Ponza, l’isola “che sorge dal mare” come la dea delle bellezza Afrodite o Pontìa: uno scrigno ricco di tesori da scoprire

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Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)
Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)

I toponimi, si sa, nascono spesso caratteristiche morfologiche, storiche o culturali di un luogo. Ponza dovette davvero meravigliare chi, per primo, le affidò questo nome: l’etimo greco “pontos”, indica il mare, così come “Pontìa” era uno dei nomi della dea della bellezza Afrodite, nata dalla schiuma del mare. Ponza sarebbe, dunque, l’isola “che nasce dal mare”, che con i suoi quasi 8 km quadrati di estensione si impone come la più grande delle sei isole dell’arcipelago pontino. o isole  ponziane (le altre sono Palmarola, Zannone, Gavi, Ventotene e Santo Stefano).

La maestosità delle pareti rocciose di tufo bianco, la purezza delle acque cristalline e delle spiagge che la circondano continuano a meravigliare anche i contemporanei: Ponza, infatti, è oggi un fiorente centro turistico conosciuto in tutta Italia e all’estero, anche grazie alla vivacità della sua vita sociale e culturale.

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Un mondo sottomarino – La bellezza di Ponza non si limita alle terre emerse: i suoi fondali riservano altrettanta meraviglia agli esploratori del mare. Questi itinerari sottomarini portano alla scoperta di una fauna ricchissima (aragoste e cernie soprattutto) e di una flora rigogliosa e perlopiù incontaminata. Le escursioni nei fondali al largo dell’isola sono anche l’occasione per fare un salto indietro nel tempo attraverso varie epoche. Queste acque custodiscono infatti alcune testimonianze dell’impronta umana sul luogo: una nave mercantile romana, naufragata a causa dell’urto violento contro una secca, detta più tardi “dei mattoni”; i due tronconi del relitto della nave LST 349 della U.S. Navy, che nel febbraio del ‘44 fu sorpresa di notte da una tempesta nei pressi di Punta Papa, a Nord dell’isola. I motori già in avaria e le onde impetuose condannarono la nave ad infrangersi più volte contro le rocce della secca, causando un naufragio a cui gli isolani reagirono con generosità e ospitalità verso i passeggeri superstiti.

Vista sulle barche ormeggiate nel porto di Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)
Vista sulle barche ormeggiate nel porto di Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)

Un po’ di storia – I primi stanziamenti sull’isola risalgono al Neolitico, ben prima, dunque, di essere colonizzata da Fenici, Greci e Volsci; sotto i Romani divenne luogo di villeggiatura e di confino. Non fu toccata, in un primo momento, dalle incursioni barbariche, che devastarono la zona dell’odierno Lazio meridionale, e per tutto il Medioevo fu un centro di discreta importanza religiosa, nonché teatro di alcune battaglie navali. I pirati saraceni nel corso del XVI secolo e i Turchi nel successivo lasciarono l’isola devastata, ma la sua posizione strategica fece sì che nel ‘700 i Farnese, che avevano ricevuto l’isola in feudo da Carlo V, avviassero un massiccio ripopolamento con famiglie provenienti da Ischia e Torre del Greco. Qualche decennio più tardi i Borbone costruirono importanti strutture, come il porto e il cimitero. In epoche più recenti, i pontini furono protagonisti della spedizione di Carlo Pisacane del 1857; l’isola divenne poi tristemente famosa, verso la fine degli anni Venti del Novecento, per essere un luogo di confino del regime fascista.

Un piccolo luogo dal grande interesse storico e naturalistico dunque, come del resto le altre isole che compongono l’arcipelago, di cui racconteremo nei prossimi articoli.

L'emozione di una passeggiata lungo il poeto di Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)
L’emozione di una passeggiata lungo il poeto di Ponza (foto di Luigi Jodice per ViPiù)