BPVi, Andrea Maroso (Siamo Veneto): “presa per i fondelli di Dalla Rosa e Rucco continua! E Ugone con Noi che credevamo nella BPVi li spalleggia dopo aver sfruttato noi soci”

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«Gentile direttore, le giro alcune considerazioni sull’incontro organizzato da Luigi Ugone di “Noi che credevamo nella BPVi” con Francesco Rucco e Otello Dalla Rosa. Come vedrà lei e come leggeranno i lettori, per i quali le chiedo di pubblicarle, ho cercato di essere il più educato possibile, nonostante intercalari tipicamente veneti ribolliscano dentro di me.». Così inizia la premessa di Andrea Maroso, candidato sindaco di Siamo Veneto, alla sua nota che pubblichiamo.


«Da socio truffato BPVi – ci scrive Maroso – gradirei che finisse questa presa in giro da parte di certe associazioni e dei candidati che non hanno titolo e competenza per proporre “telefoni azzurri” per gli ex soci. Siamo un po’ stanchi di essere “cojonati”».

Ecco la nota del candidato di Siamo Veneto che, ve lo diciamo da competenti, e, quinidi, non invitati nè informati da Ugone & c., sottoscrivamo al 100% (nella foto Colorfoto epr GdV da sx Dalla Rosa, Ugone e Mario Zambon dell’associazione e Rucco, ndr)

Per quanto ancora i soci truffati (di cui ahimè sono un esponente) della Banca Popolare di Vicenza verranno derisi, sbeffeggiati, derubati e mortificati ancora? Ieri, 1 giugno, con tempismo perfetto l’associazione “Noi che bla bla bla” (faceva adunate oceaniche nei palasport, ora si è ridotta alla saletta da 40 posti dell’Hotel  Palladio, ndr) si è schierata con rappresentanti dei partiti politici italiani (dal primo all’ultimo visto che anche i 5 Stelle adesso simpatizzano per Dalla Rosa!) che hanno avvallato ogni strategia europea (BCE) e italica (Bankitalia, Consob, decreto Renzi) per portare alla rovina la nostra banca. È singolare come proprio mr. Ugone e soci abbiano rifiutato l’invito al convegno organizzato da Siamo Veneto in aprile al teatro San Marco, quando insieme alle altre associazioni e al consigliere regionale Antonio Guadagnini, vice presidente della Commissione d’inchiesta regionale sulle banche venete, abbiamo fatto il punto della situazione sul percorso del fantomatico “fondo di ristoro” istituito da Gentiloni e sui percorsi possibili (coinvolgimento dei revisori dei conti, ecc). Ci fu risposto che erano indipendenti dalla politica e tali volevano restare. Fino a ieri, quando unilateralmente rispetto alle altre associazioni hanno organizzato un incontro con i due “grandi”, nel rispetto della par condicio tipico dei personaggi in cerca disperatamente di visibilità, visti gli scarsi risultati ottenuti finora (eccezion fatta per le centinaia di euro richieste ai soci).
Per fortuna Siamo Veneto ha le idee chiare: il primo atto del sindaco sarà un duro confronto col governo e Banca Intesa Sanpaolo (in fin dei conti stanno guadagnando 500 milioni al mese con i mutui ex BPVi, attivati con soldi dati da noi soci e che vanno a ingrassare i bilanci Intesa!), il pagamento dei 93 mila euro per accedere agli atti del processo e la costituzione come parte civile del Comune stesso, tavolo permanente con associazioni e ordine degli avvocati e relazione periodica alla cittadinanza sulle prossime azioni da intraprendere contro BCE, Bankitalia, Consob, revisori dei conti.
È inutile aspettare la magistratura italiota, non abbiamo ancora imparato che cane non mangia cane (e in questo caso mi scuso con il cane, nobile animale accostato ai ladri!)
Altro che contributi da parte del comune, sportello psicologico e supporto; da qui si capisce quanto Rucco e Dalla Rosa conoscano la materia, ma d’altra parte chi non è stato toccato da questa vicenda non può capire.
Andrea Maroso
Candidato sindaco di Siamo Veneto Vicenza