La straordinaria grandezza della piccola Ventotene: storia, tradizioni, natura e nascita dell’Europa di Spinelli

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Ventotene, insenatura del porto antico (foto Wikimedia)
Ventotene, insenatura del porto antico (foto Wikimedia)

Abbiamo già parlato di Ponza e con lei della bellezza naturalistica delle isole vulcaniche a largo della costa laziale. È il turno ora di Ventotene, la seconda per estensione delle sei isole dell’Arcipelago Pontino, tanto piccola (soli 154 ettari), quanto grande, grazie alla storia di cui è stata teatro e alle tradizioni che gli orgogliosi isolani portano avanti.

Terra di esilio

Correva l’anno 2 a.C. quando l’imperatore Ottaviano Augusto esiliò sua figlia su quei 154 ettari distanti venticinque miglia dalla costa. Ai tempi in cui Giulia “soggiornò” a Ventotene, l’isola era di fatto disabitata poiché priva di sorgenti naturali di acqua e si chiamava Pandataria dal significato greco di “dispensatrice di ogni bene”. Il porto scavato nel tufo, i resti delle peschiere e della sontuosa villa nei pressi di Punta Eolo sono il segno del passaggio di Giulia e delle altre due nobildonne romane che dopo di lei furono esiliate sull’isola.

Ventotene (l'antica Pandataria), villa imperiale di Giulia
Ventotene (l’antica Pandataria), villa imperiale di Giulia

Tradizione e legame di Ventotene oggi con la terra

Lasciamo un attimo il passato per dare un’occhiata alla Ventotene di oggi. Solo 700 abitanti nella stagione invernale, che in estate si moltiplicano, sia grazie all’afflusso di turisti (a volte anche di vecchia data), che di isolani di ritorno a casa. Nel Sud Pontino i ventotenesi sono noti per il forte senso di appartenenza che li lega alla loro isola. I giovani in particolare, che durante l’adolescenza sono costretti a trascorrere l’inverno a Formia per frequentare le scuole superiori, non abbandonano l’idea di tornare a casa il prima possibile.

Un’occasione da non perdere a Ventotene è la sentita festa patronale di Santa Candida. La giovinetta di origine cartaginese, durante le persecuzioni contro i cristiani del IV secolo, fu deportata a Roma, per essere quindi martirizzata a Ponza. Il mare restituì il suo corpo alle coste di Ventotene. I dieci giorni di festeggiamenti culminano il 20 settembre, quando l’isola si anima di una grandiosa festa che celebra la giovane martire sua protettrice.

Degno di nota, tra gli eventi che vi si svolgono, è il tradizionale lancio delle mongolfiere di carta velina, realizzate proprio dai giovani ventotenesi. Lo spettacolo offerto da questa celebrazione è valso alla manifestazione il riconoscimento “Patrimonio d’Italia per la tradizione” da parte del Ministero del Turismo.

Lancio di una mongolfiera a Ventotene (fonte: Wikimedia Commons)
Lancio di una mongolfiera a Ventotene (fonte: Wikimedia Commons)

Cultura e natura

Ventotene, dal 1988, è anche sede di un osservatorio e museo ornitologico tra i più importanti in Europa, i cui studi hanno portato al riconoscimento e alla catalogazione di numerose specie di uccelli e al tracciamento delle rotte migratorie che vanno dall’Africa alla Russia. L’osservatorio sorge nello stabile che durante la Seconda Guerra Mondiale ospitava una stazione radio, in una località conosciuta come “Il Semaforo”. Oltre che di ricerca questo sito di interesse comunitario si occupa anche della promozione e della divulgazione scientifica di temi ambientali.

La Spiaggia di Cala di Luna a Ventotene
La Spiaggia di Cala di Luna a Ventotene

Ancora una volta nella storia, ma più recente, di Ventotene

Spinelli ritratto nell'isola nella foto-scheda segnaletica del Ministero dell'Interno italiano ai tempi del fascismo
Spinelli ritratto nell’isola nella foto-scheda segnaletica del Ministero dell’Interno italiano ai tempi del fascismo

Come abbiamo visto Ventotene fa la sua comparsa nella storia in tempi molto antichi. L’isola è stata, però, teatro di vicende storiche di assoluto rilievo anche in tempi più recenti: qui, nel 1941 fu redatto il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Proprio come le donne ribelli della Roma imperiale, i due si trovavano sull’isola in esilio, confinati come oppositori del Regime fascista. Il Manifesto ha recentemente compiuto ottanta anni, celebrato dal Presidente Mattarella e dalle istituzioni per il ruolo chiave che ebbe nella formazione dell’idea di Europa unita, un’Istituzione, che per quanto esistente, è ancora molto da realizzare per raggiungere il sogno iniziale, quello di un’Europa dei popoli e non dell’economia.