Commemorazione Miane, Favero (Liga Veneta per Salvini premier) bacchetta Fratelli d’Italia: “intollerabile politici tra chi fa saluti fascisti”

141
Marzio Favero Lega
Marzio Favero Lega

L’ex sindaco di Montebelluna Marzio Favero consigliere regionale di Liga Veneta per Salvini premier, in occasione del voto sulla mozione di riserva nei confronti dell’assessore di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, mostrò un’ottima conoscenza della storia contemporanea, riconosciuta anche dall’opposizione. Oggi, dopo le polemiche seguite a una manifestazione a Miane nel trevigiano, in cui, con la scusa di commemorare 37 militari uccisi nel ’45, alcune persone, come capita spesso a Schio in commemorazione dell’omonimo eccidio, si sono lasciate andare all’apologia, Favero torna a parlare del periodo della guerra civile italiana e di fatto assistiamo a una nuova schermaglia tra gli alleati Lega e Fratelli d’Italia. Nel contempo c’era un’altra manifestazione organizzata dall’ampi. Il sindaco leghista Denny Buso si è contraddistinto per non essere andato a nessuna delle due.

“Domenica scorsa a Miane, nel Trevigiano, centinaia di persone che si erano date appuntamento per commemorare 37 militari fascisti uccisi a Valdobbiadene nel 1945, hanno alzato le braccia nel saluto romano. Fra questi i giornali segnalano due esponenti trevigiani di Fratelli d’Italia” Spiega favero in una nota. “Quanto successo è davvero sgradevole. È comprensibile che esercitino la pietà per i morti coloro che hanno ascendenti familiari in persone che hanno militato nella Repubblica Sociale. Ciò detto, sul piano politico sono necessari dei distinguo. Carlo Bo, uno degli uomini di cultura più profondi che ha avuto il nostro Paese, nel ricordare la tragedia della guerra civile italiana che si consumò tra il settembre del 1943 e il maggio del 1945 anche con strascichi successivi, ha affermato che quando due eserciti si scontrano non esiste l’innocenza, e che sotto pressione gli uomini commettono errori e violenze gratuite. Per questo motivo il giudizio deve essere tarato sui fini che si sono perseguiti: il movimento della Resistenza lottava per la libertà e la democrazia; la Repubblica Sociale combatteva per la Germania nazista. Non solo è incomprensibile, ma è intollerabile che chi ha responsabilità politiche e rappresenta un partito che ha un peso nello scenario politico italiano all’interno dell’arco costituzionale, possa permettersi di fare il saluto romano a pochi giorni di distanza dalla Giornata della Memoria e dal Giorno del Ricordo. Occasioni queste che ci portano a commemorare i lutti incommensurabili comportati dalle grandi dittature fasciste, naziste e comuniste”. “Credo che sia opportuno – sottolinea il Consigliere – anche alla luce delle discussioni di ieri durante la seduta del Consiglio sul tema delle foibe e in vista di quelle che ci aspettano la prossima settimana sul medesimo tema, che i colleghi Consiglieri di Fratelli d’Italia prendano le distanze dai loro rappresentanti trevigiani che, a quanto pare, non hanno capito la lezione della Storia. Il gesto del saluto romano non può essere derubricato a semplice prassi di circostanza. Non si dimentichi che, se c’è stata una guerra civile, è perché Mussolini, non pago di aver condotto il Paese ad affrontare una serie di umilianti e dolorose sconfitte durante la Seconda guerra mondiale, ha accettato di fare da zerbino a Hitler – conclude Favero – mettendo in piedi uno stato fantoccio la cui unica utilità pratica è stata quella di portare fratelli a combattere contro fratelli, in una versione dell’Italia che non vogliamo più rivedere”.