“La bellezza dell’arte e della creatività aiuterà a ritrovare un po’ di serenità”. Parola di Rossella Bisazza

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“Salve, sono Rossella Bisazza. In questo momento così difficile per il nostro Paese, anche la cultura si ferma. E quindi anche la nostra Fondazione è momentaneamente chiusa al pubblico” esordisce Rossella Bisazza, vicepresidente della Fondazione Bisazza (sita a Montecchio Maggiore) e alla guida dell’azienda assieme al fratello Piero, in un videomessaggio sui social mentre annuncia il rinvio a data da destinarsi della mostra “Norman Parkinson, Fashion photography 1948 – 1968?. La mostra, a ingresso gratuito, doveva essere inaugurata lo scorso 13 marzo.

Quali sono ora le priorità della Fondazione?

“Intanto speriamo che questa emergenza sanitaria si risolva al più presto. Crediamo che quando tutto sarà passato ci saranno necessità economiche. Abbiamo tutelato i nostri dipendenti (circa un centinaio nella sede di Alte di Montecchio) , che stanno lavorando da casa con il telelavoro. Abbiamo chiuso l’azienda lunedì scorso per tutelare la cosa più importante: la salute. Priorità della Fondazione sono infatti la salute e il lavoro. Ma quando usciremo da questo periodo così buio avremo bisogno di molte cose, compresa la bellezza, l’arte e la creatività. Quando la Fondazione riaprirà, vogliamo dare ai visitatori la possibilità di ritrovare la serenità nell’arte e nella bellezza, anche attraverso questa mostra. Potrebbe essere un contributo a rasserenare gli animi e una consolazione a un periodo complicato e a una situazione a lungo opprimente”.

La mostra che è stata rinviata era di risonanza internazionale? Che tipo di mostra è?

“Si tratta di una mostra che ripercorre 20 anni di moda attraverso lo sguardo del famoso fotografo britannico Norman Parkinson e di 4 altri fotografi riconosciuti e celebrati a livello internazionale: Milton Greene, Terence Donovan, Terry O’Neill e Jerry Schatzberg. La mostra celebra soprattutto l’eleganza e la bellezza. Certamente si tratta di una mostra di risonanza internazionale, che attende numerosi visitatori anche dall’estero. Verranno esposte immagini iconiche che non raccontano solo lo spirito di cambiamento di quel periodo (1948-1968),ma soprattutto rivelano un nuovo modo di fare fotografia e di rappresentare la donna, in particolar modo all’interno dei servizi di moda e nei ritratti. Un approccio del tutto visionario, decisamente fuori dagli schemi, indurrà Norman Parkinson a ritrarre, per la prima volta in quegli anni, le modelle non più nei soliti studi fotografici ma in contesti nuovi, più reali prediligendo le strade, le spiagge, luoghi dal fascino incredibilmente esotico. In ogni scatto, pieno di poesia, Parkinson riesce a rappresentare e a valorizzare al massimo il concetto dell’eleganza femminile.

Donovan e O’Neill, entrambi inglesi, catturarono la magia dell’atmosfera londinese degli anni ’60. Milton Greene e Jerry Schatzberg erano registi e fotografi di origine americana. Il primo era diventato famoso per i servizi di moda e per aver fotografato numerose celebrità, tra cui Marilyn Monroe. Jerry Schatzberg, un vero talento della regia, ha saputo realizzare alcuni dei ritratti più intimi e iconici della sua generazione, con un’indiscussa sensibilità e qualità narrativa.

Fotografate coni grattacieli di New York o con i monumenti di Londra e Parigi all’orizzonte, le figure femminili sono protagoniste, lungo tutto il percorso espositivo, insieme ad altri personaggi celebri del mondo della musica e dello spettacolo quali: Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, The Beatles e The Rolling Stones.

Dal tetto della sede della casa editrice Condé Nast in Lexington Avenue a New York, vista sul palazzo Chrysler e sul grattacielo Empire State Building. Scatto di Norman Parkinson pubblicato sulla rivista Vogue America, 15 Ottobre 1949. Crediti Iconic Images
Una delle foto della mostra

Quando è nata la Fondazione?

“E’ nata nel 2012, mentre l’azienda è stata fondata da mio padre nel 1956. La fondazione non è un museo aziendale, ma è costituita di opere realizzate con i nostri prodotti da grandi artisti.  Il progetto della Fondazione Bisazza, organizzazione privata non profit e aperta al pubblico, è nata dall’attenzione e dalla sensibilità verso la cultura del design e dell’architettura che da sempre animano Bisazza. Gli spazi della Fondazione sono articolati su un’area di 7500 mq, in passato riservata alla produzione aziendale, recuperata e adibita all’esposizione grazie al progetto di riqualificazione dell’architetto Carlo Dal Bianco”.

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