Patti di collaborazione a Vicenza: “Che fine hanno fatto?” si chiedono i consiglieri Selmo e Pupillo di Da Adesso in Poi

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Patti di collaborazione Vicenza, Selmo e Pupillo Tosetto barriere architettoniche
Sandro Pupillo e Giovanni Selmo consiglieri comunali Da adesso in poi Vicenza

I Patti di collaborazione sono l’ennesima dimostrazione di quanto poco l’amministrazione comunale di Vicenza abbia fiducia nel coinvolgimento e nella partecipazione dei cittadini al bene comune“.

Sulla testa di Rucco e dei suoi piove una nuova accusa, questa volta proveniente dai consiglieri di minoranza del gruppo Da adesso in poi, Giovanni Selmo e Sandro Pupillo.

“Sono anni – fanno sapere -, assieme all’associazione civica spingiamo perché anche il Comune di Vicenza investa nel principio di sussidiarietà presente nella Costituzione promuovendo questo strumento presente nei regolamenti comunali.

I Patti di collaborazione – spiegano -, attivi in molte città italiane, permettono a cittadini e associazioni di prendersi direttamente cura di beni immateriali o materiali come aree, parchi, spazi civici, laboratori, immobili sfitti o aree sportive, con il Comune attore coinvolto nel fornire strumenti, permessi e assicurazioni su beni di pubblico interesse”.

Per sapere che fine abbia fatto questo strumento i due consiglieri hanno quindi presentato una interrogazione agli amministratori chiedendo in maniera dettagliata perché lo strumento non sia mai stato spiegato, inoltrato e diffuso nelle sedi opportune (ex circoscrizioni, centri civici, uffici decentrati, quartieri o, anche, se l’ente abbia provveduto alla formazione del personale a tale scopo.

I consiglieri di Da Adesso in Poi chiedono lumi anche sul perché sul sito del Comune di Vicenza sia presente il regolamento e non l’iter e un vademecum per avanzare proposte: “Ci sono moltissimi esempi in tutta Italia – dicono Selmo e Pupillo -, raccolti dall’Ente preposto al coordinamento di questo strumento ovvero Labsus, al quale si sarebbe potuto chiedere aiuto”.

“Ci chiediamo – fanno commento i consiglieri di Da Adesso in Poi – se questo silenzio che dura dall’approvazione del Regolamento, non tradisca in realtà la volontà di non diffondere lo strumento e portalo lentamente nel dimenticatoio, strategia che pare andare di pari passo con tutti gli altri strumenti partecipativi come i famosi comitati di quartiere di cui più nulla si è sentito, il Bilancio partecipativo abolito da questa amministrazione e il generale abbandono dei quartieri in particolare per quanto riguarda un coordinamento delle proposte culturali e ricreative di media e piccola grandezza come festival, biblioteche, fiere, e la raccolta delle istanze più specifiche.

Pare che ogni attività che preveda un confronto diretto con cittadini e quartieri faccia paura all’amministrazione – concludono i due rappresentanti -: eppure i Patti di Collaborazione, approvati anche dalla maggioranza, permettono a singoli e gruppi anche informali, attraverso la sottoscrizione di uno specifico impegno, di prendersi cura o rigenerare un bene urbano. Noi – concludono – abbiamo ricevuto molte proposte finora e organizzato una giornata di formazione, possibile che il Comune non abbia mosso un dito”?