Il gruppo Airone guarda al futuro e investe nella formazione dei suoi dipendenti

304
Airone Seafood
Airone Seafood

Il Gruppo Airone punta sul fattore sociale e investe nella formazione dei suoi dipendenti. Dall’Italia alla Costa D’Avorio: due culture diverse ma che hanno trovato il giusto mix che si traduce in produttività.

Il Gruppo Airone opera nel settore ittico, sue tra l’altro le linee Altomar e Maremì presenti sugli scaffali dei nostri supermercati. La storia dei suoi dipendenti è la storia di una società a genoma italo-africano. Un DNA vincente che fa di questo gruppo una squadra pronta per affrontare le sfide future.

Sergio Tommasini è l’Amministratore Delegato del Gruppo Airone: “Ci definiamo portatori di ‘Italian nation branding’ che per noi significa, da un lato, creare sviluppo industriale e indotto, dall’altro, tessere e consolidare relazioni virtuose allo scopo di contribuire alla crescita del territorio in cui agiamo. Airone, come gruppo, conta 2000 dipendenti, il cui 70% sono donne, ed espone un turn over consolidato di gruppo pari a 100 mln di euro”.

Per Airone la sostenibilità è fondamentale ma non è solo una questione ambientale, è anche vicinanza al territorio e ai dipendenti.

“Al concetto di sostenibilità sociale aggiungiamo il fattore della vicinanza al territorio. I nostri dipendenti hanno una serie di benefici a supporto della crescita personale e delle loro famiglie. Un esempio è il contributo per la scolarizzazione. Lo sviluppo di uno Stato è basato sull’alfabetizzazione e la scolarizzazione delle nuove generazioni. Il supporto concreto su base annuale alla scolarizzazione dei figli dei nostri dipendenti è un segnale importante di vicinanza alla popolazione ivoriana che ci ospita come azienda dal 1994. Un altro esempio è la formazione. Abbiamo un programma formativo a diversi livelli, dagli operai al management con la continua ricerca della rotazione lavorativa per garantire il passaggio generazionale. La vita media in Costa d’Avorio è pari a 50 anni e alcuni paradigmi sociali devono adattarsi al luogo in cui lavori”.

Tre le priorità dalle parole dell’AD Tommasini: “Airone in primis deve garantire e ricercare una “pesca sostenibile”, ossia la garanzia della disponibilità e qualità delle risorse naturali. Secondo, deve offrire una qualità di vita, sicurezza e servizi per i lavoratori che rispettino standard elevati. Terzo, deve conseguire sempre l’efficienza economica e reddituale. Lavoriamo in una filiera integrata da monte a valle. Il pesce intero, pescato in modo certificato e sostenibile, entra in stabilimento, viene trasformato in prodotto finito e destinato prevalentemente all’esportazione in Europa. I residui e gli scarti di lavorazione vengono trasformati in farina di pesce. Gli operatori in Costa d’Avorio seguono la filiera di trasformazione mentre in Italia gestiamo la commercializzazione e la logistica”.

L’impegno nel sociale da parte dell’azienda nel paese africano è diventato una costante che si realizza tramite il supporto a vari progetti di cooperazione, ma il futuro va costruito oggi.

“Attualmente insieme al Presidente Dante Bigi – dichiara Tommasini – stiamo progettando una delocalizzazione produttiva in Costa d’Avorio per duplicare la nostra capacità di lavoro. Se oggi lavoriamo 100 tonnellate di tonno al giorno ne trasformeremo il doppio. Se gestiamo circa 2000 persone arriveremo ad una squadra di 4000 unità. Avremo modo di apportare un’innovazione tecnologica che gli attuali spazi produttivi non ci permettono di fare attualmente. I nuovi sistemi di certificazione della nostra filiera produttiva sono esigenti ed il mercato è sempre più competitivo. Abbiamo gli strumenti e le capacità umane per dare una risposta pronta al mercato e aumentare la nostra sfera di azione. Siamo davvero un’azienda italiana con genoma africano e crediamo fermamente nella responsabilità sociale. Per noi significa, da un lato, creare sviluppo industriale e indotto, dall’altro, tessere e consolidare relazioni virtuose allo scopo di contribuire alla crescita del territorio in cui agiamo”.