Nicoletta Dosio, prof no Tav 73enne in cella per un anno per danno da 700 euro: solidarietà di Rifondazione e VicenzaPiu.com

Nicoletta Dosio, la pena è un anno, non ha chiesto misure alternative. Gli attivisti bloccano la strada

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Nicoletta Dosio, prof 73enne No Tav tradotta in carcere
Nicoletta Dosio, prof 73enne No Tav tradotta in carcere

Il Partito della Rifondazione Comunista prende posizione sull’arresto della “compagna Nicoletta Dosio, militante NO-TAV e non terrorista come vorranno far credere le autorità” (di seguito** articolo su Il Fatto Quotidiano odierno). Roberto Fogagnoli, segretario vicentino di Rifondazione, dichiara: “Noi Nicoletta la conosciamo bene, conosciamo la sua forza intellettuale, la sua forza morale, la sua coerenza politica e militante. Donna forte e coraggiosa, comunista mai pentita, Nicoletta ha guidato la lotta di una valle intera che si rifiuta di essere devastata inutilmente. Non aggiungo altro, parlano le parole del nostro segretario nazionale Maurizio Acerbo“.

Manifestazione a Bussoleno contro l'arresto di Nicoletta Dosio
Manifestazione a Bussoleno contro l’arresto di Nicoletta Dosio

Che dire, prima di riportare di seguito* la posizione di Acerbo, se non esprimere solidarietà con una donna di 73 anni che affronta il carcere, senza chiedere benefici di alcun tipo come fanno ben altri condannati per reati che causano alla comunità danni ben maggiori di quello di 700 euro arrecato da Nicoletta Dosio insieme ad altri manifestanti alla concessionaria autostradale privata per aver alzato la sbarra del pedaggio per una quarantina di minuti?

Se Nicoletta Dosio accetta il carcere per un anno per testimoniare a favore di un diritto, quello di manifestazione, sancito dalla Costituzione e contro un’applicazione della legge che non trova riscontri confrontabili per reati che comportano danni ben superiori ai 700 euro, è totalmente con lei VicenzaPiu.com, che subisce continui attacchi alla libertà di espressione e di stampa con pene esorbitanti quando non illecite, dal carcere bocciato dalla Cedu europea ma inflitto dal giudice Mantovani a chi scrive per 8 mesi per il caso Zonin, fino a sanzioni complessive di 100.000 euro decretate dal Got Giglio per il caso Donazzan.

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*Nota stampa di Rifondazione Comunista

Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo dice: “È ingiustificabile la decisione di revocare la sospensione dell’ordine di carcerazione a Nicoletta che, ricordiamo, non ha chiesto nessuna misura alternativa al carcere.  La Procura Generale di Torino ancora una volta dà dimostrazione dell’ossessione repressiva contro il movimento NoTav.   

Nicoletta a 73 anni è stata condannata lo scorso novembre insieme ad altri 12 compagni per una manifestazione di protesta pacifica davanti a un casello autostradale del 2012. Una professoressa di greco e latino della Val di Susa è considerata talmente pericolosa da revocare la sospensione dell’esecuzione di una condanna già palesemente abnorme. Chi conosce Nicoletta, e siamo in tante/i, sa bene che affronta anche questa prova con serenità e determinazione. Ma non per questo possiamo accettare questo arresto insensato.   

E’ inaudito, intollerabile che Nicoletta di cui tutti conoscono dignità, coerenza, animo pacifico sia stata tradotta in carcere. La sua unica colpa, imperdonabile, al pari di molti altri attivisti denunciati o arrestati nel corso di questi mesi e anni, è di essere irriducibilmente NoTav, di continuare ad anteporsi alla realizzazione di un’opera affaristica, inutile, dissipativa di colossali somme di denaro pubblico. Rifondazione Comunista chiama tutti i suoi iscritti e simpatizzanti a partecipare o a promuovere nelle prossime ore e nei prossimi giorni iniziative unitarie su tutto il territorio nazionale perché sia restituita piena libertà a Nicoletta e a tutte le persone sottoposte ingiustamente a misure restrittive. La lotta contro il Tav non si fermerà. Meritano un grande ringraziamento i cittadini di Bussoleno che stanno bloccando l’auto dei carabinieri in strada dimostrando di quali valori di solidarietà sia testimonianza la resistenza popolare della Val di Susa contro un mega-affare devastante“.

 

**La prof No Tav finisce in cella a 73 anni

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Arrestata Nicoletta Dosio, storica attivista no Tav di 73 anni. La professoressa di greco e latino della Val di Susa, volto noto della protesta in Piemonte, è stata portata in carcere ieri sera dopo che le era stata notificato il provvedimento. Lo scorso novembre Dosio è stata condannata a un anno di reclusione con le accuse di violenza privata e interruzione di pubblico servizio per aver partecipato, nel 2012 insieme ad altri No Tav, ad una manifestazione pacifica di protesta al casello autostradale di Avigliana (Torino).

Dosio dichiarò che era pronta ad andare in carcere e che non avrebbe mai chiesto misure alternative, come l’affidamento in prova. “Stanno arrestando Nicoletta, vergogna allo Stato italiano” è stato il tam tam sui siti del Movimento No Tav, che si è immediatamente raccolto davanti l’abitazione della donna, a Bussoleno in provincia di Torino, per impedirne l’arresto. Per oltre un’ora decine di manifestanti e attivisti, scesi in strada, hanno bloccato l’auto dei carabinieri, con l’anziana a bordo. “Speravate di fare questa porcata di nascosto tra Natale e Capodanno”, hanno urlato ai militari tra insulti e sfottò.

Numerose le reazioni politiche, a partire dalla sinistra. “La Procura generale di Torino ancora una volta dà dimostrazione dell’ossessione repressiva contro il movimento No Tav, non possiamo accettare questo arresto insensato”, hanno commentato Maurizio Acerbo ed Ezio Locatelli, rispettivamente segretario nazionale e segretario provinciale torinese di Rifondazione Comunista.

Perfino dal Partito Democratico sono arrivati attestati di solidarietà, tramite il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut: “Non condivido nulla del movimento No Tav, ma le proteste anche scomode e con le quali non si è d’accordo non vanno ignorate. Trovo sproporzionato l’arresto di Dosio. Credo sia una misura sbagliata e senza senso, frutto di un meccanismo burocratico che prescinde dalla concretezza delle cose”.

Un anno di carcere per aver aperto, insieme ad altri, le sbarre di un casello autostradale della Torino-Bardonecchia, causando danni alla società autostradale. Era il 3 marzo del 2012 quando un gruppo di attivisti bloccò la barriera al casello di Avigliana della A32 in direzione Torino e fece passare 185 veicoli impedendo la riscossione del pedaggio. “Un danno totale di 700 euro per aver alzato la sbarra del pedaggio per una quarantina di minuti” evidenzia l’avvocato della No Tav Emanuele D’Amico che aggiunge: “Il problema non è l’esecuzione di un automatismo ma la condanna definitiva per un atto puramente dimostrativo”.

Dopo la condanna Dosio rivendicò la propria scelta: “Sono pronta a ribadire le ragioni della nostra lotta e della nostra vita. Se mi avessero dato i domiciliari non sarei comunque stata disponibile a fare la carceriera di me stessa. Non mi sento vittima, sono consapevole di stare dalla parte giusta e rivendico ciò che ho fatto, chiedere misure alternative sarebbe stato come ammettere che avevo fatto qualcosa di sbagliato. Vale la pena affrontare anche il carcere per una battaglia giusta”.