Basta con le chiacchiere sul clima: questa Società ha finito il suo ciclo e… da tempo!

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Corrente del Golfo
Corrente del Golfo

Il Covid-19 ha scosso irrevocabilmente le certezze e la fiducia in un sistema economico del cosi detto “benessere”, incapace di comprendere e prevenire i grandi fenomeni che stiamo vivendo. Basta leggere l’ultimo rapporto dell’IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change.

Le varie voci che, mese dopo mese, agitano le menti e le reti sociali in un rapporto inversamente proporzionale alla loro rilevanza, illustrano potentemente la misura in cui la ricerca di spiegazioni e di nuovi punti di riferimento è diventata una questione di… sopravvivenza psicologica!

Come se ci fosse qualcosa di meglio che accettare la nostra incapacità di capire, di prevedere, di controllare. Dopo due secoli di “positivismo” e di tentativi di mettere il mondo visibile in equazioni, dobbiamo ora imparare a vivere (o meglio ancora …. re-imparare a vivere!) con, e domare, un mondo incerto.

Ovunque e in quasi tutti i campi, questo mondo sembra aver deciso di svegliarci e di metterci di fronte al fatto che, piccoli e fragili, affermiamo tutto pur non capendo nulla.

Ma quanto è destabilizzante dover accettare che la conoscenza scientifica non offre più protezione della corazza di cartone dei bambini che giocano alla guerra!

Le notizie scientifiche di quest’estate hanno fornito nuove illustrazioni: un articolo molto pubblicizzato nella prestigiosa rivista scientifica Nature afferma che la corrente del Golfo si sta indebolendo “più velocemente del previsto“. Questo può sembrare niente senza sapere che questa calda corrente marina è il garante del nostro attuale stile di vita. Dall’Atlantico del Sud, porta acqua calda alle coste europee, che modera il nostro clima, permette la nostra agricoltura e crea quella “dolcezza angioina” dei climi oceanici, di cui Joachim Du Bellay(poeta francese 1522-1560) era un grande nostalgico.

In una frase, la discreta corrente del Golfo, dalle profondità dell’Atlantico alla sua superficie, è il serbatoio della mitezza, il buon genio della regolazione del clima nel nostro emisfero. Anche se si sapeva che la corrente del golfo ha un ciclo che dura diverse migliaia di anni, non si sapeva quanto rapidamente questo ciclo potesse cambiare: gli scienziati ora parlano di un “collasso“.

Lo scioglimento accelerato del pack e l’acqua dolce che rilascia negli oceani spiegherebbero questo fenomeno imprevisto. Un altro ciclo di corrente, questa volta nel Pacifico: El Nino (caldo) e La Nina (freddo), il cui balletto ben orchestrato è stato regolare negli ultimi diecimila anni, potrebbero presto “scomparire“, secondo un team di ricercatori internazionali i cui supercomputer hanno effettuato calcoli intensivi senza precedenti in meteorologia. Anche le conseguenze globali sarebbero importanti per non dire drammatiche!

Sempre quest’estate, nuovi dati hanno mostrato che le inversioni del campo magnetico terrestre sono fenomeni ciclici e regolari con un periodo di circa 100 milioni di anni. Le leggi che regolano questo fenomeno sono ancora un mistero. Ma questo campo magnetico, oltre ad essere utile per le nostre bussole, protegge anche la terra dalle radiazioni cosmiche. Tuttavia, sta “perdendo la sua strada“, dice il serissimo National Geographic, citando diversi studi scientifici che descrivono il suo movimento “accelerato e inspiegabile“.

I cicli dell’acqua, dell’aria e del cielo seguono leggi troppo complesse per essere comprese allo stesso modo delle traiettorie dei corpi celesti. Tutte queste informazioni, unite all’incomprensibile accelerazione dei grandi fenomeni celesti o terrestri, potrebbero stimolare in alcuni la ricerca di una capanna nel bosco e in altri il desiderio di costruire mulini a vento!

Se, tuttavia, alcuni di questi fenomeni sono, come ben supponiamo, legati all’attività umana, è probabilmente troppo limitato vedere solo la gestione delle emissioni di CO2 come soluzione. L’inquinamento dei suoli, dei fiumi, dei corpi e delle menti sono tutte ulteriori manifestazioni della perdita di bussola del mondo capitalista.

Gli antichi cinesi comprendevano i grandi cicli come parte dei meccanismi metabolici di un universo vivente. Pensare che i fenomeni attuali saranno necessariamente catastrofici è una supposizione che colpisce l’immaginazione. Ma cosa sappiamo della realtà di domani?

Una volta passata l’illusione di voler racchiudere il mondo nella tecnologia, può arrivare il momento di imparare a rispettarla e a prendere il nostro posto nel flusso delle cose. Del rispetto dell’umanità e della natura!

Non è più il momento di blaterare, tutt’altro… Questa Società ha finito il suo ciclo e… da tempo!

Luc Thibault, Usb Privato