Fase 2, Granata e Lovati (Agriturist): “hotel aperti ma gli agriturismi veneti e vicentini restano chiusi”

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Nell’Italia che sta ripartendo, gli agriturismi di Agriturist Veneto chiedono di poter aprire almeno per quanto riguarda l’ospitalità. Contrariamente a quanto consentito agli hotel, gli agriturismi ora possono accogliere il personale ospedaliero, ma non gli operai e i dipendenti aziendali come accade invece per gli alberghi. Perciò Agriturist Veneto lancia la campagna social con gli hashtag #ospitalitàinagriturismo e #apriamogliagriturismi.

“Ci sentiamo fortemente penalizzati per una discriminazione che danneggia fortemente i nostri agriturismi veneti – sottolinea Leonardo Granata, presidente regionale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. “Riteniamo che ci sia stata un’attività di lobby degli albergatori, che è riuscita ad avere un canale preferenziale riuscendo a escluderci. Con il dpcm entrato in vigore il 4 maggio gli albergatori possono infatti ospitare non solo il personale sanitario, ma anche gli operai che lavorano nei cantieri e i dipendenti delle aziende che hanno ripreso l’attività. Noi invece possiamo far pernottare solo chi lavora in ospedale. Diamo atto al governatore Luca Zaia di aver fatto ciò che poteva con la sua ordinanza, ma ora gli chiediamo di adoperarsi con il governo affinché si possa sanare una situazione intollerabile”.

Giulia Lovati Cottini, presidente di Agriturist Vicenza, ricorda che gli agriturismi si trovano spesso in zone isolate, con ampi spazi all’aperto, che facilitano la possibilità di operare in sicurezza, rispettando tutte le normative relative al distanziamento sociale dettate dall’emergenza coronavirus. “Stiamo ricevendo decine di richieste di pernottamento da operai e dipendenti aziendali che lavorano in cantieri e fabbriche dislocate fuori dalle città – spiega -. Spesso operiamo dove non ci sono alberghi, garantendo un servizio importante non solo sotto il profilo dell’ospitalità, ma anche per mantenere l’ambiente e presidiare il territorio. Spiace dover dire di no a chi ci chiede di poter pernottare da noi”.

Nel frattempo gli agriturismi veneti stanno vivendo una crisi senza precedenti, con danni che ammontano a qualche milione di euro: oltre alle disdette da parte dei turisti stranieri, che rappresentano oltre la metà delle prenotazioni, sono andate persi matrimoni e battesimi, attività di fattoria didattica, vacanze pasquali e i ponti del 25 aprile e 1° maggio. “Abbiamo il personale in cassa integrazione, chi può dà fondo alle riserve economiche. Ci sono intere famiglie che faticano a pagare le bollette. Se non riapriremo al più presto, tante piccole strutture saranno costrette a chiudere”.


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