Caso BPVi – Intelligence, intercettati a go go giornalisti Borzi e Bonazzi e parlamentari, solo, del M5S: pessimi… Servizi per il Paese

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Nicola Borzi a rischio, ha scritto di servizi e Banca Nuova (BPVi)
Nicola Borzi a rischio, ha scritto di servizi e Banca Nuova (BPVi)

Non mi fa alcun piacere scoprire – scrive sul suo profilo Facebook il collega Nicola Borzi che solo pochi giorni fa ci ha affidato un suo preoccupante memoriale -, che nell’indagine a mio carico per rivelazione di segreto di Stato per i miei articoli sui conti dei servizi segreti alla Banca Popolare di Vicenza (BpVi) Banca Nuova, oltre a migliaia di mie email, sono state esaminate tutte le telefonate (le hanno contate: 5.412, di cui 2.553 in ingresso e 2.859 in uscita) e gli sms (2.589, di cui 1.570 in ingresso e 1.109 in uscita), ma anche gli squilli (426, di cui 186 in ingresso e 240 in uscita) che ho scambiato sul mio cellulare aziendale e tramite la mia email aziendale tra il primo ottobre e il 22 novembre 2017.

Il commento di VicenzaPiu.com

Prima di leggere il seguito del post (i sottotitoli sono nostri, ndr) ecco il commento di VicenzaPiu.com: “Allucinante ma ancora più allucinante sarà se i colleghi, gli organi ufficiali dei giornalisti, i politici e i cittadini tutti non interverranno con decisione e senza ipocrisie di maniera. Noi pubblicheremo subito questo testo col titolo “Caso BPVi Servizi segreti, intercettazioni a go go dei giornalisti Nicola Borzi e Francesco Bonazzi: pessimi… Servizi per il Paese“. E voi cosa farete per Borzi, Bonazzi e la libertà di informare ed essere informati?”

Borzi e Bonazzi intercettati insieme ad estranei al caso BPVi Servizi

Non solo hanno contato sms e telefonate – prosegue, quindi, il collega Nicola Borzi – tra me e Francesco Bonazzi de La Verità.

Hanno soprattutto censito contato monitorato le comunicazioni e persino gli spostamenti di un sacco di gente che non c’entrava niente: giornalisti, assistenti parlamentari, sindacalisti, presidenti di associazioni di risparmiatori.

Intercettati giornalisti e parlamentari solo M5S

Hanno contato quante telefonate e quanti sms sono intercorsi dai numeri di giornalisti di altre testate con me e Bonazzi. Così hanno censito il traffico telefonico tra me, Bonazzi e due colleghi de Il Fatto Quotidiano, una di Repubblica (collega che stava pure nell’Ordine nazionale dei giornalisti e nel nostro istituto di previdenza Inpgi), ma pure le telefonate che io e Bonazzi abbiamo ricevuto (una a testa) da assistenti di parlamentari del Movimento 5 Stelle, da sindacalisti, da Elio Lannutti che all’epoca dei fatti era presidente dell’associazione dei risparmiatori e consumatori Adusbef e oggi è senatore di M5S. Chissà perché hanno censito solo i contatti con M5S e non quelli con altre forze politiche…

Cellule telefoniche agganciate a tutto spiano

Ma non basta – aggiunge Nicola Borzi: hanno pure incrociato le posizioni dei telefoni cellulari mio e di Bonazzi, attraverso le cellule dei ripetitori ai quali erano agganciate momento per momento, e hanno controllato se nei paraggi c’erano altri giornalisti, magari per verificare se li avessimo incontrati. Così hanno trovato colleghi de La Stampa e di Giornalisti editori associati Gea.

Hanno poi censito ed esaminato le mie email di lavoro al mio direttore dell’epoca Guido Gentili e ad altri colleghi de Il Sole 24 Ore.

Tutti colleghi, tutta gente che non c’entra NIENTE – denuncia Borzi – con questa indagine e alla quale io non ho MAI né mostrato né comunicato i contenuti dei miei articoli né, meno che mai, l’unica copia dei documenti sui quali li ho scritti.

Il suocero di Borzi tra gli intercettati

Infine – ridete anche voi, vi prego – hanno pure censito le telefonate tra me e il padre di mia moglie…

Il tutto è negli atti depositati dalla Procura di Roma che mi sono stati trasmessi oggi dal mio legale. Per i miei articoli rischio cinque anni di galera.

Adesso io – conclude Nicola Borzi – chiedo alla Fnsi, all’Associazione lombarda dei giornalisti Alg, ad Assostamparomana, all’Ordine nazionale dei giornalisti Odg e a quello regionale della Lombardia, all’Inpgi, ad Articolo 21 e a Ossigeno per l’informazione, ai miei colleghi e al Comitato di redazione de Il Sole 24 Ore:

DOV’E’ FINITA LA LIBERTA’ DI STAMPA SANCITA DALLA COSTITUZIONE IN QUESTO PAESE?

DOV’E’ FINITA LA TUTELA DELLE FONTI DEI GIORNALISTI LA CUI SEGRETEZZA E’ RIBADITA DA SENTENZE DELLA CASSAZIONE, DELLA CORTE COSTITUZIONALE E DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE?