Venezia allagata, il Mose, inchiesta Galan sul Mose: parla Pierantonio Zanettin

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Mose
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On. Pierantonio Zanettin, Lei nei giorni scorsi è intervenuto sul Mose con alcuni lanci sulle agenzie di stampa nazionali, evidenziando i ritardi dell’opera.

Dopo la tragedia che ha colpito questa settimana Venezia, ora tutti parlano del Mose e della necessità di completarlo. Noto parecchia ipocrisia. Molti di coloro che, per anni, soprattutto dopo l’inchiesta penale, hanno espresso giudizi sprezzanti sull’opera , ora devono ammettere  che rimane l’unica speranza per salvare la città lagunare.

Pierantonio Zanettin in un suo intervento alla Camera
Pierantonio Zanettin in un suo intervento alla Camera

Lei è sicuro che funzionerà? Molti ne dubitano, affermando che il progetto risale agli anni 80 del secolo scorso e che l’opera  nasce vecchia

Non sono un tecnico; sicuramente è un’opera di ingegneria idraulica unica al mondo, presumo che taluni aspetti abbiano carattere sperimentale, ma arrivati a questo punto credo  convenga a tutti finirla e collaudarla. Non c’è alternativa. E’ costretto a  riconoscerlo anche il premier Conte, esponente  del Movimento 5 Stelle, Movimento per principio contrario a tutte le grandi opere.

Lei ha puntato il dito contro la paralisi dei lavori durante il periodo commissariale

E’ un dato di fatto che quando la gestione dei Commissari Anac è iniziata nel 2014 l’opera era stata completata all’87%. A  distanza di cinque anni è avanzata solo di un ulteriore  6% e non mi risulta ci fossero particolari problemi di finanziamento. I commissari Anac in questi anni hanno pensato sopratutto a garantire la  legalità ed il  rispetto formale delle procedure, ma questo ha comportato una sostanziale paralisi dei lavori. Mi chiedo quindi se oggi, stante l’urgenza di completare l’opera,  abbia ancora un senso il commissariamento disposto da Cantone.

Eppure Sala, come commissario ANAC, è stato  provvidenziale  per salvare l’EXPO a Milano

Il paragone non regge. Il commissariamento di Milano allora ha riguardato solo l’opera. Invece in questo caso ad essere stato commissariato è stato il consorzio “Venezia Nuova”, non il ramo d’azienda che si occupava solo del Mose, ma tutta la società. Se mi permette la realizzazione di una opera di ingegneria idraulica unica al mondo è certamente più complessa di quella della piastra dell’Expo. I commissari poi hanno, a mio giudizio  commesso, un errore: per dimostrare discontinuità hanno allontanato  molte  delle imprese  (Mantovani, Condotte, il  gruppo Mazzi), che avevano iniziato i lavori,  che così però non avranno responsabilità in sede di  collaudo delle opere. Credo che a tempo debito questo sarà un problema. In questi anni si è inoltre assistito ad un conflitto di competenze tra Commissari e Provveditorato al Lavori Pubblici. Tutto questo ha comportato il rallentamento dei lavori, di cui oggi troppi si stupiscono, a fronte della tragedia che si è verificata.

Giovedì il governo ha nominato il nuovo super commissario nella persona della dott.ssa Elisabetta Spitz.

Questa può essere una buona notizia a condizione che contemporaneamente venga a cessare il commissariamento Anac. Uno dei due commissariamenti è di troppo. Altrimenti si aggiungono controlli a controlli e confusione a confusione ed i lavori continueranno a non andare avanti. Manca anche il Provveditore alle opere pubbliche del Veneto. Sarebbe il caso che la Ministra De Micheli provvedesse a nominarlo in fretta  se davvero vuole accelerare la conclusione del lavori.

A questo punto però non posso non rivolgerle una domanda forse per lei imbarazzante. Il  commissariamento è stato imposto dalla inchiesta Mose. Lei è esponente di Forza Italia, il partito di Giancarlo Galan.

Il bilancio dei 15 anni di presidenza Galan lo sta dando la storia. Sono stati anni di crescita tumultuosa e di grandi intuizioni, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici e della sanità.  Resto  convinto che se il Veneto ha retto meglio di altre regioni del nostro paese a questo decennio di crisi economica, lo si deve anche ad alcune scelte lungimiranti che la politica ha saputo fare in quegli anni. Se poi Galan ha commesso degli errori, li ha pagati, insieme alla sua famiglia, assai duramente.

Tutto giusto, onorevole, ma su Zaia c’è da aggiungere un capitoletto di memoria e lo facciamo qui.