Caso Samantha D’Incà diverso da Eluana Englaro: oggi c’è legge sul ‘fine vita’. Le opinioni di Moretti (PD), Sbrollini (IV) e Zanettin (FI)

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Samantha D'Incà
Samantha D'Incà

Anche noi di ViPiu ci siamo occupati recentemente del caso di Samantha D’Incà, la ragazza di Feltre in coma dopo un incidente e un intervento alla gamba i cui genitori hanno chiesto di staccare la spinta. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato la lettera delle sezioni di Padova e Vicenza dell’associazione Luca Coscioni, che ha avviato l’iter per un referendum sull’eutanasia. Il caso di Samantha è invece legato al tema del testamento biologico e del cosiddettto fine vita. Un tema che qualche anno fa salì alla ribalta delle cronache con Eluana Englaro, il cui caso divenne anche un film. Nel frattempo la legge italiana si è dotata di uno strumento in più per affrontare casi simili, la cosiddetta 219 sul fine vita o testamento biologico. Samantha D’Incà però non ha lasciato niente di scritto circa la sua volontà di non ricevere trattamenti in casi di coma irreversibile, pur potendolo fare, ma ne ha parlato solo a voce. Si apre così la questione sulla scarsa conoscenza che si ha di questa legge. Ne abbiamo parlato con alcuni esponenti politici vicentini (abbiamo sentito anche l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Sergio Berlato che però ha preferito non commentare questo argomento).

Alessandra Moretti, eurodeputata (PD)

Abbraccio i genitori di questa giovane donna che stanno combattendo per garantire alla loro figlia una morte dignitosa senza accanimento terapeutico. La norma sul fine vita approvata nel 2017, intende proprio tutelare la dignità di chi ha diritto di morire ponendo fine ad atroci sofferenze. Purtroppo la legge sul fine vita non è conosciuta dai cittadini ed è quindi fondamentale avviare una campagna informativa efficace come giustamente denuncia l’associazione Luca Coscioni“.

Silvia Covolo deputata e amministratore locale vicentina della Lega
Silvia Covolo deputata e amministratore locale vicentina della Lega

Silvia Covolo, deputata (Lega)

Comprendo il dolore della famiglia di Samantha e penso sia assolutamente apprezzabile la volontà dei genitori di far conoscere il più possibile la legge sul testamento biologico, perché anche i più giovani colgano l’opportunità di anticipare le loro disposizioni sul fine vita. Penso, tuttavia, che ci sia ancora un vuoto normativo, e che occorra giungere ad abrogare parzialmente l’art. 579 cp, relativo all’omicidio del consenziente. Tutto verrebbe rimesso, altrimenti, al lavoro interpretativo della magistratura. Non intendo esprimere valutazioni di ordine etico, ma penso sia questione di civiltà giuridica riappropriarsi del ruolo del legislatore, in un sistema di civil law, dove il diritto non nasce dal caso concreto ma deve trovare un supporto normativo“.

Pierantonio Zanettin commissione Giustizia
Pierantonio Zanettin commissione Giustizia

Pierantonio Zanettin, deputato (Forza Italia)

Occorre premettere che sono cattolico osservante e come tale coltivo una concezione sacrale della vita, in tutte le sue fasi. Respingo quella che Papa Francesco chiama la “Cultura dello scarto”, oggi purtroppo assai diffusa. Vicende come quella di Eluana Englaro e di Samantha D’Incà, interrogano nel più profondo la mia coscienza. Ma, pur comprendendo lo strazio dei familiari, non me la sento proprio di avallare il diritto all’eutanasia e al suicidio assistito. Credo piuttosto che la scienza debba orientare i propri sforzi sulle cure palliative, che mirano ad alleviare le sofferenze dei malati. In Commissione Giustizia stiamo da tempo discutendo, e con fatica, un testo su questa materia, sulla base delle sollecitazioni della Corte Costituzionale. Ma finora non è stato individuato un compromesso adeguato. Su troppi fronti ormai l’uomo vuole farsi Dio, sconvolgendo le regole della creazione. Pensando al futuro dei nostri figli, questo abisso, nel quale l’umanità pare volersi cacciare, mi angoscia“.

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