L’incidenza della mobilità sostenibile sul sistema economico, Walter Mauriello (presidente di Meritocrazia Italia): strategie di sviluppo

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Mobilità sostenibile e strategie di sviluppo
Mobilità sostenibile e strategie di sviluppo

Il comparto dei trasporti rappresenta uno dei pilastri principali della Società e dell’economia moderna – afferma nel comunicato che pubblichiamo sulla mobilità sostenibile Walter Mauriello presidente di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) -. È sullo sviluppo della logistica che occorre insistere per l’ampliamento della rete di mercato e la promozione del Made in Italy nel mondo. Ed è sullo sviluppo della logistica che serve lavorare per favorire la mobilità e quindi la conoscenza, e l’abbattimento delle barriere culturali.

Le reti di trasporto garantiscono inoltre l’accesso a servizi pubblici cruciali, educazione e assistenza sanitaria, contribuendo a migliorare la qualità della vita. Agevolano, non ultimo, il progresso economico delle aree più remote, supportando anche il mercato del lavoro.

A monte, sono i trasporti a poter dare concretezza al concetto, per certi versi astratto, di mercato unico.

L’evoluzione del sistema trasportistico ha inciso sulla quotidianità, procurando nuovi bisogni, e ha mutato l’approccio all’economia da parte del mondo imprenditoriale.

L’importanza del sistema dei trasporti e della logistica per la crescita economica di medio-termine è quindi facilmente intuibile, visto che la stessa qualità del sistema si può ben inserire nelle determinanti dell’evoluzione della produttività multifattoriale.

Per questo, lo stato di efficacia ed efficienza del comparto dei trasporti e della logistica va analizzato con attenzione e costanza.

Eppure l’attuale modello dei trasporti presenta evidenti criticità.

È noto il pesante impatto negativo sull’ambiente e, quindi, sulla salute umana. I mezzi in uso generano un quarto delle emissioni totali di gas serra, oltre a essere sono causa di inquinamento acustico e frammentazione degli habitat.

Oggi la domanda di trasporto in Europa è significativamente più alta che nel decennio scorso, e si ritiene che continuerà a crescere.

Secondo le stime della Commissione europea, entro il 2050 il trasporto passeggeri crescerà di oltre il 50% e il trasporto merci dell’80% rispetto ai livelli del 2013. Senza contare che il ricorso al petrolio, oltre a contribuire ai drammatici cambiamenti climatici, rende l’economia più vulnerabile alle fluttuazioni a livello mondiale dei prezzi e delle risorse energetiche.

Già a partire dal 2004, la Commissione Europea ha inaugurato la European Mobility Week (Settimana della mobilità sostenibile, ndr), una vera e propria campagna di sensibilizzazione volta a promuovere l’utilizzo della mobilità elettrica come scelta responsabile condivisa.

Dalla prima edizione, questa manifestazione assume annualmente un rilievo sempre maggiore e un impatto sociale sempre più considerevole. Basti pensare che nel 2019, anno fortemente significativo per la battaglia contro il Climate Change, sono state tantissime le città partecipanti alla manifestazione che hanno incentivato il blocco del traffico, misure di promozione della sharing mobility e convegni volti a diffondere informazioni importanti per la salvaguardia del futuro.

Le città maggiormente premiate negli ultimi anni sono state Bologna, Budapest e Zagabria.

In ogni caso, esistono numerosi progetti ed iniziative in tal senso, come il progetto I-Share Life, volto a ridurre l’emissione di gas tossici nell’atmosfera tramite la sperimentazione del modello car sharing elettrico, e Car-E Service, finalizzato al riutilizzo di componenti di auto elettriche e ibride con lo scopo di dare vita a un’economia circolare e sostenibile a 360 gradi.

 La missione della mobilità sostenibile è tanto chiara quanto ambiziosa e richiede il coinvolgimento di diversi attori.

Occorre un cambio radicale nella cultura, ma è necessario anche intervenire sulle infrastrutture e sulle regolamentazioni. Parimenti, tutta l’industria dell’automotive deve stare al passo con le sfide lanciate dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, rispettando le politiche messe in atto dall’Unione europea per implementare il trasporto sostenibile.

La sfida, per l’industria automotive, è quella incrementare e perfezionare la produzione di veicoli a trazione alternativa elettrici o ibridi, con un occhio all’idrogeno. Ma la centralità del settore in questo processo richiede lo sforzo dell’intera filiera.

In questo scenario, l’affermarsi del mobility management come attività strategica all’interno delle aziende assume una rilevanza assoluta.

Con mobility management si intendono tutte le attività di pianificazione e ottimizzazione degli spostamenti casa-lavoro a cura di un Mobility Manager, responsabile della mobilità aziendale.

Apposito decreto ha reso obbligatoria la presenza della figura del Mobility Manager per tutte le realtà aziendali, pubbliche o private, che abbiano più di cento dipendenti a conferma di quanto questa figura sia divenuta oramai irrinunciabile negli organigrammi aziendali. Il suo compito si traduce in una migliore gestione degli spostamenti quotidiani e delle trasferte prevedendo un uso ottimizzato e condiviso anche delle flotte aziendali.

Questo nuovo approccio all’utilizzo dell’auto aziendale, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, permette alle aziende di ottimizzare i costi, evitando consumi inutili. Il concetto di auto aziendale lascia dunque spazio a una visione nuova, di condivisione e gestione più oculata delle risorse.

Del resto accelerare il percorso verso una piena mobilità sostenibile richiede iniziative e progetti concreti, e l’impegno di tutti perché, prima che essere sviluppo, connessione e innovazione, è semplicemente una scelta: un percorso condiviso da tutti – cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni, forze politiche – in grado di portare al miglioramento della qualità dei trasporti e alla tutela dell’ambiente circostante, con una chiara incidenza anche a livello di variabili economiche generatrici di plusvalore e proficua competitività.

Meritocrazia Italia

Il Presidente Walter Mauriello