Torre Paola, al confine tra San Felice Circeo e Sabaudia

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Spiaggia di Torre Paola.
La spiaggia di Torre Paola. Credits: Wikipedia.

Una fortificazione di origine medievale, una spiaggetta, delle terme romane: siamo in località Torre Paola, al confine tra il lungo litorale di Sabaudia e San Felice Circeo. Poco oltre, insomma, il territorio con cui identifichiamo la Riviera di Ulisse.

La torre costiera – Torre Paola è la copia di un’altra costruzione costiera, quella di Torre Fico, sorta insieme a Torre Cervia e Torre Moresca nel 1562 nel tentativo di difendere il basso Lazio dalle continue incursioni dei saraceni che si succedevano, oramai, da un millennio. Tutte volute da Papa Pio IV, queste fortificazioni contemporanee vennero erette a spese della famiglia nobiliare dei Caetani, feudataria di San Felice Circeo e Sermoneta, e sono state le prime in assoluto a dominare il promontorio. In seguito, come abbiamo visto anche con Scauri, il sistema difensivo locale avrebbe trovato largo appoggio in questo tipo di costruzioni.

Questa torre, in particolare, sorge in un punto molto strategico, a protezione della foce del canale emissario del Lago di Paola (cioè il Lago di Sabaudia): subì il primo attacco già durante la sua edificazione, fatto che implicò un cambio di piani repentino nel suo impianto originario. La strana struttura a testuggine a difesa della montagna, con la piazza d’armi a forma di scudo, pare sia stata pensata proprio in questa fase.

La configurazione della torre è stata riaggiornata molto spesso (sin dall’anno successivo alla costruzione) e sono tantissimi i documenti che testimoniano un suo ruolo attivo e di successo nel respingere e mettere in fuga le navi turche, attrezzata com’era (sicuramente verso la fine del Settecento) addirittura con cannoni in grado di sparare palle di diverse misure.

Nel Seicento, mentre manteneva il suo ruolo ulteriore di ricovero e protezione per i vascelli che passavano di lì, la fortificazione diventò anche ritrovo per tutti quelli che frequentavano le osterie che vennero costruite sulla spiaggia annessa, con tanto di magazzini e depositi per il pescato; spiaggia che, a sua volta, si trasformò in un punto di snodo mercantile molto utile. Vennero persino salvati dei naufraghi greci, liberati dopo un interrogatorio ed una visita per assicurarsi che non fossero circoncisi e, pertanto, “infedeli”. Nello stesso secolo vennero combattute anche alcune navi francesi in scontri che donarono credito al luogo agli occhi degli spagnoli.

Si sa di un tradimento avvenuto intorno al 1720: i corsari riuscirono a rapire alcuni sanfeliciani con la connivenza del caporale della torre; tanto che si narra che la vicina Torre Fico abbia sparato una cannonata – appositamente – solo quando era ormai troppo tardi.

Nel 1809, proprio mentre questa torre gemella veniva fatta saltare dagli inglesi (sarebbe stata ricostruita solo tempo dopo), a Torre Paola i soldati di presidio si opposero ai nemici con il fuoco, costringendoli alla ritirata e dando vita ad uno scontro quasi epico. Torre Paola, infatti, è l’unica a conservare ancora l’assetto originario. Ma da dove deriva il suo nome?

Non ci sono donne e storie d’amore dietro questa fortificazione popolata nei secoli soltanto da uomini: sembra, piuttosto, che nel punto in cui venne edificata sorgesse, in precedenza, una chiesetta intitolata a San Paolo. In alcuni documenti antichi, anzi, si fa accenno ad una “Torre dell’Angelo di Paola” che dovrebbe essere il suo appellativo originario.

La storia recente di Torre Paola è molto più triste e fatta di abbandono, degrado e (tentati) scempi al territorio: un andazzo che si è cercato di interrompere quando la giunta comunale, nel 2008, ha deciso di procedere con l’esproprio con l’idea di recuperare il sito e realizzare al suo interno il Museo delle Torri Costiere a memoria della storia e del mito del Circeo e delle terre pontine. Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, il sito venne requisito a scopi militari al vecchio proprietario, il Barone Luigi Aguet, da parte della Marina Militare. Chiuso il conflitto e appurato che gli eredi di Aguet non erano interessati al diritto di prelazione sull’acquisto, l’immobile fu rilevato da Monsignor Di Paola, parroco della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, la cui famiglia (Del Pennino) ne detiene ancora oggi la proprietà.

