Un mese a magdala, “in casa” di Maria Maddalena

96

Un mese di servizio a Magdala, città di Maria Maddalena. Un mese di servizio nei luoghi della vita di Gesù dove si collocano diversi episodi evangelici. È l’esperienza che hanno vissuto quattro amici da fine gennaio a fine febbraio. Maurizio Dei Zotti con la moglie Bianca Zaccaria, Roberto Gregori e Lorenzo Lubia sono l’ultima squadra di volontari che finora ha preso parte al progetto Magdala Open.

«È stato un mese molto intenso in cui ci siamo messi in gioco dando il nostro piccolo contributo in un sito così importante dal punto di vista biblico – dice Roberto, di Altavilla Vicentina, oggi in pensione -. È stata la mia prima volta in Terra Santa ed è stata senza dubbio un’esperienza significativa sotto diversi aspetti. Ho voluto prendere parte a questo progetto per la forma di volontariato diversa che propone di unire servizio, formazione e fede». Durante il mese trascorso a Magdala Roberto, Maurizio, Bianca e Lorenzo si sono occupati della cura del sito. «Il lavoro da fare non mancava – aggiunge Roberto -, dalla manutenzione del verde alla pulizia di alcune pozze che si riempivano di alghe fino alla preparazione della cartellonistica per i pellegrini passando per la sistemazione della casa in cui alloggiavamo tutti e quattro assieme». Anche le relazioni tra i volontari, infatti, hanno avuto un ruolo fondamentale: «Tra noi quattro si è creata una buona sinergia e sintonia sia nel portare a termine i compiti assegnati sia per quanto riguarda la convivenza – aggiunge Maurizio, di Sovizzo -. È stata un’esperienza che abbiamo vissuto insieme, come una vera e propria squadra. Ci siamo innamorati di Magdala, che è un luogo incantevole e ci siamo anche sentiti privilegiati per la possibilità di prestare servizio dove ha vissuto Gesù». Roberto, Maurizio, Bianca e Lorenzo – così come le altre due squadre che sono partite per la Terra Santa nel 2019 e tutti gli altri volontari che hanno aderito al progetto – hanno preso parte a un percorso formativo molto accurato.

«La preparazione è stata fondamentale così come la presenza sul posto di don Gianantonio Urbani e di don Raimondo Sinibaldi – sottolinea Bianca, che è venuta a conoscenza del progetto attraverso alcune iniziative del Festival Biblico -. Grazie a questo mese a Magdala abbiamo potuto contestualizzare la Parola di Gesù. Camminare nei pressi del lago di Tiberiade e ritornare con la mente ad alcune letture del Vangelo in cui quei luoghi vengono raccontati ci ha arricchito come persone e come cristiani».

I quattro amici purtroppo, però, sono dovuti rientrare in Italia qualche giorno prima del previsto a causa dell’emergenza Coronavirus, ma non escludono di ritornare nuovamente in futuro a Magdala. «Ci è dispiaciuto molto dover tornare in anticipo e non poter concludere alcuni interventi che avevamo cominciato – dicono Bianca e Maurizio -. Siamo rimasti incantati dalla bellezza di quel luogo, che abbiamo vissuto appieno quotidianamente e con il quale siamo entrati in profondo contatto».