Pedemontana Veneta, dal Gip americano un prestito di 450 milioni di euro

1363
pedemontana veneta
pedemontana

Il fondo americano infrastrutturale Global Infrastructure Partners ha emesso un prestito garantito per 450 milioni di euro al gestore di Pedemontana Veneta per finanziare la costruzione della Montecchio-Spresiano.

“La notizia ci appare sconvolgente – si legge in un comunicato stampa diffuso dal Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa – nella SPV i ritardi sono sempre stati un segnale catastrofico.

I ritardi nei pagamenti degli espropri avviati in maniera massiccia nel 2014, hanno portato al saldo dei 360 milioni di € degli espropri solo nel gennaio 2019. La cifra invece di essere anticipata dal contraente generale la SIS, alla fine fu pagata con il bond. Quel blocco del 2015-2016 spinse a immaginare una richiesta di salvataggio scritta nero su bianco dal commissario Vernizzi e rivolta al governo Renzi, che porto a un extra finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti di 330 milioni di €. Prima ancora nel 2012-2013 il ritardo nell’accreditamento finanziario indusse il governo ad un extra finanziamento per impedirne la fine prematura con 370 milioni a fondo perduto, elargiti a patto che il progetto esecutivo fosse chiuso entro la fine del 2013. In sostanza i ritardi sono stati sempre sbloccati con quote di finanziamento o garanzie pubbliche aggiuntive. Nel complesso il finanziamento pubblico ammonta a 970 milioni di € oltre al famosissimo bond garantito da Zaia per poco meno di 1300 milioni circa.

Quello che è emerso in questi ultimi giorni secondo Milano Finanza del 27 maggio scorso a firma di Nicola Carosielli è una nuova linea di 450 milioni di € per finanziare la costruzione della Montecchio -Spresiano direttamente alla SIS. L’articolo spiega che GIP, il fondo americano infrastrutturale Global Infrastructure Partners, ha emesso un prestito garantito da 450 mln al gestore dell’autostrada. La notizia viene ripresa anche dal giornale finanziario online MarketScreener. Innanzitutto ci spiega che GIP è il fondo che detiene la maggioranza di Italo, poi dettaglia che si tratta di titoli garantiti al consorzio SIS. Si tratta di obbligazioni a otto anni garantite dai pagamenti della Regione Veneto legati all’autostrada Pedemontana-Veneta.

Letta cosi la notizia sembra spiegare le ragioni per cui la SIS continui ad accumulare ritardi: ha forse finito i soldi? La questione è angora più grave, poiché secondo questi due organi di informazione finanziaria la Regione Veneto garantirebbe per altri 450 milioni di € , e il fatto è destabilizzante delle regole buona amministrazione a cui la Corte dei Conti ha ripetutamente Richiamato la Regione Veneto, poiché non sarebbe avvenuto alcun passaggio in giunta e tanto meno in Consiglio Regionale. Solo questi due argomenti basterebbero a giustificare una audizione in Consiglio Regionale del presidente Zaia per spiegare ai consiglieri  ea i cittadini che sta accadendo nella gestione economica finanziaria delle opere della SPV. A che servono questi 450 milioni che portano cifra totale del costo delle opere oltre i 3 miliardi di € senza contare gli oneri e l’iva. «The funds will be available through a customized delayed draw structure», questo condividono nel report inviato al Dow Jones di New York, Lorenzo Ceretti per GIP, Roberto Mascarello per Finic spa e Carlos Mijagos per Sacyr sa. Il dettaglio poi delle informazioni dedotte dal comunicato originale di GIP getta una luce sinistra sul perché due organi di informazioni di fatto non ce la raccontini giusta, infatti nel testo originale non vi sarebbero tracce di obbligazioni garantite dalla regione. C’è da chiedersi perché lo scrivano allora? Stanno forse preparando il terreno per un intervento del pubblico per coprire buchi di bilancio? 

Le difficoltà legate alla mancanza delle opere complementari, l’esclusione dal progetto dei caselli autostradali, i costi strabilianti e le difficoltà del tunnel Castelgomberto-Malo nel lotto C, l’inflazione e l’aumento delle materie prime possono aver messo SIS in una situazione tale da rendere difficoltoso giungere alla fine dell’opera senza  che deve costruire 94 km a pedaggio e 68 a traffico libero. Se analizziamo anche grossolanamente i dati qualche domanda viene da porla. A noi pare che se calcoliamo rapidamente i valori quei 68 km possino vale 10mln di € al chilometro. Si tratterebbe di 680 milioni, una cifra che nei bilanci elencati alla Corte dei Conti a Roma mai è comparsa, se non nelle balbettanti rassicurazioni rese al Presidente della Seconda Sezione, da parte dell’assessore De Berti”.