“Hai già sostituito la tua vecchia carta prepagata?”: ce lo chiede Intesa Sanpaolo, la banca top d’Italia. Peccato che…

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Nel settembre 2017 ti abbiamo comunicato il recesso dai contratti delle carte prepagate emesse da Banca Popolare di Vicenza da te possedute, con effetto dal 31.03.2018. L’efficacia del recesso è stata prorogata al 18 giugno 2018. Quindi fino al 17 giugno potrai continuare ad utilizzare la carta ancora in tuo possesso alle stesse condizioni contrattuali salve le limitazioni comunicate a settembre“: così inizia una “circolare” via mail inviata da Intesa Sanpaolo al mio indirizzo e, immagino, a tutti i vecchi clienti della BPVi e di Veneto Banca acquistate, si fa per dire, a un euro in blocco (ovviamente per la “ciccia”). Bene, direte, ben organizzata questa banca, lei sì che è seria ed efficiente mica la nostra vecchia bancaccia di paesone!

 


Certo, anche perchè la cortese informativa continua così: “Inoltre, ti informiamo che non è più possibile effettuare la ricarica delle carte prepagate presso i punti SISAL. Puoi sostituire fin da subito la tua carta prepagata con una carta Intesa Sanpaolo di nuova emissione; per le relative condizioni contrattuali puoi consultare i Fogli Informativi disponibili in filiale e sul sito internet della Banca. Non aspettare, prendi subito appuntamento“.

Ottima, di sicuro, l’informazione anche se non dice se la nuova carta costerà o meno come succedeva prima che una nostra lettrice denunciasse un costo capestro di dieci euro a carta per i correntisi sballotati.

Tutto perfetto salvo che… Salvo che noi, come scrivemmo già tantissimo tempo fa per un caso analogo, che evidentemente non è servito alla super organizzazione di Intesa, abbiamo stracciato da anni il conto che tenevamo presso la banca truffaldina di via Btg. Framarin e, quindi, non siamo rientrati nelle cavie umane consegnate insieme a un pacco di miliardi da Pier Carlo Padoan & c. a Carlo Messina & c.

Detto questo e, chiedendoci a che titolo ci vengono inviate mail se non infrangendo le regole che normano la privacy di tutti quelli che come noi hanno ricevuto una mail non autorizzata, perchè in questa mail per giunta non c’è alcuna funzione che permetta la “disiscrizione” automatica? Dobbiamo telefonare e/o scrivere per giunta a  chi non sisa, perdendo tempo e denaro nostri.
E, altra domanda, i nostri dati sensibili, come l’indirizzo mail e, temiamo, altre informazioni, usate senza diritto e senza autorizzazione da Intesa Sanpaolo a chi altro sono resi noti e disponibili?
Negli Usa la banca che qui detta le sue regole a molti e altissimi livelli, subirebbe di certo un attacco, legale, ben maggiore di questa ennesima segnalazione, che, però, facciamo perchè la decantata (in)efficienza di Intesa a questo punto richiede l’intervento urgente, e non solo via mail, di chi risponde al suo secondo nome: l’onnipotente San Paolo.