«Mascherine obbligatorie contro il Coronavirus, buona idea. Attenti alla differenziata»: i consigli di Giacomo Tebaldi, il più giovane medico di base del Vicentino

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Giacomo Tebaldi, il più giovane medico di base della provincia di Vicenza con i suoi 27 anni, aprirà la settimana prossima il suo studio a Lonigo, iniziando il suo lavoro di medico nella cosiddetta fase 2 dell’emergenza sanitaria da Covid-19 in Italia. Nel frattempo ci ha dato utili consigli per chi è positivo, per chi ha sintomi e per avesse bisogno di ricette in questo periodo.

«Aprirò l’ambulatorio come medico di famiglia il 15 aprile – ci spiega – si tratta di medicina di gruppo, siamo 7 medici. Adesso i distretti sono chiusi fino al 15, intanto noi apriamo. Finora ho fatto sostituzioni di medici di base e molti pazienti fanno tutto per telefono. Non vengono più fisicamente in ambulatorio, ma chiamano».

Il Coronavirus ha costretto pazienti e medici a diventare esperti in nuove tecnologie.

Esatto. Le ricette si fanno in via telematica. La Regione aveva già avviato l’operazione Sanità kmzero ma poche persone la conoscevano e la usavano, ora invece sono praticamente costretti a farlo. Ora anche le cosiddette ricette rosse sono disponibili con questo sistema. I pazienti così vanno direttamente in farmacia e riducono al minimo l’esposizione e il rischio di contagiare se stessi o altri. Se proprio devono venire in ambulatorio comunque entrano uno alla volta in sala d’attesa, devono chiamare prima.

È stato difficile per le persone accettare questi cambiamenti?

All’inizio c’è stata un po’ di confusione, c’era la ressa nei Pronto Soccorso e negli studi medici, cosa che ovviamente non va affatto bene se si vuole fermare il contagio, ma poi nel giro di 3-4 giorni la gente ha capito che deve stare a casa e si sono autodisciplinati molto bene. Si lavora moltissimo al telefono. Questo è importante anche per proteggere i medici stessi, perché se si ammala un medico di famiglia dall’oggi al domani hai 1500 pazienti senza medico.

Qualche consiglio da medico, su come prendersi cura di sé, oltre che stando in casa?

Le persone che hanno già avuto una diagnosi di infezione, con tampone positivo, devono seguire le istruzioni del servizio di igiene pubblica, dalle norme di igiene, lavarsi spesso le mani, essere fisicamente isolati dal resto della famiglia. Quindi se qualche membro della famiglia è positivo, dovrebbe mangiare ad orari diversi dagli altri, bisogna disinfettare il bagno ogni volta che lo si usa, e soprattutto i positivi al Covid non devono fare la raccolta differenziata. Deve mettere tutto in un sacchetto doppio e gettarlo nell’indifferenziata, che viene bruciata, altrimenti rischia di contagiare gli operatori ecologici e anche le altre persone in caso di materiale riciclato. In un mese di emergenza, questa cosa l’ho sentita dire forse per 30 secondi, di sfuggita, dalla televisione, invece è molto importante.

Chi invece dovesse avere febbre in questi giorni, non deve uscire di casa, se i sintomi sono lievi, come un raffreddore, una piccola febbre, o la mancanza di gusto e olfatto, deve telefonare al proprio medico di famiglia, che farà un’anamnesi per telefono, ed eventualmente valuta se richiedere un tampone al servizio di igiene pubblica. Se invece i sintomi sono gravi, cioè febbre molto alta e fatica a respirare, tecnicamente dispnea, fame d’aria, allora deve chiamare il 118.

In attesa di un vaccino, come cambierà la nostra vita dopo la riapertura?

Sarà un ritorno molto graduale, altrimenti si torna indietro di due mesi. Nell’ospedale di Arzignano per esempio viene misurata la febbre a tutti, prima di entrare, poi ci si deve lavare le mani con il gel alcolico, viene fornita una mascherina.

Quali sono le mascherine migliori?

Le mascherine chirurgiche vanno bene. Non bloccano il virus in entrata, ma evitandogli di uscire limitano molto il rischio contagio. Sarebbe bene se il governo le rendesse obbligatorie, anche alla fine dell’isolamento. Per chi è per lavoro a contatto con malati invece meglio usare le Ffp1,2 e 3, che filtrano sia in entrata che in uscita. Da evitare invece quelle con la valvola, perché lasciano che il virus esca.

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