Fondazione Roi, azione di responsabilità: “tanto tuonò che piovve”? Intanto Giovanna Rossi di Schio e mons. Gasparini lascino!

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Mons. Francesco Gasparini col ritratto del Vescovo Matteo Priuli acquistato con contributi della Fondazione Roi
Mons. Francesco Gasparini col ritratto del Vescovo Matteo Priuli acquistato con contributi della Fondazione Roi

Forse domani, in occasione della conferenza stampa convocata per le 10.30 a palazzo Roi, verrà annunciata dalla presidentessa Paola Marini la sospirata e, comunque, tardiva azione di responsabilità contro Gianni Zonin e, si spera, anche contro i corresponsabili di un’azione distruttiva e continuata della Fondazione Roi, voluta dal Marchese Giuseppe che le diede in dote 100 milioni di euro, tra patrimonio immobiliare, artistico e cash per oltre 30 milioni, per supportare palazzo Chiericati e i “veri” e ben specifici musei civici.

Paola Marini, presidentessa della Fondazione Roi
Paola Marini, presidentessa della Fondazione Roi

Sarebbe ora anche se in un quasi totale e assordante silenzio dei media locali, durante, prima e dopo lo sfascio di un’istituzione usata come Bancomat per comprare 29 milioni di euro per le azioni della banca del presidente (anche se da chi e, magari, per chi ancora non si sa), per sperperare 2.5 milioni per acquistare il 27 giugno 2014 l’ancora abbandonato ex cinema Corso, anche in questo caso contro ogni regola statutaria, e per dispensare favori in cambio di collusioni territoriali.

L’azione di responsabilità “abbozzata” dal cda Diamanti ma fatta scivolare via a fine mandato dall’uscita al momento del voto anche di Giovanna Rossi di Schio e di mons. Francesco Gasparini, due dei consiglieri fedeli a chi li cooptò per primo, Gianni Zonin e ancora oggi inchiodati sulle loro poltrone, arriva forse auna sua qualche formulazione dopo quasi tre anni dalla obbligata fuori uscita dalla Fondazione Roi di Gianni Zonin, dopo un prima Cda durante la fase Mion di (nessuna) transizione con la presidenza di Ilvo Diamanti e l’uomo di Zonin, Andrea Valmarana, a coprirgli le spalle insieme all’ora più ben (mal) noto a tutti, e non solo a noi, prof. Giovanni Carlo Federico Villa, a, come detto, Giovanna Rossi di Schio e a mons. Francesco Gasparini e dopo una infinita melina del nuovo cda dell’era Rucco.

Fondazione Roi, Mons. Francesco Gasparini e la sig.ra Giovanna Rossi di Schio
Fondazione Roi, Mons. Francesco Gasparini e la sig.ra Giovanna Rossi di Schio

Questo cda nuovo, poi, non è con la pervicace presenza tra i suoi 5 membri della signora Rossi di Schio e di monsignor Gasparini, ben due scudieri dell’ex bi presidente, della BPVi e della Roi, la prima azzerata, la seconda demolita (cfr. il nostro dossier “Roi. La Fondazione demolita“).

Domani, se verrà annunciata l’azione di responsabilità, se ce ne verrà data una copia e se verranno resi noti i documenti “oscurati” della sua gestione… oscura per oltre un decennio, valuteremo le decisioni della presidentessa Paola Marini, ma, qualunque esse siano, non le potremo guardarle con benevolenza se non toccheranno le responsabilità fattuali e anche solo etiche della Rossi e del monsignore.

Se responsabilità fattuali saranno state individuate nelle carte, che solo con la conoscenza dei documenti passati potremo correttamente valutare nella loro congruità, se ne dovranno andare i due residui veterani sopravvissuti a una gestione fallimentare (chiederemo in che condizioni sono gli immobili della Fondazione Roi trascurati per giocare al risiko della BPVi e per speculare immobiliarmente sull’ex cinema Corso).

Se i legali di Marini & c. non avranno individuato responsabilità oggettive, beh, la signora Rossi di Schio e monsignor Gasparini avranno, comunque, un’ultima, ottima occasione di recuperare un po’ di dignità: potranno presentarsi dimissionari se non altro per aver convissuto inermi con chi generava la sfascio che l’azione di responsabilità presupporrà.

Se così non sarà, non potremmo neanche titolare “tanto tuonò che piovve” quello che altrimenti sarebbe un ulteriore affronto non tanto ai vicentini, molti dei quali con la loro indifferenza se lo meriterebbero, ma, soprattutto, alla memoria del Marchese Giuseppe Roi.