Una bottiglia di Serprino DOC per vittoriosa battaglia del 20 luglio 1866 e libro di Beggiato “Lissa, l’ultima vittoria della Serenissima”

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Per Lissa “Serprino” DOC dell’Azienda Monte Viale di Bastia di Rovolon
Per Lissa “Serprino” DOC dell’Azienda Monte Viale di Bastia di Rovolon

Una decina d’anni fa Ettore Beggiato  (qui alcuni dei suoi scritti da noi, ndr) aveva stampato il libro “Lissa, l’ultima vittoria della Serenissima” con la prefazione di Eva Klotz: 132 pagine ricche di documenti, di testimonianze, di elenchi come quello dei veneti ai quali l’Imperatore Francesco Giuseppe assegnò due medaglie d’oro e quarantanove fra medaglie argento di prima classe e quelle di seconda classe.

Con questo libro  l’autore dimostrava come l’apporto dei popoli che fino a qualche anno prima facevano parte della Serenissima Repubblica Veneta (e quindi veneti, istriani, dalmati) fu fondamentale nella battaglia navale  combattuta nell’Adriatico dove la marina italiana  fu pesantemente sconfitta austriaca che fino a qualche anno prima si chiamava “Imperial Regia Veneta Marina”.

Il libro, come altri di Beggiato, provocò notevoli polemiche a partire da un articolo che Gian Antonio Stella che gli dedicò una pagina su “Sette” l’inserto settimanale del Corriere della Sera, per non parlare dell’irritazione dei nazionalisti italiani.

Ettore Beggiato comunque non demorde e così quest’anno, centocinquantacinquesimo anniversario della battaglia, ha pensato bene di festeggiare la vittoria di Lissa con una bottiglia di “Serprino” DOC dell’Azienda Monte Viale di Bastia di Rovolon, il vino frizzante dei Colli Euganei, “fratello minore” del più famoso Prosecco visto che viene prodotto con la stessa uva glera (o serprina).

L’etichetta disegnata dall’artista Martina Tauro “La poiana” riporta lo scontro sul mare e la frase che  l’ammiraglio imperiale  W. Von Tegetthoff,  il vincitore di Lissa, avrebbe esclamato dopo lo scontro navale “Uomini di ferro su navi di legno hanno sconfitto uomini di legno su navi di ferro” per rimarcare l’abilità dei marinai Serenissimi (veneti, istriani e dalmati) e di altre parti dell’impero austriaco che vinsero la battaglia nonostante una notevole superiorità di mezzi e di uomini della marina italiana.

E alzando il calice del frizzante Serprino, Ettore Beggiato esclama “Viva San Marco!” proprio come quei marinai istriani, dalmati e veneti, che festeggiarono la conclusione della vittoriosa battaglia.