Veneto Cantiere Veloce: bocciatura della Cassazione, le reazioni della politica

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edilizia Veneto Cantiere Veloce

Veneto Cantiere Veloce bocciata dalla Corte di Cassazione. Con recente sentenza è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 7 della legge della Regione Veneto 30 giugno 2021, numero 19.

Ovvero: “Semplificazioni in materia urbanistica ed edilizia per il rilancio del settore delle costruzioni e la promozione della rigenerazione urbana e del contenimento del consumo di suolo”, detta appunto Veneto Cantiere Veloce.

Secondo la Consulta l’articolo 7 “è costituzionalmente illegittimo, per contrasto con i principi fondamentali della materia governo del territorio” dettati dal testo Unico Edilizia.

Una bocciatura che ha scatenato le reazioni della politica di opposizione nel consiglio regionale alla Giunta Zaia.

Stefano Valdegamberi del Gruppo Misto, primo firmatario del testo: “La sentenza della Corte costituzionale su Veneto Cantiere Veloce non rende illegittimi i titoli edilizi già rilasciati. La norma regionale aveva lo scopo di dare più certezze agli operatori per consentire una maggiore adesione alle agevolazioni statali, come il bonus 110 percento. Più volte abbiamo chiesto l’intervento dello Stato su questa materia senza avere risposte e, a maggior ragione, lo facciamo ora che la norma regionale è stata annullata dalla Corte costituzionale perché ritenuta di competenza dello Stato e non delle Regioni.

Spiace rilevare come altre regioni abbiano norme sulle tolleranze edilizie tuttora in vigore perché il governo non le ha impugnate, come è invece avvenuto con la Legge veneta.

Poiché il problema va risolto, auspico che chi ha voluto impugnare per competenza la legge veneta, invece di sbandierare la sentenza sui media, si impegni da subito per far approvare la stessa norma a Roma – aggiunge Valdegamberi -.

La politica serve per risolvere i problemi, non per crearli. Mi aspetto che il nuovo governo faccia propri i saggi principi dell’art.7 della Legge ‘Cantiere Veloce’ della Regione Veneto. Gli operatori hanno bisogno di certezze e non di conflitti costituzionali. Spetta allo Stato ora darle”.

Montanariello e Zanoni del Pd dicono: “La bocciatura è l’ennesimo stop a provvedimenti partoriti negli anni dalle Giunte Zaia, animate più da uno spirito arrogante che mirato alla soluzione reale dei problemi. In sede di commissione lo avevamo ripetuto allo sfinimento che questa legge era palesemente incostituzionale, ma la maggioranza e l’esecutivo hanno tirato dritto. La cosa grave è che ora si apre il caos e che se non verrà messo un rattoppo a questo nuovo pasticcio, i danni per cittadini e imprese saranno pesanti. Grazie a questi fasulli primi della classe”.

Guarda (EV), Baldin (M5S), Ostanel (VcV) e Lorenzoni (GM): “Come avevamo previsto, questa legge regionale è stata giudicata incostituzionale. Commissione e Consiglio regionale sono stati impegnati per mesi nell’approvazione con forza di un provvedimento in linea con le promesse elettorali del Presidente Zaia, ma assolutamente incompatibile con l’ordinamento italiano.

In una regione resa tristemente famosa dai livelli altissimi di consumo di suolo, la maggioranza in Consiglio regionale, sempre pronta a dichiararsi sensibile e attenta alle questioni ambientali, ha inteso promuovere interventi di semplificazione in materia edilizia su ambiti non consentiti, come peraltro già rilevato nel corso della X legislatura.

Talmente veloce questo cantiere che sulla spinta di irrefrenabili pulsioni proto-autonomiste ha finito con violare la Costituzione, introducendo disposizioni fuori dalla competenza legislativa della Regione e creando caos sui documenti necessari per la definizione dello stato legittimo di un immobile, già definiti, con la cogenza propria del principio fondamentale, dalla legislazione statale.

La Maggioranza ‘zaiana’ disporrà ora nuove e fantasiose norme per creare altri guai al Veneto? Noi consiglieri di opposizione continueremo a denunciare politicamente il corto circuito di chi insiste nel creare sotterfugi a danno dell’ambiente e, come in questo caso, anche delle Istituzioni, visto che la bocciatura da parte della Corte Costituzionale suona come un sonoro schiaffo al Consiglio regionale. Le aziende e i cittadini del Veneto hanno bisogno di regole chiare, non di promesse e fantasie elettorali”.