Manovra, dal Ponte sullo Stretto alla pensione anticipata: tutte le novità

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(Adnkronos) – Dalla Zes alla previdenza complementare, dalle misure per Transizione 5.0 alla rimodulazione del Pnrr: è arrivato l’emendamento del governo alla manovra da 3,5 miliardi, annunciato ieri in Commissione Bilancio dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Spostati al 2033 i 780 milioni iscritti a bilancio quest’anno per l’avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto, ora posticipati sulla scia dello stop della Corte dei Conti. Le modifiche dispongono l’aggiornamento dell’importo del Fondo di riserva per l’integrazione delle autorizzazioni di cassa nell’anno 2026 e rifinanziano, alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relative alle somme iscritte in bilancio nell’anno 2025 in conto residui rinvenienti dall’anno 2024, gli stanziamenti relativi al Ponte sullo stretto di Messina, prevedendo un incremento delle risorse nell’anno 2033 tale da lasciare inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate. Dal 2031 il riscatto della laurea breve pesa meno per raggiungere i requisiti necessari al prepensionamento. Lo prevede una delle proposte contenute nell’ultimo pacchetto di emendamenti presentati dal governo alla manovra. Il testo chiama in causa chi matura i requisiti per l’uscita anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi) dal 1 gennaio 2031: per questi lavoratori non concorrono, al conseguimento dei suddetti requisiti, sei mesi – tra quelli di anzianità contributiva – riscattati dalla laurea breve. Il valore del riscatto diminuisce di anno in anno: per chi matura i requisiti nel 2032 non concorrono 12 mesi tra quelli di anzianità contributiva riscattati dalla laurea breve, per chi li raggiunge nel 2033 i mesi diventano 18, poi 24 per chi matura i requisiti nel 2035 e infine 30 per chi li raggiunge nel 2035. Vengono prorogate al 30 settembre 2028 le agevolazioni previste in manovra per le imprese che investono in beni strumentali, nuovi materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica o digitale in chiave Transizione 4.0 o 5.0 destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Lo prevede una delle proposte contenuta nell’ultimo pacchetto di emendamenti presentato dal governo alla manovra. L’iperammortamento diventa quindi triennale, come annunciato nei giorni scorsi dal viceministro al Mef, Maurizio Leo. L’emendamento elimina inoltre “la maggiorazione ulteriore del costo di acquisizione per gli investimenti ‘green'” e condiziona “la spettanza dell’incentivo alla circostanza che gli investimenti abbiano ad oggetto beni ‘Made in Eu'”. Includere, tra i soggetti che devono versare i contributi previdenziali al fondo per l’erogazione del Tfr ai lavoratori del settore privato, anche i datori di lavoro – attualmente esclusi dell’obbligo – che abbiano raggiunto la soglia dei 50 dipendenti negli anni successivi a quello di avvio dell’attività. E’ un’altra delle proposte. I potenziali dipendenti interessati da questa modifica sono – si legge nella relazione tecnica – 2,5 milioni. Dal 1 luglio 2026 inoltre viene introdotto un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare, con facoltà di rinuncia automatica entro 60 giorni per i lavoratori dipnedenti del settore privato di prima assunzione.
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