Scavalcati in BPVi: la cabina di regia

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Fino al mio articolo di ieri sul “Fatto Quotidiano” («Il file segreto di Banca Popolare di Vicenza sugli “scavalcati” dai vip sfuggito a Consob: 8.000 richieste, solo 630 “accontentati»), posta Nicola Borzi sul suo profilo FB, non era affatto nota l’esistenza di file di registrazione degli ordini di vendita delle azioni BpVi gestiti sul territorio e non solo nell’Ufficio Gestione operativa soci della direzione generale di BpVi. Quei file delle aree territoriali sovrapponevano agli ordini di vendita anche le sottoscrizioni degli aumenti di capitale raccolti dalla rete PRIMA che fossero inviati alla direzione generale.

Mi pare dunque probabile l’esistenza di una “cabina di regia” della direzione generale nei confronti dell’operatività in azioni proprie condotta attraverso le aree territoriali proprio in linea con la ormai tristemente famosa (e illegale) “campagna Svuotafondo”.

Lo dico con certezza avendo letto in quel file excel di una delle direzioni di area lombarde dell’ex BpVi i nomi dei responsabili dell’Ufficio Gestione operativa soci ai quali alcune domande di vendita venivano sottoposte prima di altre, indipendentemente dalla data di ricezione.

Se la magistratura penale volesse davvero indagare sulla sorte dei risparmi degli 8mila scavalcati e, più in generale, dei 108mila soci, credo che sui server di posta elettronica dell’ex Popolare di Vicenza troverebbe prove ad abundantiam.

In ambito civilistico, invece, mi pare ovvio ed evidente ictu oculi che le regole della Direttiva Mifid sulla “best execution” degli ordini di vendita sono state platealmente violate a tutti i livelli.

Fossi un avvocato che tutela gli azionisti coinvolti di BpVi, partirei da lì.

Resto chiaramente a disposizione di chiunque sia coinvolto e voglia interfacciarsi con me nel merito di quanto affermo.