Inchiesta Tamponi, Zaia parla a Cortina: ecco cosa ha detto

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Inchiesta tamponi Luca Zaia
Luca Zaia

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha parlato dell’inchiesta tamponi, argomento rivitalizzato dalla trasmissione Report. Lo ha fatto ieri sera, intervenendo a un incontro pubblico a Cortina D’Ampezzo per presentare il suo libro “I pessimisti non fanno fortuna”.

Ha parlato, dunque, a margine di una giornata piuttosto ricca di interventi, opinioni e commenti polemici (leggi qui una rassegna di articoli sul tema) su quanto emerso nel corso della puntata del programma di Rai3 che ha mandato in onda alcune intercettazioni telefoniche nelle quali Zaia, non intercettato e non indagato, esprime parole pesanti su Andrea Crisanti.

Ovvero, il medico componente del Comitato tecnico scientifico che ha impostato con Zaia le politiche di contrasto al Covid e che con un suo esposto all’autorità giudiziaria ha dato il via all’inchiesta della Procura di Padova sulle presunte irregolarità nelle commesse di tamponi rapidi fatte da Regione Veneto alla Abbott.

Le indagini – lo ricordiamo – non hanno ancora portato a una decisione sul rinvio a giudizio o meno degli indagati, il medico trevigiano Roberto Rigoli, ex responsabile delle microbiologie del Veneto, e la vicentina Patrizia Simionato che all’epoca era la direttrice generale di Azienda Zero (oggi guida l’Aulss 5 Polesana). I due sono accusati di falso ideologico e di turbata libertà di scelta del contraente, mentre sul primo indagato pesa anche l’accusa di depistaggio.

In particolare su Crisanti, il governatore veneto ha detto: “Parlo con dispiacere di questa vicenda, perché io il professor Andrea Crisanti l’ho coinvolto e ho creduto in lui, è indubbio che sia un professionista. Ho usato un linguaggio forte, ma le carte davano ragione a noi. Io ho sempre creduto nel gioco di squadra, l’ho voluto nel Comitato tecnico scientifico, ma ogni giorno tirava fuori problemi, polemiche, dichiarazioni forti, anche contro altri medici. Ha perfino distribuito ai giornalisti i messaggi che gli mandavo e tutto ciò ha deteriorato la serenità nella squadra”.

Capitolo intercettazioni e Report: “Ho scoperto che ci sono quattro mie telefonate registrate – ha dichiarato Zaia -, ma non essendo intercettato io, non potevano essere rese pubbliche. Comunque mi assumo la responsabilità e rispondo per quello che dico. In questa telefonata, della quale sono citate tre parole, io parlo con il mio dirigente (il direttore generale di Azienda Zero, Roberto Toniolo, ndr) a proposito delle voci su una denuncia della Regione contro Crisanti, in realtà mai presentata.

Ma più queste voci andavano avanti e più montava la polemica. Il linguaggio in una conversazione privata può essere stato un po’ forte – ha proseguito Zaia -, ma significava semplicemente che andando a vedere le carte Crisanti avrebbe dovuto darci ragione. Non era una denuncia la nostra, ma un esposto. Mi sono arrabbiato perché il dirigente che l’ha firmata è andato a dirlo subito all’Università di Padova senza consultarsi con il nostro avvocato e così si è sgonfiato tutto prima che la verità venisse a galla. E dopo che per settimane mi sono preso del bugiardo”.

Infine, Zaia ha parlato anche dei tamponi rapidi, che poi sono il centro dell’inchiesta e che nella sua denuncia Crisanti riteneva inaffidabili: “Sono stato io a decidere di sottoporvi gli abitanti di Vo’ Euganeo quando, il 21 febbraio 2020, sono emersi i primi contagi e purtroppo abbiamo pianto la prima vittima.

Crisanti l’ho conosciuto una settimana dopo, ha riconosciuto l’eccezionalità della mia scelta, a contrasto con le indicazioni dell’Oms, e mi ha chiesto di finanziargli uno studio sul caso Vo’, cosa che ho fatto. E poi se ho deciso di ricorrere anche ai test rapidi è perché quelli molecolari non bastavano. Siamo arrivati a eseguirne 24.832 in 24 ore, ma a fronte di 189.021 richieste”.