Kebab no, Mussolini sì. Poletto (Anpi Vicenza) contro assessore Giovine: “affermazioni molto gravi, Rucco gli ritiri delega”

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Poletto Giovine critiche

“L’ANPI di Vicenza esprime la contrarietà più totale al Regolamento sulle attività commerciali nel centro storico che portano inequivocabilmernte i segni della discriminazione, del razzismo, del classismo e dell’identitarismo etnico”. Così il presidente dell’Anpi Vicenza Luigi Poletto commenta l’ormai famigerata ordinanza anti-kebab (in cui si vietano anche di aprire nuove carrozzerie e negozi di bigiotteria, money transfer e sexy shop in centro storico, esteso solo per questa volta anche al quadrilatero di viale Milano). Ieri Giovine ha commentato la sua ordinanza in un’intervista su Radio24 durante la trasmisione ‘La zanzara’ condotta dai provocatori Cruciani e Parenzo.

“Giovine, peraltro candidato alle elezioni regionali, difende l’esperienza fascista e le “cose buone” di cui il Paese avrebbe beneficiato grazie a Mussolini. Sono affermazioni di una gravità inaudita – sostiene Poletto – appesantite dal fatto di essere state pronunciate da un rappresentante delle istituzioni. La ricerca storiografica ha dimostrato la natura criminale del fascismo: il carattere totalitario del movimento e del regime fascista e la sua connotazione criminogena sono acclarate. La soppressione delle libertà fondamentali, la persecuzione degli oppositori, l’invasione imperialistica dell’Etiopia e l’impiego massivo dei gas asfissianti, l’alleanza con la Germania razzista e il varo delle leggi antisemite, l’entrata in guerra a fianco di Hitler e la creazione dello Stato vassallo della RSI sono elementi di una dinamica conseguenziale. A ciò si aggiunge il ruolo avuto dal fascismo nella Shoah: oltre ogni riduzionismo la storiografia più recente e accreditata da conto di un attivo e imponente coinvolgimento del fascismo italiano nell’Olocausto: gli italiani furono a tutti gli effetti responsabili del genocidio degli ebrei collaborando al loro annientamento fisico nei campi di sterminio di Auschwitz, Bergen Belsen e altri”.

“E’ questo regime criminale e genocidario che un assessore del Comune di Vicenza difende inquinando la verità storica, tradendo il dettato costituzionale che all’art. 54 stabilisce che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con “disciplina e onore”, assecondando una pericolosa e inaccettabile riabilitazione e rilegittimazione della dittatura dalla quale il nostro Paese si è liberata grazie alla Resistenza che ha rappresentato il riscatto del popolo italiano e l’emancipazione dalla tirannide. Di fronte a questo scempio e a questa vergogna solo il ritiro della delega all’assessore neofascista – conclude Poletto -può salvare la Giunta dalla complicità e dall’ignominia e non sfregiare ulteriormente la medaglia d’oro che la nostra città ha meritato per il ruolo avuto nella lotta di liberazione nazionale del nazifascismo”.

Tra le cose fatte da Mussolini, aggiungiamo noi in chiusura, ci fu anche il divieto di usare parole straniere e l’imposizione di trovare sempre un corripondente in italiano (vernice per vernissage, pellicola per film, insalata tricolore per insalata russa, Buonaria per Buenos Aires e Luigi Braccioforte per Louis Armstrong). Una fortuna, anche per Giovine e il suo “ViOff – A new Golden Way”, che quest’abitudine non abbia attecchito negli italiani. Anzi, al giorno d’oggi si assiste ad un’esagerata invasione dell’inglese nella nostra lingua, soprattutto in ambito tecnico e commerciale, ma anche mondano. Ecco, forse la morale è proprio che i divieti non fanno crescere, evolvere, e che con la repressione si ottiene l’effetto contrario. Seguendo questo ragionamento, tra qualche anno magari ci ritroveremo a mangiare un kebab a Monte Berico o sotto la Basilica, anche in virtù dell’ordinanza di Giovine.

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