Legge Autonomia, Calderoli fissa i tempi e Zaia e la Lega esultano

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Roberto Calderoli

La legge sull’autonomia regionale arriverà in Consiglio dei Ministri entro il 2022 e la otterremo entro il 2023“. Musica per molte regioni italiane favorevoli alla riforma e per partiti come la Lega. Il testo della canzone lo ha scritto Roberto Calderoli. Il Ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie ha approfittato del palcoscenico offerto dal Consiglio della Regione Lombardia, dove è intervenuto oggi.

Dichiarazioni che ovviamente hanno avuto una forte eco in Veneto, raccolte da esponenti politici per esprimere commenti entusiasti sul tema.

A partire dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Arrivano buone notizie – ha infatti detto -. Stiamo parlando della più grande riforma della storia dopo la Costituzione repubblicana del 1948 e del compimento dei dettami dei padri costituenti, che significa dare al Paese un’ossatura federalista.

Abbiamo tutti – ha proseguito Zaia – la volontà di fare le cose per bene e di rispettare ogni forma possibile e immaginabile di perequazione, affinché nessuno venga penalizzato da una riforma importante come questa, che costituisce comunque l’unica via per dare a questo Paese una gestione e una visione di modernità. Oggi, il centralismo, abbinato all’assistenzialismo, ha creato un’Italia a due velocità, ed è ormai certificato che si tratta di un modello fallimentare.

Con il federalismo – ha ribadito Zaia – non sono messe in discussione né la coesione, né tanto meno l’unità d’Italia. Non dimentichiamo mai che il federalismo è centripeto, cioè unisce, mentre il centralismo è centrifugo, quindi disgrega.

Del resto – ha indicato il Governatore – basta prendere ad esempio una nazione come la Germania, che ha un’impostazione federalista e che ha scritto la sua Costituzione nello stesso periodo dell’Italia. Oggi la Germania, con la sua organizzazione istituzionale, ha in tutto il mondo un’immagine forte, autorevole e unitaria, la prova provata che il federalismo unisce e non disgrega”.

Come sempre, l’argomento Riforma Autonomia ha sostenitori e detrattori, tra i quali i presidenti di alcune regioni del Sud Italia (leggi qui). Inoltre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista a Il Messaggero, ha detto: “L’autonomia non deve assolutamente accentuare il divario tra Nord e Sud che pesa sul nostro Paese. E non può danneggiare la Capitale. Il problema è questo: mantenere un equilibrio e una coesione. Un rapporto virtuoso e di scambio e di interdipendenza paritaria, tra le varie parti dell’Italia. Su questo non si può prescindere. Così come è essenziale il rafforzamento del ruolo di Roma”.

In merito a queste parole interviene il presidente dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta in consiglio regionale, Alberto Villanova. “I danni a Roma non sono conseguenze dell’autonomia, ma della cattiva gestione delle risorse pubbliche in questi decenni. Il ministro Musumeci prima, e Tajani adesso, stanno contestando l’autonomia e siamo rammaricati per il fatto che queste critiche arrivino da chi sta governando insieme alla Lega. Pertanto, tali critiche le considero un dejà vu alquanto inquietante.

Mi sembra che, vista la disastrosa situazione che la Città Eterna presenta costantemente -ha aggiunto Villanova -, i problemi di Roma siano ben altri che l’autonomia. Anzi, magari questa potrebbe finalmente portare un po’ di senso di responsabilità a chi non amministra in modo corretto il proprio territorio. E, visti i risultati fin qui ottenuti, se potessi decidere, darei al Veneto, per Costituzione, il ruolo guida.

Abbiamo approvato il Bilancio in tre giorni senza alzare le tasse – ha poi concluso Alberto Villanova -. Quando in Italia si parla di meritocrazia, è proprio il modello veneto che dovrebbe trovare posto in Costituzione, non di certo quello romano”.