che soffre di meno è anche un paziente più collaborativo, il che significa impiegare meno tempo per una determinata procedura, e svolgerla con meno difficoltà».

Gli accorgimenti utili sono tanti, in base al tipo di situazione e di trattamento: «A volte può essere sufficiente distrarlo – spiega la dott.ssa Alessandra Pasinato -, in altri casi invece si cerca di scegliere l’approccio meno invasivo tra quelli utilizzabili, oppure è possibile avvalersi di strumenti o prodotti specifici, come ad esempio una crema anestetica da applicare sulla cute prima di effettuare un prelievo di sangue. E ancora, in caso di intervento chirurgico è preferibile addormentare il bambino pediatrico direttamente nella stanza di degenza, mentre è ancora con i genitori, e farlo risvegliare lì».

Di qui l’importanza di coinvolgere medici e infermieri di vari reparti: «Il paziente pediatrico – prosegue la dott.ssa Ghiro – non riguarda solo la Pediatria: a seconda delle sue esigenze assistenziali, in collaborazione con il nostro reparto può essere seguito da diversi colleghi. Ecco allora l’utilità di fornire una serie di suggerimenti utili su come gestire le più frequenti procedure nei bambini, riducendo al minimo i disagi per i nostri piccoli pazienti». Il progetto, ad un anno dall’inizio dei primi corsi di formazione auto-gestiti all’interno dell’ULSS 7 Pedemontana, è destinato a proseguire anche nei prossimi mesi da una parte con ulteriori approfondimenti a livello nazionale, dall’altra con l’organizzazione di altri corsi all’interno dell’ULSS 7 Pedemontana, al fine di coinvolgere un numero ancora maggiore di medici e infermieri.