Inquinamento a Vicenza, il PD presenta la mozione “Aria buona in città”

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Aria inquinata in Veneto. Zanoni (PD):
Aria inquinata in Veneto. Zanoni (PD): "Colpa della Regione, non del clima"

Come ogni anno da molti anni – è scritto in una Interpellanza dei consiglieri comunali PD Cristiano Spiller, Alessandro Marchetti e Isabella Sala – benché i problemi siano conosciuti tanto quanto le soluzioni, Vicenza piomba nell’emergenza dell’inquinamento dell’aria.

I dati sono tanto sconfortanti quanto chiari: i cittadini di Vicenza un giorno su tre nel corso di tutto l’anno solare respirano aria malata, se non tossica, sia nelle giornate autunnali-invernali che nei mesi estivi, e talvolta anche in quelli primaverili, per la presenza di polveri sottili (PM10, PM2,5, PM1), di biossido di azoto (NO2), ozono troposferico (O3) e di altri gas tossici fortemente nocivi per la salute dei nostri cittadini.

Dal 2018, a seguito dell’approvazione del “Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano”, l’amministrazione è tenuta ad attivare misure restrittive sul traffico e altre ordinanze per limitare le emissioni inquinanti.

L’accordo però nasce con un peccato originale: è infatti evidente come l’obiettivo principale sia quello di avviare azioni per scongiurare le procedure di infrazione dell’Unione Europea anziché quello di salvaguardare la salute dei propri cittadini. Ne consegue che le misure messe in campo siano timide, tardive e inefficaci nel raggiungere i livelli normativi massimi di inquinanti che, comunque, risultano ben maggiori dei limiti necessari alla tutela della salute pubblica.

È senz’altro vero che il Veneto, come tutta la pianura padana, presenta condizione orografiche e meteoclimatiche che favoriscono l’accumulo nell’aria di inquinanti, ma è altrettanto evidente come l’elevata produzione di sostanze inquinanti dipenda principalmente da un modello di sviluppo che ha messo sempre in secondo piano la salute dei cittadini e l’ambiente.

L’inquinamento inoltre ha dei costi economici fortemente impattanti se si tiene conto del decremento dell’aspettativa di vita, delle malattie invalidanti, dei costi sanitari e sociali collegati. Risulta poi inaccettabile che ad essere più colpite siano le fasce più deboli e meno abbienti: bambini e anziani su tutti, in cui l’incidenza di malattie croniche dell’apparato respiratorio sono in costante aumento.

Sono oltre 60.000 le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico. Tale dato dovrebbe essere sufficiente per smuovere le coscienze dei politici e dei cittadini, al fine di promuovere un cambiamento significativo negli stili di vita e nelle abitudini. Questi interventi sono finora sempre stati rimandati in quanto molto onerosi (siamo giunti all’assurdo di considerare “costosa” l’aria pulita ed “economica” quella inquinata) ma anche perché producono nei cittadini un senso di insoddisfazione che non paga elettoralmente (vedi i blocchi del traffico, la pulizia delle strade, i limiti alla temperatura degli ambienti domestici).

Le responsabilità dell’attuale situazione sono diffuse e trasversali, questo dovrebbe spingere chi amministra per conto dei cittadini, senza distinzione di colore politico, a redigere subito un piano di medio e lungo periodo per l’attivazione di politiche integrate ed efficaci, che siano in grado di produrre effetti significativi per frenare il livelli di inquinamento e produrre un graduale miglioramento dell’aria.

Tutto ciò premesso e considerato si chiede che il Comune di Vicenza si faccia promotore di un piano pluriennale per un vero risanamento dell’aria, coinvolgendo la cittadinanza, le associazioni e gli altri livelli istituzionali provinciali, regionali e nazionali, che adotti e seguenti misure concrete:

    1. Incentivazione al rinnovo delle caldaie, all’acquisto di pompe di calore e di cucine ad induzione.
    1. Incentivazione a interventi di efficientamento energetico, isolamento, autoproduzione di energia pulita negli edifici pubblici e privati.
    1. Ampliamento della rete di teleriscaldamento, già presente in città, per giungere anche agli utenti domestici e non solo a quelli istituzionali.
    1. Potenziare il trasporto pubblico locale integrandolo con le altre forme si trasporto ecologico (metropolitana regionale, car e bike sharing, rete pedonale e ciclabile, parcheggi scambiatori, etc etc).
    1. Rinnovare i mezzi del trasporto pubblico con motorizzazioni elettriche a emissioni zero.
    1. Disincentivare l’utilizzo delle auto private nel centro urbano ampliando la ZTL e le zone con limite 30 km/h.
    1. Ripensare integralmente gli spazi pubblici fin qui pensati a misura di automobile, adattandoli in funzione delle persone.
    1. Incentivare la presenza nelle aziende private e pubbliche del “mobility manager”.
    1. Ampliare il servizio di pulizia delle strade.
    1. Provvedere a nuove piantumazioni, non solo in sostituzione delle piante giunte al termine del loro ciclo di vita, ma con l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la superficie verde della città, con alberature che siano in grado di assorbire anche le polveri sottili e posizionate anche dove più possono essere utili cioè lungo le arterie stradali.
    1. Incentivare il verde privato, che negli anni si è molto ridotto.
    1. Estendere il periodo di blocco dei veicoli diesel anche prima che il superamento continuativo dei limiti lo imponga.
    1. Proporre che l’incentivo economico per la sostituzione di veicoli diesel sia finalizzato esclusivamente all’acquisto di veicoli elettrici oppure destinato all’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico.
    1. Richiedere la riduzione dei limiti di velocità in autostrada nel tratto comunale.
    1. Richiedere l’eliminazione progressiva dei sussidi alle fonti fossili (quasi 18 miliardi di euro) destinando l’equivalente a interventi di efficientamento energetico.
  1. Aumentare i controlli sul rispetto delle norme con finalità educative prima che repressive.

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