Purtroppo, nel 2011 la situazione non si presentava molto diversamente, tanto che i continui atti vandalici motivarono Legambiente ad una manifestazione di protesta.

Oggi Torre Paola non è visitabile né avvicinabile e può essere ammirata soltanto da lontano, in attesa di un prossimo futuro – si spera – glorioso almeno quanto il suo passato.

Località Torre Paola.
Località Torre Paola. Credits: FAI.

La spiaggia – La spiaggia di Torre Paola si allinea al carattere dunale del litorale del basso Lazio. Sono, anzi, proprio le dune e la strada costiera a separarla dal vicinissimo Lago di Paola che, infatti, è salato.

All’ombra della torre c’è una spiaggetta libera di ciottoli, isolata dalla lunga spiaggia di Sabaudia (fatta di 15 chilometri di dune costiere!) dalla Darsena Canale di Paola: un insieme di canali, canalette e ponticelli che ricordano i tempi dell’antica palude e dove i cavalli vivono liberi. Questo mini-territorio cade nel comune di Sabaudia ed è di origine romana: la Darsena, infatti, venne costruita proprio per collegare il lago al mare, rendendo ville e stabilimenti termali che sorgevano sulle sponde più accessibili dalle imbarcazioni; oggi accoglie ancora pescatori e turisti che si divertono a percorrerla in barca o canoa per passare dal lago al mare. Soltanto il canale principale in opus romano ha superato male la prova del tempo e appare pericolante.

Dopo questo angolo selvaggio, si apre la spiaggia attrezzata attraverso lidi noti e frequentati che, però, non costituiscono un continuum ma sono intervallati da altri tratti liberi e ville costiere.

La spiaggia di Torre Paola è molto amata dagli sportivi (soprattutto surfitsti) perché è spesso interessata da venti forti che aiutano le onde: la sua acqua, per la conformazione naturale del luogo, è sempre cristallina.

Le terme romane – Pochi sanno che il territorio di Torre Paola accoglie anche delle antiche terme romane entrate a far parte dei luoghi d’interesse del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

L’impianto termale, immerso nella macchia mediterranea che anima il promontorio del Circeo, è datato al I sec. a.C. (grazie alla realizzazione in opus incertum) e si trova lungo la strada che da San Felice Circeo conduce alla duna che ha dato origine al Lago di Paola, incontrando sia l’antico Acquedotto Romano “Fontana di Mezzomonte” che, appunto, la stessa Torre Paola, intersecando la strada che passa accanto al Porto-canale Romano che dà accesso al lago.

Le terme si trovano sotto l’attuale livello di calpestio e sono accessibili attraverso una scala interna: la struttura ricalca i modelli tardo-repubblicani, ricordando molto quella delle terme del Foro di Ercolano. Un ingresso portava in un corridoio che conduceva ad uno spogliatoio (apodyterium) dotato addirittura di nicchie per riporvi gli oggetti personali (avi dei nostri armadietti) che venivano sorvegliati da uno schiavo; si accedeva, poi, al laconicum, una piccola area riscaldata dedicata alla sauna, e al calidarium, ambiente più esteso che è riuscito a conservare tracce di pavimentazione musiva. Il labrum cioè la vasca contenente acqua fredda che consentiva la permanenza nel calidarium, era probabilmente ubicato in una nicchia coperta da una volta a botte, mentre il frigidarium, una grande vasca rettangolare, si trovava più in alto. È stata ipotizzata anche la presenza di una palestra e, dato il livello “basso” delle terme, gli studiosi hanno avanzato l’idea di un sistema di acquedotti diramati sul territorio che mettessero forse l’impianto anche in comunicazione con la sopracitata e vicina Fontana di Mezzomonte.

Terme romane di Torre Paola.
Terme romane di Torre Paola. Credits: FAI.

Le evidenti strutture in prossimità dello scalo porto-canale di Circeii, permettono di comprendere le dinamiche di insediamento nell’area di Torre Paola e villa di Domiziano, sul finire del I sec a. C., nell’ottica di un programma con grande fervore edilizio. Il passaggio dall’età tardo repubblicana alla prima età imperiale è fortemente segnato su gran parte del territorio di Circeii, ma con evidenze monumentali maggiori nella nuova area di sviluppo urbano, compresa nella parte occidentale del promontorio.

“La colonia di Circeii dal tardo arcaismo alla colonia di Cesare padre: santuari ed evidenze monumentali”, Diego Ronchi (2017).