Dopo boicottaggio legge 205 Don Torta, Arman e Ugone ora “attaccano” Bitonci e Villarosa: socia “tranquillizza” ex soci BPVi e Veneto Banca ora vittime dei 3 capipopolo

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Gentile direttore – ci scrive un nostro abituale lettore ex socio di BPVi – ho sentito ieri il Luigi Ugone parlare in una trasmissione televisiva sulla 7, Takatà, e sono rimasto di sasso. Lui afferma che il Governo pensa ad un rimborso solamente per misselling relativi agli anni 2012-2013-2014. Chi ha acquistato azioni in anni precedenti non ha diritto al rimborso. Chi non ha acquistato azioni in questi 3 anni perde il 100% del capitale.”. 

 

Poi dà per certo, dopo che lei per primo ha segnalato il problema, che chi aderisce al 30% di ristoro non può adire per vie legali contro la banda di Zonin – continua il lettore -. Ma con che coraggio  i Sigg. Bitonci e Villarosa hanno potuto presentare un simile programma?“.

Questa lettera è sintomatica del terrorismo sistematico e dannoso (per le vittime delle due banche venete in Lca, delle altre 4 da noi individuate e delle 4 risolte) messo in atto dal presidente di Noi che credevamo nella BPVi e dal suo emulo/ispiratore Andrea Arman, benedetto da don Enrico Torta e presidente dell’omonimo coordinamento.

La legge 205 sarebbe partita con la sua attuazione fin dal 30 marzo e nel frattempo avrebbe ricevuto, col beneplacito dell’attuale governo del cambiamento, i fondi e “incassato” le migliorie che questa nuova maggioranza, che da opposizione aveva votato la 205, sta portando ora in parlamento all’interno della Legge di bilancio 2019  ma con nuova partenza fissata solo al 31 gennaio 2019.

Tutto questo il nuovo governo col ministro Giovanni Tria e con i sottosegretari Alessio Villarosa (M5S) e Massimo Bitonci (Lega) avrebbe potuto farlo appena insediato se solo i tre signori di cui sopra non avessero fatto fuoco e fiamme per bloccare l’emanazione del decreto attuativo della 205, ricordiamo fissata per il 30 marzo scorso, convincendo i propri adepti dell’equazione “legge 205 = Pd”, quindi “truffaldina”, anche se, ripetiamo ad approvarla erano state tutte le forze parlamentari, e invitandoli a un “voto di scambio” sulla base di un’altra equazione “noi = Dio”, quindi profeti e ispiratori del nuovo governo.

Ma i “tre dell’Ave Maria”, dopo aver elevato il 4 ottobre al rango di S. Francesco sia Villarosa che Bitonci, li rispediscono all’inferno, i trevigiani con una mail di abiura dei loro “eletti” inviata ai loro associati preoccupati, finalmente, delle loro esibizioni autoreferenziali e il vicentino con un ennesimo show invasato in tv, quello che ha impietrito il nostro lettore.

Perché?, vi chiederete. Per il semplice, triste e tristo motivo che vi ripetiamo da tempo, il loro grande, smisurato amore per se stessi, motivo che potreste scoprire senza alcun suggerimento se solo provaste a ricordarvi come si rivolgono a voi e a chi hanno come interlocutori: “io sono il tuo dio e tu fai quello che io dico!”.

Villarosa, Bitonci, Tria e il governo potrebbero fare di meglio, certo!, e noi li solleciteremo fino all’ultimo a tal riguardo: lo sanno loro e ancora di più tutti quelli che ci leggono almeno dal 13 agosto 2010 quando iniziammo a mettere in guardia sui rischi che correvano i soci BPVi e, poi, quelli Veneto Banca.

Ma, bisogna dirlo, i due sottosegretari, prima esaltati dai tre capipolo del Coordinamento e di Noi che credevamo che avevano prima mandato all’inferno Baretta & c., stanno portando a compimento, e non è poco, la rivoluzione di confermare il principio stabilito dalla 205: se una banca truffa, i soci vanno ripagati!

E stanno sostanziando la rivoluzione con cifre mai viste prima per rifondere soci di banche, sia pure risparmiatori, e con modalità, perfettibili, ma accessibili alla massa delle vittime, cioè praticamente a tutti coloro che vittime lo sono state veramente a prescindere dall’anno di entrata in possesso delle azioni, essendo falso anche quanto il lettore dice di aver ascoltato in tv da Ugone come falsa è la necessità di dimostrare il misselling (qui la legge di bilancio in approvazione col capo III articolo 38 per i soci banche, ndr).

Se, però, tutto questo ministri e sottosegretari lo stanno facendo non prostrandosi ai piedi delle tre star mediatiche, bene, decidete voi se questa offesa ai vostri tre semidei basta a rifiutare un ristoro di partenza di almeno un miliardo e mezzo di euro!

Se un’altra battaglia, vera, da vincere è quella di eliminare il tetto di 100.000 euro (che, però, riguarda numeri minimi di aventi diritto in percentuale), rispondete voi a una domanda: se è eticamente sbagliato accettare la non possibilità di far causa se si aderisce al ristoro e se questo errore non verrà corretto, bene, decidete sempre voi se bocciare oggi Villarosa, Bitonci & c. per il solo gusto di poter continuare ad arricchire gli avvocati diretti e quelli legati a certe associazioni con prospettive di successo, anche monetario, infinitesimali di lunghe e costose cause contro imputati, Bankitalia, Consob, società di revisione e chi più ne ha più ne metta.

A meno che il gusto sia quello personalissimo dei tre di cui sopra a cui non preme vincere e chiudere una guerra, che già ha registrato tanti, troppi morti e feriti da potersene permettere altri, ma continuarne una che sa tanto di “muoia Sansone con tutti i filistei“.

Prima di rispondervi a questa domanda vedete e ascoltate cosa dice e come ve lo dice Monica Bordin, una di voi, una socia, di Veneto banca nella fattispecie, che ha partecipato agli ultimi incontri al Mef non per una associazione specifica ma invitata ad essere presente da una di queste per ascoltare e riferire senza pregiudizi…

Noi, intanto, continueremo a informarvi, senza dogmi, e a provare a pressare sulla migliore soluzione possibile che non è bocciare anche questa soluzione, dopo la 205, e non può essere un incredibile e impraticabile tutto e subito, ma un realistico molto e rapidamente.

Anche perché, nel frattempo, non sono poche le altre crisi annunciate e le altre vittime possibili in arrivo e bisognose di futuri e prossimi aiuti…