Disegno di Legge delega su appalti pubblici, Mauriello (pres. Meritocrazia Italia): semplificazione e riordino per rilancio economico e sociale

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Appalti pubblici
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Il disegno di legge delega relativo agli appalti, approvato dal Senato lo scorso 9 marzo, presenta evidenti criticità – afferma nella nota che pubblichiamo Walter Mauriello presidente di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) -. Tra queste, l’aver concesso la ‘facoltà’ di inserire le clausole sociali nei bandi di gara, a fronte dell’‘obbligo’ previsto invece dal Codice degli appalti (art. 50).

La modifica, se confermata, metterebbe in discussione la tutela occupazionale negli appalti di servizi, costituendo un incomprensibile passo indietro di sei anni, con certe pesantissime ricadute a carico del milione di lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, lavoratori deboli, per la maggioranza donne, con part-time spesso involontario e a poche ore settimanali.

Per altro verso, v’è che, oltre agli interessi sociali e dei lavoratori in subappalto, vanno salvaguardati anche la funzionalità dell’opera e il credito della impresa esecutrice. La possibilità di risultare aggiudicatario direttamente o indirettamente (tramite ati) di appalti pubblici in un massimo di valore servirebbe a contenere il rischio di corruzione e imbrogli, con beneficio dell’intero sistema economico e sociale.

Si ha l’impressione che, con l’alibi della semplificazione, si stiano sacrificando le garanzie di qualità e remuneratività delle opere a farsi e quelle a tutela degli operai.

Non a caso il massimo ribasso, ammesso in ipotesi tassative, era concepito come un’eccezione al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che riusciva a preservare anche la ‘qualità’ degli appalti.

Le criticità del Codice degli appalti sono molte, dalla stratificazione di norme che hanno avuto solo il risultato di complicare e rendere farraginoso tutto il meccanismo, alla mancata applicazione del divieto di gold plating (mantenimento di livelli di regolazione superiore a quelli minimi richiesti) o, ancora, all’eccessiva durata del ciclo progetto gara avvio lavori ed ancora eccessiva articolazione delle procedure di affidamento.

Meritocrazia Italia auspica che si voglia porre attenzione alla semplificazione, all’attività di monitoraggio, necessaria per preservare veramente l’intero meccanismo e sino a oggi è grande assente, e che si raggiunga presto un miglior equilibrio tra interessi sociali dei lavoratori e qualità delle opere.

La semplificazione e il riordino delle previsioni del Codice, oltre a evitare l’avvio di procedure di infrazione da parte della Commissione Europea, sia effettiva opportunità di rilancio economico e sociale del Paese.                   

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriello