Supercoppa Volley, Rizzotto (ZP): “divieto esposizione bandiera veneta, gesto di solidarietà trattato a pesci in faccia”

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“L’incresciosa decisione di qualche funzionario, tradottasi sabato scorso nel divieto di esposizione della bandiera Veneta alla finale di Supercoppa Volley, questa volta ha anteposto un cavillo burocratico, a sfavore del buonsenso. Un gesto di solidarietà ed affetto, che i tifosi trevigiani presenti hanno avuto verso Venezia e verso tutti i Veneti martoriati dal maltempo, trattato letteralmente a pesci in faccia; adesso il Governo e tutti i Ministri competenti devono seriamente intervenire per chiarire, modificare e, se necessario, eliminare la ottocentesca normativa vigente”.

La trevigiana Silvia Rizzotto, capogruppo Lista Zaia, commenta così l’episodio di sabato 16 novembre, avvenuto durante la finale milanese di Supercoppa della Imoco Conegliano, e durante la quale sono state rimosse dagli spalti dei tifosi ospiti tutte le bandiere venete del Leone di San Marco. Ed esprime massimo appoggio anche alla lettera che il Presidente della Lega Pallavolo Seria A femminile Mauro Fabris ha spedito a Premier e Ministri competenti.

“Sottoscrivo virtualmente ogni singola parola che il Presidente Fabris ha espresso con la sua lettera di sdegno. I tifosi della Marca, partiti alla volta di Milano per sostenere la nostra squadra, tutto avevano in mente fuorché commettere atti sovversivi e di scontro. Così come non avevano intenzioni bellicose il ragazzino di Padova, la madre ed i tifosi biancoscudati che, Domenica scorsa, per primi si sono ribellati a questa assurda disposizione; men che meno stavano studiando una rivoluzione i supporters berici che domenica scorsa hanno sventolato Gonfaloni di San Marco allo stadio di Vicenza. Parliamo solo ed esclusivamente di solidarietà, affetto e appoggio verso la popolazione veneziana e veneta, colpita e piegata da una settimana di inondazioni e maltempo. Senza contare che la bandiera marciana è il vessillo di un Popolo e di una Regione d’Italia, come lo sono tutte le altre bandiere di tutti i migliaia di Comuni e popoli del resto d’Italia.

Se il problema, come auspichiamo tutti che sia, non è di stampo politico o personale, ma fa semplicemente parte di una normativa vigente presa troppo alla lettera per come è formulata, allora è chiaro e cristallino che tale direttiva va presa in mano, studiata e immediatamente superata! Non è più tollerabile e passabile che altri casi analoghi si ripropongano, né con il Gonfalone di San Marco, né con nessun’altra bandiera di ogni popolo facente parte della Repubblica Italiana”.
In conclusione la Rizzotto aggiunge: “Stiamo ancora aspettando che il Ministro Lamorgese riferisca su quanto accaduto allo Stadio Euganeo. Ora anche il Presidente della Lega Pallavolo chiede chiarimenti. Non siamo evidentemente di fronte ad un caso politico o di partito: qui stanno giocando con la storia e le radici di simboli millenari. Qualcuno ne deve rispondere”.

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