Dal Passo Zovo alla chiesetta del Mucciòn fino al Monte Civillina, ecco alcuni percorsi storico-naturalistici da esplorare

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Il passo dello Zovo è un valico alpino delle Prealpi vicentine posto a quota 631 m s.l.m. che mette in comunicazione le città di Schio e di Valdagno ed è il confine tra i territori dei due Comuni. Da qui si dipartono vari sentieri, tra cui uno che va al Monte Civillina. Non lontano dal passo c’è anche la suggestiva chiesetta del Mucciòn, con il vicino ristorante. Il territorio si presta a visite ed escursioni interessanti.

Il Passo Zovo e il ciclismo

E’ noto al pubblico per essere stato affrontato dal Giro d’Italia il 29 maggio 1998 dal versante valdagnese. La discesa verso Schio vide la caduta di Alex Zülle e di Marco Pantani che erano al comando, lasciando via libera alla vittoria di Michele Bartoli.

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Il parchetto nei pressi del Passo Zovo. Foto: Marta Cardini

Proprio il versante valdagnese, con i suoi 4,5 chilometri e quasi 400 metri di dislivello, è quello più impegnativo da affrontare, con pendenze dure e costanti lungo i quattro tornanti centrali dell’ascesa, per poi farsi più pedalabile nella parte finale dopo contrada Grendene fino al passo stesso.

La chiesetta del Mucciòn

Situata nel territorio valdagnese, la chiesetta è dedicata alla Madonna Assunta ed è in stile alpino. Il tetto è spiovente e la facciata ha un rosone. Sul culmine del tetto vi è una croce in ferro battuto. L’interno è a navata unica e presenta alcune opere pittoriche interessanti. La suggestiva chiesa fu costruita con amore e sacrificio dagli abitanti di quelle zone collinari negli anni ’50 del Novecento.

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La chiesetta del Mucciòn. Foto: Marta Cardini

Il ristorante a fianco è noto per la cucina, elaborata con i prodotti del territorio. Pane fatto in casa con lievito madre, mostarde, insaccati, ravioli di tarassaco con burro di malga e Asiago stravecchio, tagliata di petto d’anatra con finferli, sono solo alcuni dei piatti in menu, da accompagnare con una delle etichette presenti nella ricca cantina.

Come raggiungere il Monte Civillina

Il monte Civillina è meta di appassionati e collezionisti per la varietà di minerali presenti. I percorsi naturalistici sono spettacolari. Lungo il tragitto si possono visitare, inoltre, trincee, gallerie e postazioni d’artiglieria.

E’ possibile partire a piedi o in bicicletta dal passo Zovo per raggiungere al vetta del Monte Civillina. Si tratta di un’escursione su questa montagna che ci permette di immergerci nella storia della Grande Guerra, ammirando panorami magnifici sulle Piccole Dolomiti. Il Monte Civillina è raggiungibile anche partendo da Valdagno in direzione Recoaro. Arrivati in località Bonomini, lasciando la strada principale, si scende a destra in direzione Rovegliana. Si prosegue per circa 1 km fino al primo tornante che sale a sinistra. Subito dopo si prende la strada a destra con indicazione Contrada Retassene.

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Il percorso naturalistico per andare al Civillina è incantevole. Foto: Marta Cardini

Superata la contrada si trova un primo parcheggio. Volendo iniziare da qui l’escursione calcolate almeno un’ora in più di cammino. Proseguendo, dopo il primo tornate, la strada non è più asfaltata ma percorribile. Si sale ancora per altri 12 tornanti per circa 2 km dove la strada si incrocia con la “Ortogonale 1” (c’è una tabella che indica la posizione) dove noi abbiamo lasciato la macchina per fare un percorso ad anello. E’ possibile proseguire per altri 400 mt fino alla fonte Civillina dove si può trovare posto per parcheggiare.

La Grande Guerra nel Civillina

Il Monte Civillina, già prima della guerra, faceva parte del sistema di difesa della viabilità vicino al confine. Per questo scopo, diventò sede di una batteria da fortezza che avrebbe dovuto proteggere la Valle dell’Agno da eventuali infiltrazioni nemiche provenienti dal Passo di Campogrosso.

Durante la Grande Guerra, sulla cima del monte, protetta da elementi di trincea utili in caso di attacco della fanteria nemica, oltre alle postazioni per cannoni, esistevano riserve per le munizioni, una polveriera, ricoveri per gli artiglieri e per il presidio della posizione, costituito da alcune  compagnie del 6° Reggimento Artiglieria da Fortezza. La guarnigione di Civillina usufruiva dell’acqua portata sulla sommità, con un acquedotto per sollevamento, da contrada Retassene. Per cause sconosciute la polveriera di Civillina esplose il 20 novembre 1915.

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Uno dei cartelloni che spiega la Grande Guerra nel Civillina. Foto dal blog di Andrea Pizzato https://www.montagnadiviaggi.it/

Soprattutto dopo la Strafexpedition del 1916, il Monte Civillina, divenne sempre più importante, assumendo la funzione di perno della linea di resistenza ad oltranza, nonché rilevante stazione di smistamento per segnalazioni ottiche di artiglieria.

La cima

Il Monte Civillina, oltre a essere stato da scenario di strategie belliche, è ora un luogo adatto a tutti e ricco di interesse non solo per le testimonianze storiche, ma anche per le bellezze naturalistiche. Su questa cima è stato allestito un Osservatorio, dotato di pannelli descrittivi, da dove si può osservare, oggi come allora, tutto il fronte di guerra dell’Alto Vicentino dal Carega al Pasubio, dal Novegno all’Altopiano di Asiago e al Gruppo del Grappa.

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L’osservatorio dal Monte Civillina. Foto dal blog di Andrea Pizzato https://www.montagnadiviaggi.it/2020/09/monte-civillina-sentiero-del-sentinello-mtb.html

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Fonte: Dal Passo Zovo alla chiesetta del Mucciòn fino al Monte Civillina, ecco alcuni percorsi storico-naturalistici da esplorare , L’altra Vicenza