Processo BPVi, l’ex dirigente Costante Turco dopo prime 4 ore sta in aula altre 6. A Bertelle risponde: “vendite e finanziamenti passavano per cda”

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Altre sei ore e passa di interrogatorio il 3 e, poi, il 4 luglio per Costante Turco dopo che il 3 luglio, alla ripresa del dibattimento con la nuova presidente Deborah De Stefano al posto dell’astenuto Lorenzo Miazzi (giudice a latere la “confermata” Elena Garbo e la new entry Camilla Amedoro) i pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi avevano impegnato per oltre 4 ore con le loro domande e con i loro documenti l’ex dirigente apicale della banca – scrivevamo -, “non imputato ma sanzionato da Consob ex post e che, nonostante questo, dopo il suo licenziamento sarebbe ancora all’opera con ruoli di dirigenza in un altro istituto nazionale, con le referenze di chi non si sa anche se viene da pensare al “sistema” che si autoprotegga non abbandonando i suoi uomini“.

Per la quantità e per la rilevanza dei dettagli emersi dall’interrogatorio, tra cui l’escalation nell’ordinare e nell’attuare operazioni baciate per “truccare” il patrimonio di vigilanza, in pieno dispregio anche delle norme Consob che proibiscono sollecitazioni dirette verso che debba sottoscrivere azioni (duro l’intervento al riguardo dell‘avv. Cioffi, legale dell’ente di controllo), le sei ore del 3 luglio (le prime 2 ore e 45 del video) e del 4 luglio, come le 4 del 3, merita una particolare attenzione l’intervento dell’avvocato di parte civile Renato Bertelle, in verità tra i pochi in rappresentanza dei risparmiatori “offesi” a seguire, almeno finora, attivamente il processo anche con interventi diretti in aula (tra gli altri segnaliamo anche Vettore, Danzo e Ciccotto).

Scorrendo il video verso la sua metà (dopo la mezz’ora circa di Cioffi dalle ore 3.15 in poi) Bertelle, nell’evidente intento di “tirar fuori” le eventuali responsabilità del cda e del suo presidente Gianni Zonin da una litania di deposizioni che li vedono sempre estranei a quanto fatto dai loro dirigenti per anni, chiede, quindi, a un certo punto a Costante Turco: “gli acquisti e le vendite delle azioni, soprattutto quelle di particolare importanza, passavano attraverso delibera del Cda?“.

E Turco, stante anche la normativa che a ciò vincola le popolari, risponde secco: “tutte, anche quelle di piccoli soci…”.

A una domanda ulteriore di Bertelle se i finanziamenti per l’acquisto di azioni e/o le vendite di Zigliotto, Ravazzolo, Caovilla, Loison, Ferrari, Dalla Rovere, Bragagnolo Cattelan, Morato … passarono per il cda, Turco risponde:; “sì, visti gli importi…”.

Bertelle a quel punto, raggiunto il suo obiettivo, dichiara di non avere altre domande anche se, poi, a microfoni spenti si rammarica di non aver fatto anche il nome, nel suo elenco, dell’allora vice presidente Andrea Monorchio.

Una curiosità? Samuele Sorato, a detta di Turco, controllava dal suo iPad tutte le telecamere di tutte le filiali e di tutti gli uffici di via Btg. Framarin per controllare i dipendenti. i collaboratori. Chissà se lo studio Cester Miazzi Rossi che lo tutela a livello anche giuslavoristico si starà occupando anche di questa infrazione alle norme sindacali, come ha fatto rilevare l’avv. Enrico Ambosetti, o se dovrà occuparsene se i sindacarti ora non potranno nascondere di conoscere questo particolare usato come arma di controllo nei confronti di chi era “poco presente”, dice Turco, nelle sedi di lavoro a detta dell’ex dg…