Monumento degli alpini a Vicenza: i rilievi di Sandro Pupillo e Giovanni Selmo (Da adesso in poi)

1851
Monumento degli alpini di fronte alla stazione di Vicenza
Monumento degli alpini di fronte alla stazione di Vicenza

Abbiamo aspettato che il monumento degli alpini venisse sistemato al centro della rotatoria difronte alla stazione per esprimerci, esordiscono i consiglieri comunali di Da Adesso in Poi Sandro Pupillo e Giovanni Selmo di cui pubblichiamo la nota. Al di là dei giudizi estetici e dei dubbi espressi in merito all’opera che anche noi troviamo impattante e la cui collocazione – al centro di una rotatoria assai trafficata – non fa certo onore al corpo degli Alpini,  c’è un tema che va oltre e su cui va fatto un ragionamento serio. Qual è l’idea di bellezza che Rucco e la sua Giunta hanno portato avanti in questi anni di mandato in una Città patrimonio Unesco?

A noi pare che la sola direttrice utilizzata da questa Amministrazione sia stata quella di fare le cose non perché si avesse realmente in testa un disegno di riqualificazione e rigenerazione urbana che tenesse insieme cultura, ambiente, mobilità e, appunto, bellezza ma solo in funzione della partecipazione a bandi, progetti, concorsi o in occasione di determinati eventi.

Monumento degli alpini a Vicenza
Monumento degli alpini a Vicenza

E dato che troppo spesso questa Amministrazione è rimasta a bocca asciutta – continuano Pupillo e Selmo – le cose o non sono state fatte o sono state fatte male. Pensiamo alla riqualificazione di giardini quali ad esempio quello del Teatro Olimpico o del Museo del Risorgimento o dei giardini Salvi mai avvenuta. Pensiamo all’ex macello che è ancora oggi un rudere fatiscente o all’orribile asfaltatura in zona ponte San Paolo al posto dei sampietrini perché l’Amministrazione non è stata in grado di pianificare per tempo con gli enti gestori i lavori di realizzazione dei nuovi sottoservizi. Pensiamo all’acquisto di palazzo Thiene, che anche noi abbiamo appoggiato, ma il cui progetto di gestione non è mai esistito. Ma anche a Vicenza Capitale Italiana della Cultura la cui prosecuzione è caduta nel dimenticatoio o il piano di riqualificazione del Centro storico ancora fermo. Per non parlare della cura dei nostri quartieri che soffrono anche l’assenza di una manutenzione ordinaria.

Bisogna cambiare il paradigma. Per trasformare una città servono idee, competenze, progettualità, visione, coinvolgimento della cittadinanza, comprensione del territorio, non bandi o concorsi.

Infine, tornando al monumento degli Alpini – concludono Sandro Pupillo e Giovanni Selmo – riteniamo che la riconoscenza che la nostra città  debba avere per questo glorioso corpo non può essere espressa solo in virtù del fatto che  Vicenza sia candidata ad ospitare l’adunata del 2024, ma debba andare ben oltre.

Rucco evidentemente questa cosa – come tante altre (sigh!) – non l’ha capita.